Brusio e Poschiavo potrebbero votare diversamente (di P. Pola)
La serata informativa di mercoledì 14 ottobre 2015, tenutasi presso l’Albergo La Romantica a Le Prese, ha permesso al pubblico accorso di conoscere nei dettagli la nuova legge sulla promozione del turismo, in votazione popolare il prossimo 29 novembre in ambedue i comuni.
Benché se ne parli già da anni e si riconosca la necessità di conferire al turismo una base istituzionale solida, la vera spinta per lo sviluppo di una nuova legge sul turismo a livello valligiano è nata dalla bocciatura da parte del popolo grigionese, il 25 novembre 2012, della legge cantonale per il finanziamento della promozione turistica. A partire da questo istante, molte regioni si sono attivate nel tentativo promuovere una propria legge volta a salvaguardare il più importante settore dell’economia del nostro territorio, per non correre il rischio di rimanere d’un tratto senza strumenti capaci di garantire finanziamenti sicuri alle organizzazioni turistiche.
Tutt’oggi, i comuni di Brusio e Poschiavo risultano essere gli unici nel Cantone a non essersi ancora dotati di una propria normativa di settore. Grazie all’impegno della Regione Valposchiavo, che si è da subito assunta il ruolo di preparare una bozza di legge da presentare ad ambedue i comuni, quest’ultimi hanno potuto ultimare una versione definitiva, dopo aver portato a termine la procedura di consultazione che ha visto coinvolti partiti politici e vari enti interessati.
I punti cardine contenuti nella legge sono stati illustrati da Orlando Lardi, Consigliere comunale e capo del dipartimento turismo, energia e sicurezza del Comune di Poschiavo, coadiuvato nella conduzione della serata da Fulvio Betti, consigliere di Giunta e membro della commissione preparatoria del legislativo. Fra le caratteristiche elencate da Lardi, la più importante riguarda il finanziamento, garantito dalle nuove normative da entrate che, a loro volta, si basano su tre pilastri:
- la tassa di pernottamento, pagata dagli ospiti;
- la tassa turistica, pagata da tutte le persone fisiche e giuridiche esercitanti un’attività indipendente, i proprietari di abitazioni di vacanza e le aziende legate direttamente o indirettamente al settore turistico;
- il contributo comunale, versato da ambedue i comuni.
Proprio sul finanziamento divergono sensibilmente le posizioni dei due comuni. Mentre l’esecutivo e il legislativo di Poschiavo hanno agevolmente approvato la nuova legge, a Brusio la stessa non ha ancora oltrepassato lo scoglio del Consiglio comunale, quest’ultimo scettico sull’eventualità di chiamare cospicuamente alla cassa ditte che, apparentemente, non hanno nulla a che vedere con il turismo. Al riguardo, il sindaco Arturo Plozza si rammarica pure del fatto che è stata persa l’occasione per presentare una legge turistica a livello regionale, in cui avrebbe dovuto prevalere un solo modello: “Di fatto ogni comune voterà la propria legge sul turismo, basata in gran parte sulle stesse normative, ma divergente riguardo, per esempio, i tariffari. Siccome la valenza del turismo nel Comune di Brusio non è paragonabile a quella di Poschiavo, basti pensare ai soli 2’000 pernottamenti registrati, rispetto agli 80’000 totali, risulta essere evidente come l’impatto del turismo nel nostro comune sia alquanto marginale. Ciò potrebbe incidere negativamente sul responso delle urne.”
E cosa succede se l’uno o l’altro dei comuni dice no? Orlando Lardi:” Se per ipotesi la legge dovesse essere accettata in un solo comune e l’altro decidesse comunque di continuare a partecipare al concetto turismo, nonostante la bocciatura della legge, non sarà la popolazione a sottostare alle normative in materia, bensì il singolo comune che dovrà decidere come vorrà partecipare allo sviluppo del turismo in valle.” Secondo Lardi, con questo scenario, si andrebbe comunque verso “un’antipatica idea di scissione” che non gioverebbe a nessuno e, proprio per questo motivo, occorre uno sforzo collettivo affinché il messaggio sull’importanza del turismo nella nostra valle sia recepito da tutti, agevolando l’approvazione della legge in ambedue i comuni.
A tal proposito Lardi invoca alcune cifre tratte da diversi studi effettuati negli anni scorsi da ditte specializzate, le quali hanno analizzato l’indotto generato dal turismo nella nostra valle: “Trentacinque milioni di franchi l’anno la cifra d’affari; ogni franco investito nel turismo sviluppa un prodotto interno lordo di 1.68 franchi; oggi sono 182 le famiglie che si occupano di turismo; più di 200 sono gli impiegati nel settore; contiamo ben 130 strutture ricettive con una capacità totale di oltre 1’500 posti letto, mentre oltre 2’000 risultano essere i posti a sedere; infine, come già accennato, ammontano a circa 80’000 i pernottamenti registrati in un anno.”
Cifre importanti che non dovrebbero lasciare indifferenti. Basteranno questi numeri a persuadere la popolazione sulla necessità di dotarsi di una legge che promuova il turismo in valle? Occorre prima di tutto convincersi che, un turismo che gira a gonfie vele, giova a tutti, anche laddove si percepisce meno l’importanza del settore. In fondo la soluzione non può essere neppure quella di chiudere definitivamente la porta.