Non “lamento” ma apprezzamento di valore e conoscenza per l’anziano

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La deputata Togni informa
Il Gran Consiglio si è occupato, nella sessione di giugno, anche del finanziamento delle Case di cura e per anziani nel cantone, emanando a questo proposito un rapporto. Rapporto che conseguiva ad atti parlamentari precedenti che chiedevano di rivedere la ripartizione del finanziamento tra Cantone e Comuni.

 

Il Gran Consiglio decideva però – su proposta del Governo – di lasciare invariata questa ripartizione. Il Cantone continuerà quindi ad assumersi il 90 % dei costi non coperti dall’assicurazione malattia e dai degenti, per la cura ospedaliera mentre il Comune se ne assumerà il 10%. La degenza nelle Case anziani al contrario sarà assunta per ciò che riguarda i costi residui in ragione del 25% dal Cantone e del 75% dal Comune. Valori, come si diceva, che restano nel Canton Grigioni così ripartiti anche se – è stato fatto notare in GC – negli altri cantoni la separazione di questo onere è netta: il Cantone partecipa alla spesa ospedaliera, il Comune a quella della degenza nelle Case di cura e dello Spitex (anche i costi di quest’ultimo nei Grigioni suddivisi tra Cantone e Comune).

Nell’ambito di questa procedura – supportata anche da una perizia – il Governo ha colto l’occasione per proporre delle misure correttive da introdurre in un secondo tempo nella legge; questo dopo aver rilevato determinate carenze. Caldeggiata dal Governo e da una minoranza della Commissione del GC l’introduzione di un’offerta flessibile di prestazioni a seconda se l’ospite è al beneficio delle prestazioni complementari o meno (cosa che richiederebbe l’introduzione di nuovi strumenti di valutazione e destinata ad appesantire ancora di più un sistema già “carico” e la burocrazia), questa proposta veniva dal GC rigettata, in ragione di 79 su 36 voti. Fortunatamente dato che così facendo si sarebbe, oltre che appesantito il sistema, creato una – tutt’altro che dignitosa – differenza tra persone abbienti e meno. Anche seccamente rifiutata, con 91 voti contro 22, la proposta di ancorare nella legge un eventuale deficit delle Case per anziani a carico dei Comuni.

La legge regolerà in futuro, via Convenzione, anche i rapporti tra Comuni e Case di cura, analogamente a quanto avviene già oggi per lo Spitex, mentre le spese, così dette di riparazione e di rinnovo a carico dell’utente verranno, nella forma attuale, soppresse. Una buona discussione in definitiva quella sviluppatasi in GC sulla cura dell’anziano, che ha visto la maggioranza dei deputati schierati in favore di una cura di qualità. Che si è detto, giustifica la presenza degli attuali 1350 posti di lavoro al 100% nelle Case di cura grigionesi; questo contrariamente a quanto suggerito dal rapporto e dal Cantone che ritengono 200 dei sopracitati posti di lavoro superflui. Peccato però che il discorso sulla qualità delle cure abbia anche rivelato notevoli lacune nelle conoscenze da parte dei deputati; i quali ritengono perseguibile nel nostro cantone, unicamente una “cura adeguata” dell’anziano, rinunciando a priori ad una “cura ottimale”, cosa tra l’altro destinata a demotivare i prestatori di cura e tutti coloro che tendono al buono e al bello. Opinione che non ho mancato di contestare in GC e sulla quale si discuterà ancora in sede di cambiamento di legge.

Altro motivo di dissenso per me è il “lamento” di certe nostre autorità – rivelatosi in GC – sulla troppa presenza di anziani. Figuriamoci che un sindaco ha denunciato, veementemente tra l’altro, il fatto degli anziani che tornano al paese di origine, nelle valli, dopo aver trascorso nelle città il periodo lavorativo della vita. Secondo il sindaco in questione, per questo i giovani se ne andrebbero dal paese, spaventati dal carico tributario in divenire. Peccato dicevo, perché l’anziano non dovrebbe essere visto come fattore di costo ma come valore di una società evoluta, che ne sa apprezzare esperienza e conoscenza.

Nicoletta Noi-Togni