Il Bernina è un giornale: un’affermazione apparentemente semplice, ma che implica alcune considerazioni di cui tutti dovremmo fare tesoro. Le critiche, sia chiaro, sono sempre ben accette; lo sono un po’ meno quando chi le fa non ha bene in mente cosa sia un giornale e quali siano le sue funzioni. Criticare un giornale e chi ci lavora è un esercizio semplice, perché l’informazione e la notizia sono oggetti che ogni persona può trattare o manipolare quotidianamente. Ma chi pratica la professione del giornalista segue delle precise regole deontologiche.
Per intenderci citerò la “Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti”, redatta dal Consiglio svizzero della stampa, nei suoi primi tre capoversi. “Il diritto all’informazione, alla libera espressione delle opinioni e alla critica è un diritto umano fondamentale. I doveri e i diritti del giornalista sono fondati sul diritto del pubblico a conoscere fatti e opinioni. La responsabilità del giornalista verso il pubblico prevale su qualunque altra responsabilità, in particolare su quelle che lo legano ai datori di lavoro o agli organi statali”.
Spesso veniamo accusati di voler fare sensazionalismo. Per quale motivo? Perché scriviamo inesattezze o perché scriviamo delle verità che sono scomode a qualcuno?
E’ risaputo che in una realtà piccola come la Valposchiavo i conflitti di interesse e i conseguenti motivi di tensione sono all’ordine del giorno, ma questo non deve essere il pretesto per fare de Il Bernina una testata incapace di affrontare tematiche spinose. A questo proposito, significativo è stato il commento di un esponente politico valposchiavino che ha affermato che, vista la professionalizzazione raggiunta dal nostro giornale, bisognerà conseguentemente professionalizzare anche chi viene eletto per occuparsi di affari pubblici.
Veniamo alla mia figura. La formazione universitaria nel campo del giornalismo e dei media, il ruolo di fondatore e direttore del giornale online Intorno Tirano e il fatto di essere stato scelto come caporedattore di questa testata, dovrebbero rappresentare una certa garanzia sulla bontà del lavoro che portiamo avanti. Poi, Il Bernina ha la fortuna di poter contare sulla consulenza di giornalisti professionisti valposchiavini, tra cui Luca Beti e Alan Crameri, che certo hanno influito e influiscono sulla qualità del giornale.
Il mio punto debole è sicuramente quello di non essere valposchiavino, di non conoscere appieno le dinamiche della valle. Ma questo può essere anche un vantaggio: le insidie del giornalismo locale sono infatti rappresentate dalle influenze che possono avere amicizie e parentele sull’attività giornalistica. Per questo motivo, e in questo contesto, vi lascio la mia mail privata (marco.travaglia@gmail.com), che potete usare per scrivermi o segnalare notizie: il giornalista (come il medico o il prete!) “tutela il segreto professionale e non rivela la fonte delle informazioni ricevute in via confidenziale” [Art. 6. della “Dichiarazione dei doveri”].
Con questo redazionale spero di aver fatto un po’ di chiarezza sul ruolo che devono o dovrebbero avere i giornali, in qualsiasi contesto siano essi inseriti. Se avete qualche dubbio o richiesta di chiarimento, sono a vostra completa disposizione. Nel frattempo, proprio questa sera, inizieranno le sedute di Giunta a Poschiavo. Dopo un’estate relativamente tranquilla sul fronte politico, Il Bernina è pronto a tornare a informare i propri lettori in maniera chiara e puntuale. Con la partenza di Piero Pola, toccherà a me seguire il dibattito politico poschiavino. A molto presto e buona navigazione.
Marco Travaglia