L’insegnamento musicale funge da mezzo pedagogico di primissimo rango
(di A. Pola)
Ciò che può accadere durante un’esibizione musicale offerta al pubblico – come quella tenutasi venerdì scorso grazie alla verve della Scuola di Musica di Brusio – è tutt’altro che un fenomeno scontato. Guarda le foto
Se a recare allegria ed intense emozioni sono poi dei giovani alunni, il pubblico si accalora ulteriormente e il senso d’appagamento interiore, sia da parte di chi suona che di chi ascolta, appare pressoché totale. L’arcano che si cela dietro il fascino, in questo caso, evocato dalla musica, sembra dipendere anche da quest’intima armonia, dal punto di convergenza tra chi si presta attivamente alla magia dei suoni e chi ne fruisce passivamente.
E d’altronde melodie, ritmo, strumenti, spartiti e note non suggeriscono forse una stupefacente metafora di ciò che sarà la vita di questi ragazzi? Mascherati di sana ingenuità e con gioiosa spensieratezza, essi riescono a mettere in scena uno spettacolo che in età più avanzata richiederebbe perlomeno sforzi enormi, e di fronte a cui molti di noi abdicherebbero per timidezza o insicurezza nei propri mezzi. La lezione deducibile da questa scoppiettante serata musicale è perciò duplice. Da un lato dei giovani che si stanno preparando a ciò che il futuro vorrà e potrà loro riservare, dall’altro gli stessi che danno prova di come potrebbe serenamente funzionare una società adulta capace di emozionarsi e priva di quella combattività a volte nefasta.
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Per l’esemplare rappresentazione di armoniosa civiltà giunga il doveroso plauso a tutti gli allievi, agli insegnanti di musica, all’attuale direzione, ma anche a chi ha creduto (e sostenuto), nel corso degli anni, in una scuola di musica nel comune di Brusio. A chi ha creduto e investito nell’insegnamento degli strumenti musicali che, pur non essendo materia d’obbligo nel programma scolastico, dimostra – semmai ve ne sia il bisogno – di fungere da mezzo pedagogico di primissimo rango.
Achille Pola