Piernando Binaghi risponde alle nostre domande
(di I. Falcinella)
Da anni si sente parlare di riscaldamento globale causato dall’effetto serra, il quale, influendo sui cambiamenti a livello climatico, è causa dello scioglimento dei ghiacciai. Qual è il parere dell’esperto meteorologo?
Prendendo in considerazione l’eccezionale ondata di caldo dell’estate appena trascorsa, ci siamo domandati quale sia il futuro dei ghiacciai che incorniciano la Valposchiavo: Bernina, Roseg, Palü, Morteratsch, Cambrena e Scalino, per citarne alcuni dei maggiori.
Di particolare rilievo ci è sembrata la regressione del ghiacciaio Palü testimoniata da due immagini a distanza di più di 80 anni: una scattata nel 1930 dalla stazione ferroviaria di Alp Grüm e una del 2011 sempre dalla stessa postazione.
Notevole anche l’arretramento del ghiacciaio del Morteratsh, che dalla sua formazione in era glaciale ha perso quasi 2 km di lingua valliva: per la maggior parte negli ultimi 100 anni. Nel 1910 la Ferrovia retica iniziò a fungere da punto di osservazione di questa riduzione della lingua del ghiacciaio, il quale, all’epoca, arrivava a lambire l’antica strada carrozzabile.
Questa regressione viene testimoniata tutt’oggi, durante il percorso fino alle pendici del Morteratsch, con delle segnaletiche riportanti l’anno in cui il ghiaccio arrivava in quel punto.


Per chiarirci meglio la situazione abbiamo chiamato a rispondere alle nostre domande l’esperto Ing. Piernando Binaghi, conduttore del servizio meteorologico della RSI e di vari programmi scientifici sulla stessa rete.
Ci può spiegare brevemente il riscaldamento globale e le sue conseguenze?
Il riscaldamento globale è un fenomeno che si riconduce all’aumento delle temperature su scala planetaria, che si è verificato anche nel passato ma che negli ultimi due secoli ha assunto una connotazione molto particolare, con una impennata dei valori delle temperature particolarmente significativa soprattutto negli ultimi decenni. Il mondo scientifico è ormai unanimemente concorde nel ritenere che le attività antropiche, con l’immissione nell’atmosfera di gas quali l’anidride carbonica, il metano e altri gas di origine industriale, rappresentino la causa piú importante di questo fenomeno. Le conseguenze, presentate ormai da anni dal mondo scientifico all’opinione pubblica, iniziano già ad incidere pesantemente sull’equilibrio globale del pianeta, e lo faranno probabilmente con sempre maggior forza nell’immediato futuro, con reazioni che da un punto di vista climatologico si ripercuoteranno inevitabilmente su tutte le attività umane, da quelle agricole a quelle della desertificazione, sino all’innalzamento del livello dei mari. Ne conseguono impatti davvero molto seri sulla società mondiale.
Il caldo eccezionale della passata estate può essere visto come un campanello d’allarme in quest’ottica?
Per certi versi si è trattato di un fenomeno che sarebbe potuto accadere, nella logica del mutevole andamento che le stagioni possono assumere di anno in anno. Ma è anche vero che il mese di Luglio di quest’anno è stato il piú caldo in assoluto da quando si conducono misurazioni strumentali, anche piú caldo rispetto ai 3 mesi piú torridi della rovente estate record del 2003. Se per molte persone è stata un’esperienza piacevole, da un punto di vista climatologico e statistico puó essere certamente visto come un ulteriore campanello d’allarme.
Quali sono i comportamenti che si potrebbero adottare per rallentare il processo di scioglimento?
La fusione dei ghiacciai non è direttamente correlata alle attività della vallata sulla quale si affacciano. La temperatura aumenta per effetto di componenti su scala planetaria e per questo motivo credo che non vedremo una regressione di questo fenomeno. Per essere molto franchi, non la vedranno nemmeno i nostri figli e i nostri nipoti. L’inversione di tendenza con la drastica riduzione delle immissioni, quando avverrà, potrà portare dei benefici solo su una lunghissima scala di tempo.