Tensioni politiche a Poschiavo: parla il Podestà

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Stimate concittadine e stimati concittadini,
le tensioni che a Poschiavo contraddistinguono i rapporti tra Consiglio comunale e Amministrazione, nonché tra Consiglio comunale e Giunta, sono sotto gli occhi di tutti…

 

 

Tanto che in occasione dell’ultima sconfessione in Giunta dell’Esecutivo in materia di teleriscaldamento a Viale ho promesso che ne avrei presto parlato con voi. Con la popolazione tutta che, avendomi eletto separatamente dai membri della Giunta e, come vuole la nostra Costituzione, persino dagli altri membri del Consiglio, costituisce il mio principale interlocutore politico.

Oggi infatti, come tra poco più di due anni, sono e sarò un’altra volta solo davanti al vostro giudizio. Un esame che devo e dovrò temere soltanto se, avendo rinnegato i principi e le indicazioni programmatiche per le quali mi avete concesso la vostra fiducia, dovessi ammettere di essermi piegato al volere di altri. Non che l’incarico di podestà faccia a pugni col principio di un buon compromesso, anzi. Ma tra un accordo ragionevole e una resa incondizionata agli umori di un Parlamento comunale sempre più spesso contraddittori, la mia scelta non può che cadere sul primo e, in sua assenza, sugli accordi presi con voi. Ecco perché le sempre più frequenti sconfessioni da parte della Giunta, che indubbiamente rispetto, non mi preoccupano più di quel tanto.

A Poschiavo la legislatura in corso è figlia di un importante rimescolamento delle carte sul piano politico e partitico. Questo fatto, di per sé, non va giudicato negativamente. Si può viverlo anche come una sfida che, togliendo al Consiglio una maggioranza solida e soprattutto affidabile in Giunta (precisazione tutt’altro che casuale) spinge, o dovrebbe spingere tutti a dare il meglio di se. Nella piena responsabilità dei singoli. Senza più responsabilità collettive. Il podestà e diversi membri del Consiglio da una parte, la Giunta con i suoi gruppi partitici dall’altra. Secondo le regole più trasparenti della nostra democrazia e con maggioranze variabili contro o a favore del Consiglio, ma in una casa di vetro, come è giusto che sia nella Ca’ da Cumün.

Perché dico questo? Perché a Poschiavo, attualmente, la situazione è complicata da diversi fattori. Dal punto di vista politico a cominciare dal fatto che UDC e PLD, che in Giunta occupano la metà dei seggi disponibili, sono assenti dal Consiglio comunale. Per continuare con PoschiavoViva, maggioranza relativa in Consiglio e minoranza in Giunta. Senza dimenticare il PDC, storicamente maggioritario nel Consiglio, ma che oggi si trova in minoranza e, per finire, con due quinti dell’Esecutivo che non si rifanno ufficialmente ad alcuna corrente partitica. Il risultato di tutto ciò è evidente: la responsabilità politica delle singole forze in campo si riduce e, come se non bastasse, riemergono anche alcune ruggini del passato.


In questa situazione non manca chi invoca un ruolo guida forte e persino autoritario, in grado di farsi carico della difficile situazione. Per quanto mi riguarda non intendo sottrarmi agli imperativi del nostro tempo, ma visto che le derive autoritarie non mi appartengono, posso solo promettervi che manterrò la rotta impostata dal giorno della mia elezione alla carica di capo dell’Esecutivo. Dopo di che, ognuno si assumerà le sue responsabilità davanti al popolo. Io, quella di un podestà di milizia che, senza più poter trascurare la propria vita professionale, è costretto a conciliare un impegno politico che va ben oltre il 50 per cento riconosciutogli dai regolamenti. Gli altri membri del Consiglio, che dovranno riuscire a conciliare come meglio potranno la preparazione accurata dei loro dossier con il 20 per cento riconosciuto alla loro carica e la Giunta che, nel pieno rispetto della separazione dei poteri, dovrà a sua volta assumersi la responsabilità delle sue scelte. Il tutto in presenza di un podestà il quale, se necessario, praticherà sistematicamente il concetto già esposto della “casa di vetro” rivolgendosi direttamente alla cittadinanza.

In conclusione, ricordo quelli che erano e rimangono le priorità della mia azione politica:

1. Rispetto delle Istituzioni che ho giurato di servire, con la costante anteposizione dell’interesse pubblico a quello privato. In questo contesto non nascondo una forte insofferenza verso l’insorgere di situazioni ambigue nell’ambito dei rapporti fra membri dell’Esecutivo nei confronti delle attività quotidiane dell’amministrazione ordinaria.
2. Nella difesa del territorio ribadisco il mio sostegno a chi vuole fare impresa, ma proseguirò nel gravoso ricupero di quelle situazioni che stridono palesemente con la sbandierata visione turistica del paesaggio e della natura incontaminata.
3. Agevolazione, nel limite dei vincoli di Legge, di tutti coloro che intendono investire e creare posti di lavoro sul nostro territorio. Questo vale tanto per i soggetti pubblici quanto per quelli privati.
4. Denuncia senza timori reverenziali di tutte quelle tendenze, pubbliche o private, che tendono a penalizzare i servizi e i posti di lavoro nella nostra regione. Ma Poschiavo, rinunciando alle rivendicazioni pure e semplici, deve a sua volta sostenere quei progetti in grado di renderlo attrattivo anche agli occhi di chi ancora non ha un’attinenza diretta con la regione. Ciò anche a costo di rinunciare ad un tornaconto economico immediato.
5. Mantenimento dei buoni rapporti con Brusio. In questo senso non vi nascondo di essere un sostenitore del Comune unico di Valle. Realtà che, in questo momento, considero il solo modo  efficace per affrontare le sfide all’orizzonte.
6. Intensificazione delle collaborazioni con i Comuni limitrofi, Pontresina in particolare, ma anche oltre frontiera.

Alessandro Della Vedova