Gli ambasciatori della tavola rotonda: quella 100% Valposchiavo

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I vari spunti degli operatori
(di I. Falcinella)
Si è svolta oggi, presso il Vecchio Monastero, la Tavola rotonoda 100% Valposchiavo, che ha visto coinvolti in uno scambio d’opinioni ed esperienze, i diversi attori del progetto per una valle gourmet nel Grigioni italiano. 

Il meeting, moderato da Antonio Platz, caporedattore de Il Grigione Italiano, il quale è anche, per sua stessa ammissione, un fervente sostenitore di 100% Valposchiavo, ha visto subito chiamato in causa il Presidente della Regione Valposchiavo Cassiano Luminati che ha spiegato quello che significa il titolo dato al progetto.

“Questo è il frutto – ha detto – di un lavoro iniziato nel 2008, con l’entrata del Trenino Rosso del Bernina nel patrimonio mondiale UNESCO (il tragitto su rotaie tocca circa l’80% della Valposchiavo); questo ci ha fatto mirare alla conservazione e alla manutenzione del paesaggio della valle.
In aggiunta, il nostro potenziale agricolo, importante da sempre, ci ha dato l’idea che si potesse valorizzare ancora di più la nostra produzione mettendo il tutto sotto un titolo amibizioso, creando un marchio, per raccontarci e fare conoscere i nostri prodotti in maniera migliore verso l’esterno. Puntando i riflettori su agricoltori e produzione agricola abbiamo investito sui punti più deboli della filiera, mentre, per quel che riguarda il prodotto finito, stiamo investendo sulla distribuzione e su un nuovo punto vendita dedicato”.

Kaspar Howald, direttore dell’ Ente Turistico Valposchiavo ha spiegato quali vantaggi porterà al turismo la creazione di un marchio Valposchiavo 100%.

 

“Per il turismo avere un marchio e delle regole che consentono la vendita di un prodotto certificato – ha spiegato – è una grande fortuna, ci permette di far capire bene agli ospiti quello che offriamo e di poter fare promozione turistica anche all’esterno della nostra realtà, grazie ai loghi sui prodotti. La collaborazione tra noi operatori deve essere totale per creare queto tipo di marketing”.

Ornella Isepponi, ristoratrice e firmataria della “Carta 100% Valposchiavo” ha spiegato che l’offerta dei piatti nostrani è vincente. “Ho aderito con entusiasmo all’iniziativa – ha detto -; da anni nel mio ristorante propongo i prodotti stagionali, coltivati e maturati sul posto, con grande soddisfazione dei clienti, a cui spiego cosa mangiano; li faccio soffermare sui profumi e sui sapori in un ambiente tranquillo e rilassato. L’offerta è variegata e ci sono moltissime possibilità di pietanze; un esempio? Le “Manfrigole poschiavine” e la “Crema della nonna”, entrambe 100% Valposchiavo. Non per nulla siamo patrimonio mondiale UNESCO: credo che il rispetto per la natura sia un nostro dovere”.

Daniele Raselli, rappresentante del Gruppo Operativo Fondo Agricoltura, incaricato del progetto 100% BIO Valposchiavo e produttore ha detto: “L’obiettivo principale ora è avvicinare l’offerta alla richiesta, avvicinare il produttore all’acquirente; i prodotti ci sono, abbiamo il potenziale, ma è fondamentale avere i mezzi per creare questo avvicinamento”.

Marcandrea Paganini, rappresentante Regione Valposchiavo e produttore, ha parlato del progetto sotto il lato biologico. “Voglio fare un mea culpa per quanto riguarda il biologico; se non ci fosse la mia azienda, la Valposchiavo sarebbe già a buon punto per l’obiettivo 100% Bio. Purtroppo al momento è troppo oneroso risolvere il problema, ma confido che prima o poi riusciremo ad adeguarci”.
Parlando di filiera, Valposchiavo 100% è sicuramente un valore aggiunto; la nostra intenzione, per quanto riguarda la filiera frutta e verdura, non è solo quella della produzione 100%, ma anche quella di recuperare le vecchie coltivazioni (castagne e noci) e investire sui macchinari per lavorarle.
Il mio sogno nel cassetto è recuperare la “Selvetta” di Campocologno e sfruttare le noci, aprendole, vendendo il nocciolo per la preparazione della torta di noci, andando a creare così un altro prodotto 100% Valposchiavo”.

Daniele Raselli conclude simpaticamente la riunione con una battuta: “La Valposchiavo ha molte cose, ne mancano poche: non c’è il caffè, ma abbiamo l’orzo con cui farlo; non abbiamo lo zucchero, ma abbiamo le barbabietole con cui ottenerlo; non abbiamo il sale, ma abbiamo il sale in zucca”.

Ivan Falcinella
Membro della redazione