Un 2016 ricco di soddisfazioni per il Museo poschiavino

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Oltre 3’000 persone a Palazzo de Bassus-Mengotti
Il 28 ottobre il Museo poschiavino ha chiuso le porte per il 2016, al termine di una stagione che si è rivelata molto soddisfacente sotto il profilo dei numeri e della critica. Orso, Hildesheimer, visite guidate e una giornata speciale in Casa Tomé sono stati gli elementi più significativi dell’estate.

 

I visitatori del museo sono sempre in maggioranza turisti che soggiornano nella regione, ma sempre più poschiavini sono attratti dall’offerta museale. Oltre 3’000 persone hanno varcato le soglie di Palazzo de Bassus-Mengotti; in alcune giornate i visitatori hanno persino superato le 150 unità, una rarità per le nostre latitudini. Per le due sedi sono invece state superate le 5’000 visite, incluse quelle dei gruppi: uno dei migliori risultati di sempre per la Fondazione Ente Museo poschiavino. Tra gli eventi di maggior richiamo va ricordata la Festa del pan ner, organizzata nel finale di stagione in collaborazione con Mulino Aino e Polo Poschiavo, e che ha riportato anche quest’anno la vita in Casa Tomé.

Nel 2016 il Museo ha anche allestito un nuovo locale dedicato alla storia della casa e delle famiglie che l’hanno abitata. In occasione del centenario di Wolfgang Hildesheimer è stato inaugurato anche un piccolo spazio espositivo dedicato al noto scrittore e artista tedesco che fece della Valposchiavo la sua patria d’elezione. Infine il Museo ha proposto per la prima volta un ampio programma di visite guidate tematiche: il riscontro è però stato inferiore alle attese. Anche nel 2016 è proseguita la collaborazione con il Mulino Aino: l’offerta Dal Campo alla Tavola ha continuato ad attirare poco meno di venti gruppi interessati e altre iniziative in comune sono state messe in cantiere; e dalla primavera scorsa anche Casa Besta si è unita a Museo e Mulino Aino con una presenza online unica.

Un misterioso fucile proveniente da San Carlo
L’estate scorsa il Museo poschiavino è stato contattato dal signor Urs Müller, che ha voluto donare al nostro ente un fucile da caccia molto speciale, regalato al fratello Werner nel 1959, durante una vacanza in Valposchiavo. L’anziano proprietario di San Carlo, consegnando il fucile al giovane zurighese disse che con quel fucile furono uccisi gli ultimi orsi in Valposchiavo. Dai primi riscontri effettuati il fucile – che il prossimo anno verrà esposto all’interno dell’esposizione sull’orso in Valposchiavo – corrisponde all’epoca indicata. Il Museo poschiavino invita chiunque avesse informazioni in merito a contattarci all’indirizzo info@museoposchiavino.ch.

Il programma per il 2017
La mostra «L’orso in Valposchiavo – Dal Seicento a M13» proseguirà anche nel 2017, praticamente invariata: chi non ha ancora avuto modo di trovarsi a tu per tu con il plantigrado e non ne ha ancora approfittato per conoscerlo meglio grazie all’apparato didattico, avrà quindi ancora tempo di farlo tra giugno e ottobre dell’anno prossimo. Il Museo ha inoltre avviato – in collaborazione con l’Università di Berna – un progetto per la valorizzazione delle esposizioni comunali di arte etrusca e indiana. I primi frutti di questa collaborazione saranno pronti già per la primavera prossima. E naturalmente non dimenticheremo Casa Tomé e iniziative legate al territorio.

Museo poschiavino