I ricordi della prima libreria della Valposchiavo
(di I. Falcinella)
Sabato 2 aprile ha chiuso i battenti la libreria L’Idea, lasciando così la Valposchiavo orfana di negozi di libri. IL BERNINA ha intervistato in merito Franco Crameri-Droux, colui che per primo ha portato in valle un’attività di questo genere.
Negli anni ’80 a Poschiavo, grazie al Gruppo Giovani, seguito dal catechista Franco Crameri-Droux, nacquero molte attività che coinvolgevano i giovani e davano un servizio alla popolazione. Tra le innumerevoli iniziative intraprese spiccano tre nuove attività commerciali senza scopo di lucro gestite completamente da volontari:
- La Bottega del Mondo: prodotti provenienti da Paesi economicamente svantaggiati (commercio equo); impegno per un mondo più giusto.
- La Bottega dell’Usato: oggetti antichi e oggetti ancora riutilizzabili a basso prezzo; impegno concreto contro lo spreco, rispetto dell’ambiente (ecologia).
- La Libreria Poschiavo.
Quest’ultima era situata in via dalla Pesa (dove oggi si trova la lavanderia), in un locale offerto gratuitamente ai giovani dalla famiglia Bordoni. L’idea di un negozio di libri fu inizialmente lanciata da Fiorenzo Menghini, le cui sorelle effettuavano già la consegna porta a porta di giornali e del periodico Famiglia Cristiana, a Poschiavo e in tutta la valle. Fiorenzo disse alle sorelle e a Franco Crameri-Droux: “Perchè non aprite una bella libreria?”.
Registrato il rifiuto delle sorelle Menghini, Franco, nel 1985, insieme ad alcuni giovani volontari, alla moglie Marie-Claire, all’amica Monica Dasoli e a Franz e Teresa Bordoni, proprietari dei locali messi a disposizione gratuitamente, inaugurò la Libreria Poschiavo. Tutta l’attività era basata sul volontariato. Non si calcolavano mai né tempo, né spese. C’era molto entusiasmo intorno all’iniziativa, che era apprezzata da molti.
Sfortunatamente, l’alluvione del 1987 devastò la piccola sede di recente apertura: l’unico libro sopravvissuto, per ironia della sorte fu “Seppellitemi con i miei stivali“, di Sally Trench.
Il rammarico per l’accaduto fu grande, ma ancora maggiore fu la voglia di ricominciare. Pochi mesi dopo l’alluvione, la libreria fu riaperta e tornò in piena attività tutti i mercoledì e sabato, fino al 1992, anno in cui chiuse definitivamente i battenti. La chiusura della “Libreria Poschiavo” non fu motivo di tristezza perché un dinamico gruppo (di cui lo stesso gruppo “Libreria Poschiavo” faceva parte) aveva deciso di continuare tale operato con entusiasmo e competenza, dando vita alla “Libreria l’Idea“.
Signor Franco, che effetto fa vedere chiudere l’unica libreria rimasta in Valposchiavo? Quali sono secondo Lei i motivi che hanno portato a questa scelta?
Spiace, ma bisogna saper guardare avanti. Mi rendo certamente conto che, al giorno d’oggi, tenere in piedi un’attività del genere è molto difficile. I motivi della chiusura possono essere molteplici, ma i più determinanti, a mio modo di vedere, sono la riduzione concreta di vendite e la mancanza delle opportunità che c’erano in passato.
Ci parli della “Libreria Poschiavo”: come funzionava? Crede che al giorno d’oggi abbia senso aprire una nuova libreria in valle?
Innanzitutto bisogna ricordare che era un periodo diverso: gli anni ’80 erano ferventi, attivi, frenetici. Non c’era tutta la tecnologia che abbiamo ora, i giovani erano molto più impegnati nel sociale e nella sua messa in pratica; il mio compito di catechista era quello di seguirli e di stare con loro.
Per quanto riguarda la libreria, ricordo ancora l’arrivo dei primi fax, un evento che sconvolse il nostro modo di reperire i libri e ci permise di ordinarli direttamente a Milano al 20-25%, con le rese. Prima del fax si andava in macchina (almeno due volte in settimana) a Tirano e a Sondrio a prenderli, ci si faceva consigliare, dall’esperto Mario Cometti della “Libreria il 95”, sulle novità librarie e dalla San Paolo di Sondrio per i testi religiosi. Il nostro fatturato annuo si aggirava intorno ai 30/40’000 CHF; i libri per bambini e quelli scolastici erano la nostra fetta di mercato di maggior successo, ma largo spazio trovavano anche i testi religiosi. Ricordo ancora le tantissime letture consigliate persino durante le prediche, che riempivano la libreria di richieste. Sono queste le opportunità di cui parlavo prima: un tempo non era così facile conoscere e reperire tutte le novità librarie; spesso i libri venivano pubblicizzati da oratori di passaggio o da autori che chiamavamo a presentare i loro scritti. Non credo abbia molto senso, ora, aprire una nuova libreria.
Ritornando al discorso della tecnologia: oggi, utilizzando internet, non solo è possibile trovare ogni sorta di pubblicazione, ma anche ordinarla e riceverla direttamente a casa. In più si possono leggere i libri stando seduti comodamente davanti allo schermo. L’importante è non perdere la voglia di leggere!
Ricordo sempre le parole di Jules Renard: “Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice!“.