CTL: buon avvio, non senza qualche difficoltà

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Leggi l’intervista al direttore Remi Crameri
(di P. Pola)
L’inaugurazione del CTL, avvenuta lo scorso 2 ottobre 2015, ha segnato il punto di svolta di un progetto molto controverso e discusso che, come pochi altri, ha saputo polarizzare per anni l’opinione pubblica in valle. Ma come stanno andando le cose dopo il taglio del nastro?

 

Sono passati quasi 5 mesi dall’inaugurazione del CTL. Dopo anni di accese discussioni e scontri politici d’inusuale intensità, che hanno indiscutibilmente contribuito a rafforzare o indebolire le opinioni di favorevoli e contrari all’istituzione della prima scuola di livello superiore nella nostra valle, pare sia ora tornata un po’ di calma intorno al CTL, che si è insediato nell’area della ex Marmi e Serpentini SA a Poschiavo. Tempo quindi di tornare sul posto e sentire direttamente dal direttore come sono andati i primi mesi d’attività e se le prospettive coincidono ancora con gli obiettivi proclamati alla vigilia.

Remi Crameri, che preferisce farsi chiamare “responsabile del progetto”, piuttosto che direttore, mi accoglie nello stabile interamente rimesso a nuovo e, dopo una discussione generale accompagnata da una visita degli spazi formativi, si mette gentilmente a disposizione per rispondere alle domande de IL BERNINA.

Sono ormai trascorsi alcuni mesi dall’inaugurazione del CTL, un lasso di tempo non certo lunghissimo, ma che ritengo vi abbia permesso di uscire dalla fase di rodaggio, fornendovi le prime importanti indicazioni. Soddisfatto di come stanno andando le cose?
Premetto che non ritengo la fase di rodaggio ancora conclusa, in quanto, un progetto del genere, abbisogna naturalmente di più tempo affinché tutto possa funzionare senza particolari intoppi. Detto questo posso affermare con soddisfazione che nel frattempo abbiamo potuto terminare la fase di programmazione e di collaudo di tutte le macchine, che ora sono pienamente operative nella totalità delle loro funzioni. Abbiamo già dato il via anche ai primi corsi avanzati per progettisti, più che altro a livello teorico, nel campo delle costruzioni in legno e, proprio oggi, è iniziato il primo corso pratico per apprendisti sulle macchine nel reparto falegnameria. Nei mesi di marzo e aprile inizierà pure la prima serie di lezioni concernenti il reparto boschi, che rientrano anche nella gamma della nostra offerta formativa. Parallelamente a queste prime attività ci siamo attivati sul mercato italiano, dove abbiamo potuto stabilire dei contatti strategici allo scopo di consolidare la nostra presenza all’interno di un bacino d’utenza più vasto. Al riguardo abbiamo definito quattro comitati di settore, nei campi della falegnameria, delle costruzioni in legno e carpenteria, del reparto bosco e del design. Detti comitati sono composti da esperti nelle varie competenze, provenienti da ambedue le parti del confine. Il compito di questi specialisti è quello di percepire le esigenze delle aziende, fornendoci poi i relativi contatti con gli addetti ai lavori, fatto questo che dovrebbe permetterci di entrare più facilmente nei mercati degli artigiani, ingegneri, architetti, geometri, ecc.

Apprendisti in formazione

 

Quante persone hanno frequentato i corsi da lei poc’anzi citati?
Nel reparto costruzioni in legno abbiamo potuto avvalerci della partecipazione di circa 100 persone. Come detto, trattasi nel contesto di corsi teorici, non di elevata difficoltà e di corta durata, vale a dire tra i due e cinque giorni al massimo. Naturalmente non sono ancora i numeri attesi, ma, per la fase d’avvio, non era neppure prevista una presenza numericamente più importante.

Si può già valutare come vengono percepite in Italia le offerte formative del CTL? Si può veramente parlare di un’offerta esclusiva, non ancora presente al di là del confine?
La crisi che in questi ultimi anni ha interessato il nostro continente e in modo particolare la vicina Italia ha fatto sì che molti professionisti e aziende di settore si siano messi alla ricerca di nuovi modelli e nuove opportunità, di modo che, ciò che noi offriamo risulta essere estremamente interessante per loro. La nostra competenza e il nostro know-how, riguardo le costruzioni in legno, è molto avanzato e quindi di sicuro interesse anche per le maestranze delle zone limitrofe di tutto il nord Italia. Posso quindi confermare che la richiesta in questo campo è tanta. Tocca ora solo a noi saper cogliere queste opportunità e rendere attraenti le nostre offerte anche al di là del confine.

