Ludopatia, i giochi online sono i più pericolosi

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Da che cosa si capisce che c’è un problema legato al gioco? (di M. Travaglia)
Secondo quanto dichiarato dal Servizio sociale Bernina, nel 2016 non si sono registrati casi di ludopatia (malattia psichiatrica legata al gioco d’azzardo) in Valposchiavo. “Questo non significa, però, – avverte il responsabile del centro Franco Albertini – che non ce ne siano effettivamente”.

 

Oggi chi è in possesso di un collegamento internet e di una carta di credito può diventare un giocatore compulsivo e non ci sono quasi più barriere di inibizione. Il tutto si può svolgere in ogni momento nella solitudine del proprio appartamento.

Negli anni passati ci sono stati alcuni casi, ma è anche vero che la dipendenza da gioco è una patologia riconosciuta come tale solo negli ultimi decenni (dal 1980). Dal 2013 è stata inserita nella categoria delle “dipendenze comportamentali”. Il giocatore d’azzardo incallito, che perde tutto e infine gioca anche la moglie nella partita di poker, è già però conosciuto nei film e nella letteratura da molto tempo. “La ludopatia – spiega Albertini – crea le stesse strutture delle dipendenze legate a sostanze psicoattive (alcoliche, oppiacee, ecc.) cioè ha una forte attinenza con la tossicodipendenza: alla presenza di una macchinetta, infatti, al soggetto colpito possono addirittura tremare le mani come all’alcolista in crisi di astinenza”.

In Valposchiavo, storicamente, si gioca prevalentemente al lotto e, negli ultimi anni, ai gratta e vinci. “La pericolosità dei giochi che mettono in palio del denaro – spiega Albertini – risiede prevalentemente nella loro cadenza: se le possibilità di scommettere sono ravvicinate, come per esempio nelle slot machine dei casinò o nel gioco on-line, c’è più probabilità che si crei una dipendenza”.

Ma da che cosa o da quali sintomi si capisce che c’è un problema legato al gioco? “Come già accennato – continua Albertini – la “dipendenza senza sostanza”, in questo caso la “dipendenza da gioco”, ha una forte attinenza con la tossicodipendenza. Infatti, il giocatore d’azzardo patologico mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nell’apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche, per esempio, facendosi prestare i soldi, coprendosi di debiti e trascurando gli impegni che la vita richiede.

Cosa dobbiamo fare? “Spesso sono i familiari che – spiega Albertini – a un certo punto si accorgono che i conti in casa non quadrano più e che la persona sta assumendo dei comportamenti strani, come l’essere sempre assorbito dal gioco, l’essere irrequieto e irritabile, il mentire e dare strane spiegazioni alle spese ingiustificate, fino a commettere azioni illegali e a mettere a repentaglio il lavoro o le relazioni significative. In questi casi è molto importante che i familiari si rivolgano al Servizio Sociale, che offre una consulenza in materia di dipendenza e un accompagnamento”.

Le fasce più deboli dei giochi online sono, come spesso capita, i giovani. E proprio i giovani e le scuole sono i soggetti a cui si rivolge un progetto, che partirà nel 2017, promosso dal Servizio sociale Bernina e da Pro Juventute . “Quello che stiamo facendo – spiega Franco Albertini – è sensibilizzare i giovani, in questo caso non tanto sul tema del gioco, ma sull’approccio nell’utilizzo dei soldi. Il giovane, infatti – spiega Albertini – va rafforzato per far fronte al quotidiano bombardamento di possibilità di consumare beni anche senza avere il denaro per farlo, al fine di evitare un pericolo d’indebitamento eccessivo”.


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