Immigrazione, intesa alla frontiera per intensificare i controlli

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Si tratta di una misura preventiva (di M. Travaglia)
Nei giorni scorsi si è tenuto, presso la Prefettura di Sondrio, un incontro  attraverso il quale è stata esaminata la situazione dei valichi di frontiera, con particolare riferimento a quello di Tirano e Campocologno. Soddisfatto dell’esito il Podestà di Poschiavo Alessandro Della Vedova.

 

L’incontro, sollecitato dalle autorità elvetiche, è stato presieduto dal Prefetto di Sondrio dott. Giuseppe Mario Scalia; hanno partecipato i vertici italiani delle Forze dell’Ordine, il dirigente della II Zona della Polizia Frontiera Lombardia, il Dirigente del Settore di Polizia di Frontiera di Tirano, il Podestà di Poschiavo e i Comandanti delle Polizie cantonale e di confine dei Grigioni meridionali.

Dall’incontro è scaturita la necessità di proseguire sulla linea attualmente tenuta ed, anzi, è stata da entrambi ritenuta opportuna una ulteriore intensificazione delle attività di controllo da parte delle Forze di polizia, in modo da tenere sempre alta l’attenzione sulle frontiere.

Tra le autorità italiane ed elvetiche è inoltre emersa la necessità di un ulteriore raccordo operativo e formativo, attraverso degli incontri congiunti che saranno programmati e realizzati a breve, al fine di stabilire modalità di formazione omogenee. Intervistato, il Podestà di Poschiavo Alessandro Della Vedova ha fatto il punto della situazione.


Si ritiene soddisfatto dell’incontro e delle intese raggiunte?
La riunione di martedì scorso in prefettura a Sondrio è figlia dell’incontro del gennaio 2015 alla presenza del Presidente del Governo grigionese Christian Rathgeb, in cui furono gettate le basi per uno scambio d’informazioni e una collaborazione più stretta fra le Forze di sicurezza lombarde e grigionesi.

Lo scopo principale del recente ritrovo è consistito, da un lato, nella conoscenza personale della delegazione grigionese del nuovo Prefetto della Provincia di Sondrio Dott. Giuseppe Mario Scalia e del nuovo Questore Dott. Gerardo Acquaviva, e, dall’altro, nel fare il punto della situazione in merito ad eventuali scenari futuri concernenti la possibile entrata in Svizzera di profughi provenienti dall’Italia attraverso i valichi di Piattamala e Castasegna.

L’incontro è stato molto proficuo, in quanto ha portato ad un ulteriore passo avanti nell’ottica di organizzare dei momenti di formazione e istruzione congiunta fra le Forze dell’ordine dei nostri territori. In questo senso sono personalmente molto soddisfatto dell’esito, ma, cosa più importante, ad essere soddisfatti si sono dimostrati soprattutto i comandanti della Polizia cantonale e delle Guardie di confine della Regione III responsabili per le valli dei Grigioni meridionali, presenti all’incontro.

Crede che i poschiavini, negli ultimi mesi, siano preoccupati del fenomeno dell’immigrazione?
Che ci sia una certa apprensione ritengo sia plausibile e più che comprensibile, soprattutto a fronte delle immagini trasmesse dai media nazionali e internazionali a cadenza quasi quotidiana e inerenti agli sbarchi a Lampedusa e nelle isole greche, nonchè alla situazione a Como e al valico di Chiasso. Non dimentichiamo poi il caso di alcune settimane fa, che ha portato ad intercettare in Valle di Poschiavo 13 richiedenti d’asilo provenienti dal Nord Africa.

Ma è proprio perchè il Cantone, attraverso Dipartimento di Giustizia, Sicurezza e Sanità, prende sul serio la questione e i timori dei cittadini, che ha deciso di agire in maniera proattiva e incaricato il sottoscritto di coordinare, da un punto di vista istituzionale, i rapporti con le autorità competenti sul fronte lombardo.

Possiamo dunque stare tranquilli?
La situazione, al momento, è tranquilla e caratterizzata da tentativi di entrare in Svizzera dalla Valtellina di natura puramente sporadica. In questo senso, l’allarme lanciato tempo fa dal Consigliere federale Ueli Maurer in merito ad un probabile forte aumento della pressione alle frontiere dei Grigioni meridionali sembra essere infondato, stando perlomeno alle valutazioni emerse durante l’incontro. Il caso dei 13 profughi, di cui sopra, può pertanto essere considerato frutto del caso e non sintomatico di una situazione prossima ad acutizzarsi.

Una certezza assoluta non può tuttavia essere garantita e proprio per questo motivo è doveroso sottolineare il buon lavoro di prevenzione che sta conducendo il nostro Cantone e in particolare il Dipartimento del Presidente del Governo Christian Rathgeb.


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