Un cappuccino e due o tre pensieri

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Me ne sto seduta a un tavolino in piazza, davanti a un cappuccino tardivo (qualche turista sta già pranzando!), e guardo curiosa l’allestimento di un palco molto tecnologico per un concerto jazz che ci sarà la sera. Diverse persone, a momenti mimetizzate tra passanti e curiosi, stanno tirando cavi, provando microfoni, verificando luci. Ne conto almeno sei: professionale l’allestimento, mi dico.

E così mi ritrovo a pensare alla squisita offerta culturale che quest’estate Poschiavo regala a turisti e gente del luogo, anche con mezzi molto più modesti rispetto all’infrastruttura in allestimento al momento in piazza.
Aprire, per esempio, i giardini delle case private del borgo alla gente, invitando ad un concerto o a una lettura, è davvero un’idea geniale: significa valorizzare quello che ogni giorno sta sotto i nostri occhi, riscoprirne l’incanto. Non per niente il progetto l’hanno chiamato “giardini incantati”.
E poi Devon House, coi suoi film, sempre un po’ anche raccontati e presentati, mai solo proiettati e da consumare: altro esempio intelligente di cultura offerta a tutti con pochi mezzi, ma tanta generosità e creatività.
Oppure concerti sorprendenti, di nicchia, in una sala di vecchi palazzi, o nella soffitta di un museo illuminata da un lampadario da mille e una notte, coi musicisti a un passo da te, dove non ti arriva solo il suono ma anche il ritmo del loro respiro…
Che dire poi di un albergo a quattro stelle che apre alla gente le porte di stanze, saloni, cantine e soffitte per raccontarne la storia in una pièce teatrale, o di 5 amici che in pochi mesi organizzano un open-air nella piana di Cavaglia guadagnandosi il consenso di tutta una valle?

Un’offerta davvero vasta, ma soprattutto vera, preziosa e non solo pensata per occupare il turista, o per (s)vendere un’immagine del posto un po’ folcloristica e retorica.
Da qualche anno mi sembra di avvertire come un vento nuovo in Valle, una rinata voglia di stupire, di proporsi, di catturare l’attenzione di passanti e residenti.
Vecchie case bellissime, ormai fatiscenti e disabitate da anni, stanno finalmente ritrovando attenzione, acquirenti, e forse nuova vita. Campi coltivati in fiore sorprendono e son lì a ricordare una riscoperta del grano saraceno (sembrava scomparso e invece no!), più del 90% di aziende agricole riconosciute Bio, il progetto 100% Valposchiavo… E ancora: ristrutturazioni importanti di Hotel, di sentieri, e una visione diversa del turismo.

Poi giovani che tornano. E tornano senza aspettare l’offerta di un posto di lavoro, ma creandoselo, reinventandosi con coraggio e fantasia. Mi inchino di fronte a questa intraprendenza: riusciremo a fargli sentire che, senza saperlo, li stavamo aspettando?

Così me ne sto lì, al mio tavolino in piazza, con questi pensieri, contenta di aver deciso di non partire in vacanza quest’estate per godermela sul posto, e con un bel senso di gratitudine per tutti quelli che si impegnano a regalarci bellezza.

E non me ne voglia chi ha qualche primavera sulle spalle: sono cosciente che questo “risveglio” ha un suo naturale ritmo alterno. Anche in passato ci sono stati periodi più fecondi alternati a tempi più stagnanti. Ma è bello accorgersi che qualcosa si muove e semplicemente ho avuto voglia di dargli voce, inchiostro e attenzione.

Buona estate.


Serena Bonetti