Quale invece il riscontro in valle?
Premetto che in valle non abbiamo ancora fatto una gran pubblicità. Anche se da noi il bacino d’utenza non è così grande, è comunque nostra intenzione coinvolgere sempre più anche gente locale nei nostri corsi, anche per permettere e facilitare lo scambio d’esperienze fra artigiani che operano al di qua e al di là del confine. Ciò che noi vorremmo anche diventare sarebbe un centro d’innovazione e di tecnologia al servizio delle aziende della valle. Mi spiego: se un’azienda del settore del legno dovesse avere un problema, noi saremmo disposti a discutere soluzioni con loro, mettendo a disposizione le nostre vaste competenze. Non dimentichiamo che disponiamo della conoscenza nella tecnologia più avanzata e disponiamo del relativo parco macchinari per poter anche applicare questa tecnologia.

Quando prevedete quindi d’iniziare l’attività a pieno regime?
In collaborazione con Sepp Tönz, che rappresenta il nostro vero e proprio riferimento a livello operativo, stiamo ora sviluppando tutti i programmi per poi approdare sul mercato ben preparati. L’obiettivo è di poter partire già da quest’anno con lezioni in tutti i reparti e in tutte le nostre competenze. Realisticamente, per poter girare a pieno regime un simile progetto abbisogna di almeno due anni di gestazione. Questa esperienza è già stata fatta all’IBW e sappiamo quindi che il lancio di un nuovo progetto è sottoposto a fattori e variabilità che possono condizionare il loro funzionamento. I due anni che ci siamo posti per il CTL non derivano quindi dal caso, ma dall’esperienza.

Il direttore Remi Crameri e a destra il docente Sepp Tönz

 

Si sta quindi svolgendo tutto secondo programma?
Ammetto che un anno fa abbiamo forse un po’ sottovalutato la complessità dell’accesso al mercato italiano. Formando i comitati di settore di cui vi ho parlato prima, ritengo che ci siamo mossi nella giusta direzione, essendoci dotati di un efficace strumento di penetrazione in questo mercato. Grazie al loro coinvolgimento diretto all’interno della struttura del CTL, è anche loro interesse che tutto proceda nel migliore dei modi.

Remi Crameri, cosa vorrebbe infine rispondere alle voci critiche che, nonostante la calma apparente, non saranno ancora del tutto sopite?
In un certo senso posso capire le critiche, legate più che altro al fatto che il CTL è stato finanziato anche con soldi pubblici, senza i quali il progetto non avrebbe mai potuto partire. In questo contesto è comprensibile che la gente si senta direttamente coinvolta, in quanto, parlando di denaro pubblico, ognuno sente d’averci messo qualcosa di suo. Un’altra paura che ritengo non si sia ancora del tutto attenuata, è quella che, nel nostro istituto, vengono formati professionisti di fuori valle, che un giorno potrebbero rappresentare una potenziale concorrenza per le aziende locali. Invece, proprio su quest’ultimo punto, occorre vedere la nostra scuola quale opportunità. Se guardiamo l’evoluzione demografica a livello locale, ma non solo, risulta essere evidente che, in futuro, dipenderemo sempre di più da manodopera proveniente da fuori valle. Il fatto che noi possiamo formare delle persone con i nostri metodi d’apprendimento, sarà sicuramente un vantaggio per le aziende locali, che potranno avvalersi di maestranze che conoscono la nostra realtà, la nostra filosofia di lavoro e le nostre esigenze. Già ora, senza lavoratori provenienti dal di fuori, l’economia di valle rischierebbe d’arrestarsi bruscamente. Ciò detto tengo comunque a ribadire che ci stiamo adoperando con tutte le nostre forze affinché il progetto possa giungere al successo nel rispetto dei termini prefissati. Dal giorno dell’inaugurazione non è cambiato nulla: qui c’è tutto un team che ci crede e che lavora giorno e notte ad un progetto di sicuro valore per il futuro della Valpschiavo.