6.000 piatti di pizzoccheri venduti
(di I. Falcinella)
Da pochi giorni si è conclusa EXPO (Esposizione Universale Milano) 2015. IL BERNINA traccia un bilancio della manifestazione dal punto di vista della Valposchiavo.
In media EXPO, nei 6 mesi di apertura (dal 1° maggio al 31 ottobre 2015), ha avuto 116.000 visitatori al giorno, arrivando a toccare un totale di più di 20 milioni di visitatori. Ben 137 i Paesi partecipanti, più 4 organizzazioni internazionali: ONU, Commissione Europea, Comunità Caraibica e Forum delle isole del Pacifico. Il tutto suddiviso in 58 padiglioni con 4000 operatori coinvolti nella realizzazione.
In media sono state 12.000 le persone che quotidianamente hanno visitato il padiglione svizzero, arrivando ad un totale di circa 2,2 milioni di visitatori nei 184 giorni di apertura al pubblico. La rivista “Exibitor Magazine” ha assegnato alla Svizzera il premio per la migliore interpretazione del tema di Expo Milano 2015: “Confooderatio Helvetica” – La scarsità delle risorse alimentari nel mondo e l’altra faccia dell’abbondanza.
La Valposchiavo ha avuto un ruolo di primo piano nel menu del padiglione elvetico, comparendo nella lista con i pizzoccheri. Circa 6.000, infatti, sono stati i piatti venduti nonostante la polemica sugli ingredienti che ha trovato spazio anche sulle nostre pagine. La Valposchiavo, inoltre, in collaborazione transfrontaliera con la Valtellina, è stata un fiore all’occhiello grazie allo “Slow Train for EXPO“, il treno gourmet d’epoca che ha collegato Rho Fiera Expo Station con Tirano e la Ferrovia del Bernina. Il progetto, nato in Valposchiavo, è stato ideato per portare a conoscenza del grande pubblico la nostra valle e incrementare il turismo nella nostra Regione.
Un ruolo da protagonista è stato giocato da Cassiano Luminati, Presidente della Regione Valposchiavo, che abbiamo intervistato.

Che tipo di bilancio si può fare alla luce delle esperienze che ha maturato la Valposchiavo?
Per quanto riguarda i pizzoccheri, purtroppo la fornitura valposchiavina si è limitata solo ai formaggi, ma per lo meno la ricetta è stata rispettata. Dal punto di vista della comunicazione, posso però rilevare come il nome della Valposchiavo spiccasse sul menu. Eravamo l’unica piccola regione nominata con un suo piatto. Questo per 6 mesi, in un ristorante ad alta frequenza. Li ho assaggiati e, benché non siano ovviamente da paragonarsi a quelli fatti qui sul posto, il risultato finale è stato soddisfacente.
Il progetto “Slow Train” ha presentato la Regione a livello internazionale, trasportando personalità importanti e giornalisti da varie parti del globo, collegando fisicamente EXPO 2015 e la Valposchiavo e facendo conoscere la “Smart Valley 100% Bio” all’esterno dei consueti canali. Questo è stato possibile anche grazie alla collaborazione transfrontaliera con la Provincia di Sondrio: a dimostrazione di come la cooperazione, oltre le frontiere politiche, sia importante e fruttuosa. Una cooperazione che ci ha portato ad ospitare anche la Consigliera Federale Doris Leuthard in occasione del concerto che abbiamo organizzato per la Mountain Week, altro evento legato a EXPO nel quale abbiamo potuto dimostrare la nostra capacità organizzativa.
Nel complesso ritengo che l’esperienza di EXPO 2015 sia stata positiva per la nostra valle e per l’immagine che abbiamo potuto presentare a livello internazionale. I risultati di un’operazione di marketing territoriale così significativa, oltre alla visibilità immediata ottenuta durante il semestre di EXPO, si vedranno comunque a medio e lungo termine.
Esistono già dei vantaggi tangibili?
EXPO 2015 è stata una vetrina importante per la Valposchiavo, ci ha permesso di presentarci in molte occasioni al mondo e di raccontare al pubblico quello che siamo e quello che stiamo facendo. Il fatto di essere solo una “piccola” Regione con 5000 abitanti è passato in secondo piano, grazie alla capacità progettuale e comunicativa e alle nostre strategie di sviluppo mirate. Esse hanno destato molto interesse a livello internazionale. Siamo stati spesso percepiti molto più grandi delle nostre reali dimensioni geografiche e demografiche. Altre regioni, ben più grandi ed importanti a livello di numeri della Valposchiavo, sono state colpite dall’approccio strategico che la nostra Regione sta avendo per il suo sviluppo e ci vedono come una buona pratica da imitare.
La nostra presenza ad eventi specifici e il fatto di essere riusciti a sederci a tavoli di discussione importanti mi fa pensare che in futuro potremmo rivestire un ruolo di primo piano nelle discussioni sullo sviluppo dell’Arco Alpino.
Oltre a questo livello, più legato alla creazione di reti istituzionali, durante tutti i sei mesi, grazie all’innovatività e all’unicità di quanto messo in campo dalla Regione Valposchiavo, è stato possibile ottenere anche una notevole visibilità mediatica sia a livello nazionale sia a livello internazionale.
Un altro importante risultato è sicuramente che a livello locale: si è iniziato a capire il potenziale di sviluppo della strategia messa faticosamente in campo dalla Regione negli scorsi anni. 100% Valposchiavo è ora diventato uno dei temi più caldi e fioriscono le iniziative ad esso legate.
Si conclude qui l’esperienza con Expo o ci sono nuovi progetti all’orizzonte?
EXPO 2015 è stata solo un punto di passaggio per la Regione Valposchiavo; una vetrina unica che ci ha permesso di aprire il nostro territorio a numerose possibilità di sviluppo e progetti per il futuro, creando importanti relazioni istituzionali e aumentando la nostra reputazione a livello internazionale come una regione all’avanguardia dal punto di vista dello sviluppo sostenibile.
La Valposchiavo Smart Valley 100% BIO è una strategia complessa con risvolti a medio e lungo termine. L’importante è, ora, che quanto impostato non venga annullato in questo passaggio istituzionale che ci accingiamo a fare tra Regione Valposchiavo e Regione Bernina. Le basi sono state poste in modo solido e serio, ora è necessario continuare sulla via tracciata, altrimenti l’investimento fatto sarebbe stato vano.
Abbiamo ora la possibilità reale di rafforzare ulteriormente la nostra funzione di punto di riferimento nell’Arco Alpino, giocando un ruolo da leader anche nei prossimi anni, ad esempio nell’ambito del progetto di candidatura quale Patrimonio Mondiale UNESCO della “Dieta Alpina” che proprio la Regione Valposchiavo ha lanciato insieme alla Regione Lombardia settimana scorsa.
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