Verrebbe tutelato anche il cittadino di lingua madre italiana
In veste di rappresentante riconosciuta della minoranza grigionitaliana a tutti i livelli istituzionali, la scorsa settimana la Pro Grigioni Italiano ha esortato la Commissione di giustizia e sicurezza del Gran Consiglio retico a tenere debitamente conto dell’aspetto linguistico nella valutazione delle candidature per il nuovo posto di giudice presso il Tribunale cantonale (con un ampliamento del collegio da cinque a sei membri) in vista della decisione di nomina che dovrà essere prossimamente adottata dal Parlamento.
Si ricorderà che la questione della rappresentanza di lingua italiana presso il Tribunale cantonale era già stata sollevata la scorsa estate in Gran Consiglio e poi con una lettera aperta pubblicata sul settimanale «Schweiz am Sonntag» dalla deputata Nicoletta Noi-Togni, portando anche l’esempio concreto di un’udienza che aveva dovuto quasi subito essere interrotta per l’evidente incapacità del collegio giudicante di condurre il procedimento in italiano, lingua madre del convenuto e del suo difensore.
La nomina del nuovo giudice del Tribunale cantonale ha per la Pgi una duplice valenza. La complessità delle questioni giuridiche sulle quali il Tribunale cantonale si deve chinare impone la presenza nel collegio giudicante di un giudice di lingua madre italiana in tutti i casi in cui gli atti siano redatti in italiano. Inoltre, anche il cittadino di lingua madre italiana deve poter direttamente e senza ostacoli comunicare con il Tribunale cantonale e poter esporre gli argomenti a propria difesa alla stregua degli altri cittadini, senza obbligata necessità di rivolgersi a una terza persona che padroneggi il tedesco.
La Pgi ha inoltre voluto informare la Commissione a riguardo dell’incontro avuto il 9 maggio con il Comitato di esperti del Consiglio d’Europa per discutere il sesto rapporto della Svizzera sull’applicazione della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie. Il Comitato incaricato di vigilare sull’applicazione di questa importante convenzione a protezione delle minoranze linguistiche ha chiesto al Sodalizio conferma dell’attuale assenza di un giudice italofono presso il Tribunale cantonale. Le loro eventuali osservazioni a questo proposito saranno inserite nel rapporto che sarà redatto all’indirizzo del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, tenuto conto che già nel 2001 lo stesso organismo internazionale aveva emanato solo tre raccomandazioni nei confronti della Svizzera: tra queste, una invitava a «fare ogni sforzo possibile per rimuovere gli ostacoli pratici e legali per l’uso del romancio e dell’italiano nei procedimenti giudiziari nel Cantone dei Grigioni».
Per questi motivi il Sodalizio confida nella Commissione di giustizia e sicurezza affinché valuti le candidature pervenute per il Tribunale cantonale anche sotto l’aspetto di un’equa rappresentanza linguistica.
Giuseppe Falbo, segretario generale Pgi