Che il lupo diventi cacciabile

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Usciamo dalla Convenzione di Berna
Secondo la pubblicazione dei servizi del Parlamento del 5 febbraio 2016 la maggioranza della Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati ha votato in favore della mozione del vallesano René Imoberdorf.

 

Quest’ultima chiede la modifica della legge sulla caccia affinché il lupo possa essere cacciato. Siccome questo non è affatto conciliabile con la permanenza nella Convenzione di Berna, che classifica il lupo quale specie faunistica «assolutamente protetta», la Svizzera dovrà uscire da questa Convenzione, con l’opzione di un rientro semmai con una riserva nei confronti del lupo.

La Commissione ritiene le misure adottate finora, come la protezione dei greggi e l’abbattimento di singoli lupi che provocano danni, siano insufficienti. L’incremento del numero di lupi deve essere frenato intervenendo in modo efficace sulla loro popolazione, come dimostrano le esperienze fatte in diversi paesi d’Europa. Nonostante la sua cacciabilità, il lupo troverebbe abbastanza protezione nei parchi naturali e nelle zone di bandita di caccia.

L’Associazione territorio senza grandi predatori grigionese, che si impegna per il mantenimento e la cura delle zone di montagna e per la protezione della popolazione dai grandi predatori, si rallegra della decisione della Commissione. Essa spera che nel corso della prossima sessione la mozione Imoberdorf sia sostenuta e che la situazione scandalosa della mancata realizzazione della mozione Fournier dell’anno 2010, che già allora chiedeva l’uscita dalla Convenzione di Berna, venga finalmente regolata.

Per gli abitanti della montagna una legislazione fondamentale che permetta di regolare non solo le popolazioni di lupi, ma di tutti i grandi predatori, sono di capitale importanza, prima che sia troppo tardi. Già oggi diversi alpeggi non sono più caricati a causa dei danni provocati dai lupi. In mancanza di misure più efficaci risulterà sempre più difficile contenere l’inselvatichimento delle regioni colpite e frenare lo spopolamento delle vallate di montagna.

Rico Calcagnini, portavoce dell’Associazione Territorio senza grandi predatori