A Campocologno girato documentario sulla coltivazione della castagna (di P. Pola)
Una troupe dell’emittente televisiva tedesca ARD, giunta in Valposchiavo lo scorso 19 settembre 2016, ha girato parte di un documentario nelle selve castanili di Campocologno nell’ambito di una produzione incentrata sulla tratta Coira-Tirano della Ferrovia Retica, in cui, fra le altre cose, sono state messe in evidenza alcune peculiarità delle diverse regioni incontrate lungo la tratta.
Nella definizione dei contenuti per quanto riguarda lo spazio dedicato alla Valposchiavo, i produttori di ARD hanno scelto di concentrarsi sulla coltivazione delle castagne nel brusiese, ritenuta dall’emittente una specificità del luogo degna d’attenzione, ciò pure in corrispondenza con l’inizio della stagione autunnale e dei suoi tipici raccolti. Uno scorcio delle selve castanili di Campocologno si è pertanto trasformato, per un giorno, in una sorta di set cinematografico, dentro il quale, degli improvvisati attori erano dediti al raccolto del prelibato frutto autunnale.
Protagonista del cortometraggio il titolare dell’azienda Piccoli Frutti di Campascio, Nicolò Paganini, il quale, forte delle sue specifiche conoscenze nel ramo, ha parlato della coltivazione del castagno nel brusiese, partendo dalle sue origini fino ai nostri giorni. Il coltivatore della bassa valle ha spiegato l’importanza che rivestiva la castagna nell’alimentazione locale fino ai primi decenni del Novecento, rilevanza che è andata vieppiù scemando con l’avvento dell’industrializzazione e il relativo crescente benessere nelle famiglie.
Come da lui stesso ribadito, oggi la castagna ha in parte acquisito l’etichetta di un frutto esclusivo, perdendo quell’aurea di cibo per poveri che ha contribuito al sostentamento della nostra popolazione fino ad un secolo fa. Di sicuro interesse anche la particolarità inerente la proprietà di molte selve castanili, dove i castagni sono stati piantati dai privati su suolo pubblico, secondo l’antico diritto dello “jus plantadi”.
Rilevante nel contesto tematico anche la figura del “marunat“. La troupe televisiva ha voluto documentare la preparazione delle caldarroste, i brasché, come chiamati nel gergo dialettale, facendosi spiegare i vari passaggi dell’operazione: dalla scelta delle castagne, alla preparazione del fuoco, dalle caratteristiche della padella in uso, alla cottura, ecc.
Non da ultimo si è pure voluto evidenziare l’importanza che riveste oggigiorno il frutto autunnale dal punto di vista culturale. Al riguardo è intervenuto il nuovo operatore della PGI, Giovanni Ruatti, il quale si è soffermato sull’aspetto rilevante che gode la castagna sotto l’aspetto culturale, ma non solo, della Valposchiavo, aspetto evidenziato in special modo attraverso la Sagra della Castagna, quest’anno organizzata dalla PGI per la sua sedicesima edizione consecutiva.
La festa popolare si tramuta in una vetrina idealmente aperta su tutto il mondo della castagna, vera e propria protagonista della giornata, durante la quale il valore del frutto viene esaltato in tutti i suoi aspetti, nonché nelle sue peculiarità gastronomiche, paesaggistiche e culturali.
Sicuramente un’ottima promozione per il nostro territorio che, tramite la castagna, si presenta sotto un aspetto meno conosciuto, ma non per questo meno accattivante. Peccato che il periodo scelto per la produzione non era propriamente ancora di raccolto; infatti, la vera e propria protagonista del contributo televisivo, la castagna, non era ancora pronta. Ma, come nei veri film, a tutto si può provvedere …