L’intervista
(di M. Travaglia)
Dopo circa tre anni dalla sua investitura, il presidente dell”Associazione Territorio senza Grandi Predatori”, Otmaro Beti, lascia l’incarico per motivi personali, ma non solo.
Sabato 23 aprile, in occasione dell’Assemblea generale dell’ATsenzaGP, Otmaro Beti ha lasciato la presidenza del gruppo nato, nel marzo del 2013, con l’obiettivo dichiarato di “tutelare gli interessi degli abitanti della Valposchiavo in primo luogo, ma anche di abitanti di altri territori, che si sentono minacciati dall’introduzione dei grandi predatori nelle Alpi”.
Le dimissioni erano nell’aria già da un po’. Per quale motivo hai aspettato così tanto tempo per ufficializzarle?
Trovo scorretto lasciare un sodalizio in modo repentino. La decisione di lasciare la presidenza dell’ATsenzaGP l’ho presa serenamente quest’autunno. In questo lasso di tempo ho contribuito a rafforzare e consolidare l’associazione cantonale. Allo stesso tempo, a Berna, si è costituita l’associazione mantello, l’associazione Territorio svizzero senza grandi predatori (www.lr-grt.ch).
Quali sono i motivi che ti hanno portato a questa scelta?
La mia attività agricola assorbe la maggior parte del mio tempo e quindi non mi permetteva più di gestire in modo ottimale la mole di lavoro dell’associazione. A volte, poi, non ho condiviso il modo di comunicazione verso l’esterno: non nei contenuti ma nei toni, che potevano essere più moderati.
Rimarrai comunque nell’associazione? Con quale ruolo?
Non lascio l’associazione: come agricoltore continuerò ad impegnarmi a livello locale per gli obiettivi che ho perseguito finora. Infatti, non credo in una convivenza pacifica tra grandi predatori ed esseri umani nella Svizzera odierna; e ritengo inopportuno rinunciare ad un’agricoltura così vicina alla natura come quella che abbiamo oggi a causa dei grandi predatori.
Secondo te, ora che l’associazione ha assunto un respiro nazionale, quali sono le prossime sfide che dovrà affrontare?
Informare e allo stesso tempo sensibilizzare l’opinione pubblica dei centri urbani sui disagi e pericoli che causa questa reintroduzione forzata. Inoltre, dovrà continuare e intensificare il proprio lavoro di lobby.
Come sai, nelle prossime settimane aprirà a Poschiavo una mostra con l’orso M13 impagliato. Qual è la tua opinione a riguardo?
Può essere un’ottima piattaforma per mostrare alla nostra gente e ai nostri turisti quanto sia scellerato introdurre dei bellissimi animali in un territorio antropizzato.
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