In fuga con Rudolf Lutz

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Domenica e lunedì scorso due serate per tre appuntamenti col grande organista Rudolf Lutz, un volto noto ormai da anni anche qui in Valposchiavo grazie ai suoi concerti sull’organo Serassi di Brusio. Il rapporto con la nostra valle va sempre più rinsaldandosi; il particolare evento alla Devon House lo sta a dimostrare, assumendo nel contempo i contorni di un preludio ideale per la stagione cinematografica alle porte. Devon House è il palazzo dove visse Wolfgang Hildesheimer nei primi anni qui in valle e in cui ambientò il romanzo Tynset. Il maestro Lutz nutre una passione per l’opera di Hildesheimer, perciò non poteva esserci luogo più evocativo in cui ambientare l’esibizione.

L’incontro del maestro con Hans-Jörg Bannwart, una delle anime del cineforum I film di Devon House, ha fatto scaturire l’idea di creare un’improvvisazione musicale su delle immagini in movimento. Sono stati accostati così vari spezzoni di film famosi e meno per produrre un filmato su cui Lutz ha potuto improvvisare. Questo mosaico si è strutturato su tre trame i cui temi principali sono il viaggio, il movimento e le emozioni. All’inizio e alla fine sono state proposte delle letture tratte dal libro di Hildesheimer Mitteilungen an Max über den Stand der Dinge und anderes.

L’arte dell’improvvisazione in musica è una delle più difficili: esiste quella su testi oppure su immagini. Lutz ha spiegato che ha visionato in precedenza il mosaico di filmati per farsi degli appunti, vedere gli stacchi, le cesure perché è il filmato a dare il tempo e la cadenza al musicista. Tramite la visione delle immagini egli ha sviluppato sentimenti ed emozioni da cui sono nati dei motivi musicali. Secondo il maestro l’improvvisazione in musica è come dominare una lingua: devi sapere la grammatica, la sintassi e la retorica.

Chi ha visto lo spettacolo non può non meravigliarsi di come il maestro riesca a esprimere efficacemente sul pianoforte le emozioni rappresentate sullo schermo, il tutto in maniera estemporanea, addirittura dando voce ai personaggi nei dialoghi muti di certe scene.

Prima del filmato il maestro ha suonato sull’armonio un preludio triste, perché per lui l’armonio è uno strumento che esprime questo sentimento siccome il musicista deve “pedalare” per poter suonare. Alla fine, sempre sull’armonio, Lutz ha sprigionato una poderosa fuga sopra un tema di sette note (rappresentanti cinque persone e una coppia) inventata da lui.
Tu chiamale se vuoi (e)mozioni…


Domenico Pola

1 COMMENTO

  1. Grazie Domenico per questo bell’articolo e per aver messo in evidenza momenti “culturali” davvero speciali e in qualche modo unici. L’offerta di incontri sorprendenti, di nicchia ma affascinanti, sta diventando davvero una prerogativa di Poschiavo.
    Deve essere in qualche modo il vantaggio di abitare in periferia, dove reinventarsi a volte diventa indispensabile, vitale, mantenendo vigili i sensi,la curiosità , e il coraggio di provare!!