Tutti gli undici distretti dei Grigioni si sono espressi a favore del primo pacchetto di misure della Strategia energetica 2050. I più convinti, dove i “sì” hanno superato il 60%, sono l’Engadina Bassa/Val Monastero, Imboden, Plessur e Surselva.
Promozione delle energie pulite e graduale abbandono del nucleare: sono questi fondamentalmente i pilastri della prima fase della Strategia, iscritti nella legge sull’energia (LEne), accolta ieri dal popolo svizzero. La LEne è volta a ridurre il consumo di energia, aumentare l’efficienza energetica e promuovere le fonti rinnovabili, vietare la costruzione di nuove centrali nucleari e sostenere, invece, quelle idroelettriche.
Nella votazione di ieri il popolo grigionese, in linea con i risultati a livello nazionale, si è espresso a favore della nuova legge, che entrerà in vigore nel 2018, con una percentuale di “sì” che ha raggiunto il 58,74%. La partecipazione si è fissata al 38,77%.
I risultati nel dettaglio
Andando nel dettaglio, su 112 Comuni sono 19 quelli dove, in controtendenza, ha vinto il “no”. I distretti dove sono presenti il maggior numero di Comuni dove si è votato contro la LEne sono il Moesano (quattro su dodici, ossia Cama, Lostallo, Soazza in Mesolcina e Santa Maria in Calanca) e quello di Viamala (sei su 25, oltre ad un Comune in perfetta parità ed altri sei dove il “sì” ha vinto per pochi punti percentuali).
Le più alte percentuali contro la revisione della norma sono state registrate a Cama, con il 59,4%, a Ferrera (60%), nel distretto di Viamala, e Rongellen, sempre in Viamala, con il 68%.
Le reazioni
“Un giorno molto positivo per i Grigioni come Cantone fortezza dell’acqua e come membro dei Cantoni alpini”. Così il direttore del Dipartimento cantonale costruzioni, trasporti e foreste, Mario Cavigelli, ha definito il risultato della votazione di ieri in un’intervista video rilasciata ieri a Südostschweiz.ch. “La nuova legge sull’energia – ha aggiunto – porta vantaggi per l’idroelettrico e ulteriori misure che significano molto per il nostro Cantone”.
Dello stesso avviso è la Conferenza dei governi dei Cantoni alpini (CGCA), secondo la quale seppure questa votazione rappresenti “un primo pilastro per un ulteriore sviluppo della politica
energetica”, è necessario che nel mercato distorto dell’elettricità tutte le energie rinnovabili vengano trattate equamente, il che significa maggiore sostegno al settore idroelettrico che si trova a combattere ad armi impari.
Occorrono ulteriori misure, conclude la CGCA. In tal senso – si legge in una nota della Conferenza – si attende l’esito della decisione che il Consiglio nazionale prenderà lunedì prossimo “in merito a una proposta della sua commissione, secondo cui in futuro
il servizio universale deve obbligatoriamente essere assicurato con energie provenienti da fonti rinnovabili indigene. Proposta che va nella giusta direzione ma va ancora approfondita”.
ats