Quali considerazioni al voto di domenica?
(di P. Pola)
Il voto di domenica 28 febbraio 2016 si presta ad alcune interessanti considerazioni, soprattutto per quanto riguarda i risultati scaturiti nei comuni di Brusio e Poschiavo.
Risalta anzitutto la partecipazione al voto: cospicua a Poschiavo che, con il 60%, è nella media nazionale e un po’ inferiore a Brusio, dove, con il 50% di votanti, si è comunque raggiunto un risultato ben al di sopra della media, considerato che normalmente, nel Comune di frontiera, si arriva a quote che oscillano tra il 30 e 40%.
I due temi cardine di questo appuntamento alle urne, vale a dire l’iniziativa popolare per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati e la modifica della legge federale concernente il transito stradale nella regione alpina (risanamento della galleria autostradale del San Gottardo), hanno contribuito a mobilitare l’elettorato con percentuali superiori alla media, grazie anche ad una campagna d’avvicinamento al voto che ha creato molta discussione ed emozionalità, coinvolgendo anche parte di quella popolazione che normalmente sceglie di non recarsi alle urne.
Rimanendo in tema iniziativa UDC, risalta subito il risultato in controtendenza nei due Comuni di valle, rispetto all’esito cantonale e federale. Pur tenendo in debita considerazione la forte crescita democentrista avvenuta in questi ultimi anni nella nostra regione, in special modo dopo l’avvento di una sezione sul territorio, l’accettazione dell’iniziativa per l’espulsione degli stranieri vuole anche trasmettere una forma di crescente disagio che va oltre la semplice attestazione d’appartenenza al partito. E qui si incrociano le analogie con il Ticino, Cantone che ha approvato l’iniziativa con una buona maggioranza, sintesi di un disagio collettivo che affonda le radici proprio in coincidenza con la vicinanza alla frontiera.
Crisi economica, flussi migratori, criminalità sono problematiche ampiamente percettibili in zone adiacenti i nostri confini meridionali e la Valposchiavo non fa certo eccezione. Il voto, quindi, anche quale espressione di un allarme che non va ignorato, per dire che le problematiche poc’anzi citate, pur declinate nelle giuste proporzioni, esistono anche qui e non sarebbe male se anche i piani alti della politica nazionale iniziassero ad accorgersene. Questo il messaggio.
Si potrebbe allora dire che lo stesso disagio era percepito da noi già nel novembre del 2010, quando popolo e cantoni avevano approvato l’iniziativa popolare dell’UDC per l’espulsione degli stranieri che commettono reati? Anche allora, come domenica scorsa, il tema in votazione era stato approvato da ambedue i Comuni di valle, con una maggioranza ancor più ampia. C’era già allora la percezione dello stesso malessere nelle nostre zone periferiche verso la frontiera sud? Non certo nelle attuali dimensioni. La crisi economica non era ancora percettibile e il pericolo immigrazione non destava ancora la preoccupazione di adesso.
L’accettazione dell’iniziativa nel 2010 si basava su una proposta dell’UDC che postulava l’espulsione di persone straniere solo in presenza di reati di una certa gravità, fattore questo che aveva probabilmente lasciato meno dubbi al cittadino votante, sancendo così un’ampia approvazione all’iniziativa sia a livello nazionale che cantonale, così come nei nostri Comuni. Questa volta si è tentato di fare un ulteriore salto di “qualità”, includendo anche le bagatelle nei reati gravati da espulsione. L’asticella è stata posta troppo in alto e così popolo e cantoni non hanno approvato. Questa in sintesi la chiave di lettura, anche se, come già riferito, dalle nostre parti, altri fattori hanno determinato un risultato differente.