Stralciata, per un ricorso, la trattanda riguardante il “Progetto Garbela” (di P. Pola)
Assemblea comunale scivolata via veloce e senza particolari sussulti quella che ha avuto luogo domenica scorsa, 21 agosto 2016, presso le palestre di Brusio. I pochi cittadini presenti hanno approvato la gestione ordinaria per quanto riguarda l’anno 2015, accettando pure le tariffe dell’energia elettrica, proposte dal Consiglio comunale, per l’anno 2017.
Cominciamo subito dalla nota dolente, rappresentata dalla scarsa partecipazione all’assemblea comunale, fenomeno che si protrae ormai da molto tempo, ma che sta toccando livelli preoccupanti, con presenze poco oltre le 50 persone che, al netto della autorità politiche, la cui partecipazione è da considerarsi d’ufficio, superano a mala pena le 40. O, se proprio vogliamo, il 5 % degli aventi diritti di voto, con una partecipazione giovanile attorno allo zero virgola.
Difficile elencare i motivi di tanta disaffezione nei confronti della cosa pubblica, mancando completamente di uno studio settoriale o, comunque, di dati certi. Fatto sta che troppo pochi fanno ancora uso di questo strumento, che rappresenta la massima espressione di democrazia diretta, per far sentire la propria voce o, semplicemente, per esprimere il proprio voto.
Stralciata la trattanda riguardante il “Progetto Garbela“, eliminata dall’ordine del giorno a fronte del ricorso di diritto costituzionale, coronato da successo, proposto dal cittadino Plinio Pianta, l’assemblea prevedeva ancora l’approvazione del rendiconto finanziario 2015 e del relativo rapporto di gestione, come pure la fissazione delle tariffe dell’energia elettrica per quanto riguarda l’anno 2017.
Le note positive sopraggiungono proprio da quest’ultimo punto con la proposta dell’esecutivo comunale, approvata all’unanimità dall’assemblea, di lasciare invariati i prezzi come negli anni precedenti, rinunciando pertanto ad un possibile aumento delle tariffe nelle varie categorie. Nel contesto, è bene ribadire che il Comune di Brusio si posiziona fra i 5 Comuni meno cari della Svizzera per quanto riguarda il costo della corrente elettrica, un primato di cui può andar fiero e che torna sicuramente utile ai vari settori dell’economia locale in un momento di crisi e, non da ultimo, anche alle stesse economie domestiche.
Un’ulteriore nota positiva è rappresentata dal leggero avanzo d’esercizio scaturito dalla gestione ordinaria per quanto riguarda l’anno 2015. Non tanto per le poche migliaia di franchi (CHF 7’606.54) di utile rilevate dal rendiconto, ma perché il risultato positivo giunge a fronte di un preventivo che prevedeva una perdita ordinaria di oltre mezzo milione di franchi. Un utile generato più che altro da un’oculata gestione delle spese e da entrate risultanti maggiori del previsto, pure al cospetto di ammortamenti reali pari a CHF 835’590.00.
Alla fine del 2015, il Comune di Brusio presenta un fabbisogno, a copertura dei propri obblighi, di CHF 4’098’472.82, ossia un debito pro capite pari a CHF 3’725.88. Dati non preoccupanti, ma che, come sottolineato da un cittadino, impongono comunque una certa rigorosità nella futura gestione delle risorse, quest’ultimo dato di fatto ripreso nel rapporto di revisione, mediante il quale esortano sia l’assemblea, così come l’amministrazione comunale a “ponderare le spese e gli investimenti non di vitale importanza per gli anni a venire.”
Alla trattanda varie c’è ancora tempo per alcune annotazioni da parte del Presidente Arturo Plozza riguardo la non facile situazione inerente la futura gestione dei rifiuti, in merito alla quale il Consiglio comunale di Brusio è d’accordo con il conferimento dell’incarico alla Regione Bernina (RB), sulla scorta delle esperienze positive già effettuate in passato con la Regione Valposchiavo. Per il Comune di Brusio nulla osta pertanto l’attribuzione dell’incarico all’autorità regionale, che dovrà però trovare l’approvazione, non ancora del tutto scontata, anche del Comune di Poschiavo, prima che sia il popolo ad avere l’ultima parola.
Intanto l’assemblea scorre via velocemente verso la fine, senza presentare particolari sussulti o proporre interventi d’una certa criticità. Nulla da eccepire, dunque, non fosse altro per la scarsa partecipazione di cui si è già riferito all’inizio. A questo punto, provando a guardare il bicchiere mezzo pieno, vien voglia di dire che, lo scarso interesse per la cosa pubblica, potrebbe essere il riflesso di una totale fiducia del cittadino nei confronti dell’autorità, una sorta di delega in bianco che esautora lo stesso cittadino dall’esercitare il proprio diritto di voto e d’espressione in assemblea. Sarà proprio così?