Le indagini di polizia sono tuttora in corso
(di P. Pola)
Ha suscitato curiosità e perplessità la secca del fiume Poschiavino, verificatasi lungo tratta compresa fra Folon e Cimavilla, la notte del 15 febbraio scorso. Il fatto era stato scoperto da un pescatore.
Come già riportato dal nostro giornale, la secca del Poschiavino in zona Cimavilla ha provocato un’ingente moria di pesci, oltre ai gravi danni subiti dalla microfauna e tutti i letti di frega deposti dalle trote a novembre.
Al momento sono in corso le indagini per stabilire eventuali responsabili dell’accaduto. Secondo quanto confermato alla nostra redazione dal portavoce della polizia cantonale, Daniel Zinsli, allo stato attuale dell’inchiesta non è ancora possibile formulare ipotesi o indicare eventuali colpevoli dell’accaduto, in quanto mancano ancora precise indicazioni al riguardo e gli indizi raccolti sono tuttora al vaglio degli inquirenti.
La polizia cantonale sta comunque facendo tutto il possibile al fine di poter ottenere utili risultati in tempi brevi, lavorando in stretta collaborazione anche con l’ufficio cantonale dell’ambiente. Secondo una nota della Procura pubblica, la stessa non ha al momento ancora aperto nessun fascicolo al riguardo, attendendo gli sviluppi dell’indagine di polizia.
Per quanto riguarda la garanzia del rilascio dei deflussi minimi da parte di Repower, la stessa è stata osservata nel pieno rispetto degli accordi presi, afferma il portavoce Werner Steinmann, da noi interpellato in merito all’accaduto.
Ricordiamo che, come deflusso minimo, è inteso il quantitativo d’acqua che un’entità concessionaria della captazione di un lago, fiume o torrente deve rilasciare affinché sia in grado di assicurare al corso d’acqua la naturale integrità ecologica, con particolare riferimento alla tutela della vita acquatica. Il vincolo dei deflussi minimi è parte integrante delle concessioni per lo sfruttamento delle acque.
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