Raccomandazioni di voto
L’assemblea dei delegati del PDC Grigioni si è riunita a fine ottobre a Untervaz e ha approvato le indicazioni di voto in vista delle votazioni di fine novembre e inizio febbraio 2017. Al contempo il presidente del Partito Stefan Engler ha ribadito i valori in cui il PDC si riconosce e per i quali si batte.
In entrata di assemblea, il Presidente e Consigliere agli Stati Stefan Engler ha illustrato ai presenti le mutate condizioni economiche quadro a cui le imprese svizzere devono dar prova di sapersi adattare. Alla politica vengono richiesti valori come affidabilità e fermezza: «Noi difendiamo le famiglie, il ceto medio e gli artigiani con azioni misurate – quindi niente posizioni estreme – ed equilibrate, offrendo punti di riferimento durante il cammino della vita». Stefan Engler saluta pertanto con favore i dibattiti sui valori che il PDC svizzero, sotto la guida del nuovo Presidente Gerhard Pfister, ha lanciato, chiarendo al contempo cosa questi valori debbano significare per una politica democristiana credibile: «Noi sosteniamo chiaramente il federalismo, la sussidiarietà e le soluzioni vicine al cittadino. Ci battiamo per condizioni quadro a favore delle famiglie, per una politica economica a favore del ceto medio e una società che non rinneghi i propri valori cristiani».
I delegati accorsi a Untervaz sono stati accolti da un saluto di benvenuto da parte del sindaco locale Hans Krättli (PDC, Untervaz). Egli ha colto l’occasione per presentare il suo Comune e, al contempo, per porre la domanda provocatoria se dalle attuali 11 Regioni che compongono il Cantone dei Grigioni possano mai scaturire 11 Comuni realmente autonomi, e non tali unicamente sulla carta.
Un NO unanime all’Iniziativa per l’abbandono del nucleare
I delegati del PDC, in maniera unanime, hanno detto NO all’Iniziativa popolare che propone l’abbandono totale del nucleare prima del 2050 (iniziativa per l’abbandono del nucleare). I dettagli dell’iniziativa sono stati presentati da Severin Geisseler, Presidente del PDC Untervaz e del PDC Grigioni – Giovani, nonché supplente in Gran Consiglio. Egli ha posto l’accento soprattutto sul rischio di non riuscire a coprire il fabbisogno interno di energia elettrica, alla luce del fatto che, in caso di approvazione dell’iniziativa, già dall’anno prossimo tre centrali nucleari svizzere dovrebbero essere spente con effetto immediato. «Quale diretta conseguenza, la Svizzera sarebbe obbligata a dover importare dall’estero energia elettrica comunque prodotta da centrali atomiche, nonché a carbone», così Severin Geisseler.
Anche il Consigliere di Stato e ministro grigionese per l’energia Dr. Mario Cavigelli ha messo in guardia e ricordato quali sarebbero le conseguenze derivanti dall’approvazione della presente iniziativa. Questo avrebbe conseguenze negative direttamente sulle trattative inerenti il rinnovo delle concessioni delle centrali idroelettriche nel Cantone dei Grigioni: «La sicurezza dell’approvvigionamento deve avere precedenza rispetto all’ideologia». Il Consigliere agli Stati Stefan Engler ha infine ricordato che l’uscita dal nucleare è un tema già deciso dalle Camere federali e che quindi bisogna dare seguito a quanto già approvato, senza inutili e pericolosi scossoni.
SI al credito d’impegno a favore dei giochi olimpici invernali del 2026
Un chiaro SI è scaturito dall’assemblea dei delegati per quanto riguarda i giochi olimpici invernali del 2026, per la cui approvazione di un credito d’impegno, pari a 26 milioni di franchi, sarà chiamato ad esprimersi il Popolo grigionese ad inizio febbraio 2017. Il Gran Consigliere Remo Cavegn (PDC, Bonaduz) ha subito chiarito che le condizioni attuali sono molto diverse rispetto a quelle vigenti durante l’ultima votazione: «Le conseguenze dell’iniziativa sulle abitazioni secondarie si fanno sentire in maniera sempre più marcata, la forza del franco sta mettendo sotto forte pressione il turismo e l’energia idroelettica è in forte sofferenza. Inoltre, il Comitato olimpico internazionale ha emanato l’agenda 2020, che cambia i paradigmi dei giochi olimpici». I nuovi giochi olimpici devono essere sostenibili, con un budget equilibrato e caratterizzati da un’organizzazione decentralizzata.
Ci sarebbero infine poche strutture temporanee e quelle nuove devono adattarsi alle future strategie di sviluppo delle località toccate e interessate. Fra queste ultime figurerebbero St. Moritz, Davos, Flims/Laax, Lenzerheide, Coira, Einsiedeln e Zurigo, rispecchiando in tal senso l’immagine della pluralità svizzera fra centri urbani e regioni tipicamente montane. L’opportunità di organizzare le olimpiadi rappresenterebbe un’occasione unica per ammodernare e potenziare le infrastrutture e i servizi nel nostro Cantone, fra cui vanno annoverati i trasporti pubblici e la banda larga. In conclusione, Remo Cavegn ha fatto appello allo spirito olimpico e Stefan Engler ha chiesto: «Dove dovrebbero avere luogo i giochi olimpici invernali se non da noi, un Cantone con una lunga e rinomata tradizione negli sport invernali?». Con 77 SI, un voto contrario e due astenuti, il PDC Grigioni consiglia, quale primo partito, un chiaro SI alla candidatura dei giochi olimpici invernali del 2026.
SI alla Riforma III dell’imposizione delle imprese
Un chiaro SI da parte dei delegati del PDC Grigioni è stato licenziato anche per quanto riguarda la Riforma III dell’imposizione delle imprese, sulla quale il Popolo sarà chiamato ad esprimersi nel febbraio del 2017. Questa iniziativa è stata spiegata ai presenti da parte del Consigliere agli Stati del Canton Obwaldo Erich Ettlin. Egli ha sottolineato come questa riforma sia nata sotto la forte spinta internazionale. I suoi obiettivi sono molto chiari: «Noi vogliamo il mantenimento di un regime fiscale competitivo e a favore delle imprese, che sia accettato dal Governo dei Paesi esteri e che sia in grado di mantenere in Svizzera sia le imprese stesse, che le entrate fiscali».
Centrare questi obiettivi è stata una prova titanica, che tuttavia è riuscita grazie alla proposta in votazione. Ne va soprattutto di riuscire a trattenere le società caratterizzate da una forte mobilità, le quali si trasferirebbero all’estero a seguito di una modifica del regime fiscale senza i dovuti correttivi in grado di mantenere la competitività del sistema Svizzera, ha ammonito Erich Ettlin. Queste società pagano annualmente nel nostro Paese circa 5.4 miliardi di imposte – «una perdita che non possiamo permetterci». Il Consigliere agli Stati Stefan Engler, a conclusione della serata, ha fatto appello al principio di solidarietà con i Cantoni che, nell’ambito fiscale legato alla perequazione federale, versano importi significativi. Nel caso di una migrazione verso l’estero da parte delle imprese sarebbero proprio cantoni come quello dei Grigioni a pagare pegno.
PDC