L’arrivo di M13 al Museo poschiavino

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Tutte le foto (di I. Falcinella)
Oggi si apre, con la presentazione ufficiale a Casa Torre, la mostra “L’orso in Valposchiavo – Dal Seicento a M13”, la pelle del plantigrado, donata dal Dipartimento costruzioni, trasporti e foreste dei Grigioni, già da qualche mese è a disposizione del Museo poschiavino per l’allestimento. IL BERNINA in anteprima mostra ai suoi abbonati le foto scattate dagli addetti ai lavori

 Foto di Alessandra Jochum-Siccardi e Pierluigi Crameri

L’orso M13 arriva a Poschiavo il 12 aprile 2016, accompagnato dal suo imbalsamatore, l’austriaco Stefan Gratzer.

Rivede la luce della Valposchiavo dopo tre anni dal suo abbattimento.

Probabilmente a causa di uno scontro con il treno in Engadina nel maggio del 2012, M13 perde la vista da un occhio.

M13 fa la sua entrata ufficiale al Museo poschiavino.

Gira le spalle a tutto ciò che è stato e apre un nuovo capitolo della sua vita.

Destinazione: la sua tana, appositamente allestita al secondo piano del Museo poschiavino.

Prima di entrare, scruta i dintorni.

Tasta il terreno.

Fiuta l’aria.

Ancora qualche ritocco.

Ed ecco M13 nella sua nuova tana.

Sullo sfondo una panoramica delle montagne della Valposchiavo, da lui battute dal luglio 2012 al 19 febbraio 2013, giorno in cui è stato soppresso per essersi reso pericoloso ripetutamente.

La presenza di M13 al Museo poschiavino intende offrire uno spunto di riflessione su un capitolo fondamentale della storia della Valposchiavo: la ricomparsa dei grandi predatori nei nostri territori.

Ivan Falcinella
Membro della redazione