L’autore scrive in maniera perfetta, le scene e i personaggi sono sempre ben descritti e la narrazione è fluida. Nella Napoli degli anni ’30, il commissario Ricciardi si trova a indagare su un particolare omicidio: il noto attore Michelangelo Gelmi spara a sua moglie, e nota attrice, Fedora Marra, durante lo spettacolo davanti a teatranti e pubblico. Ma la verità qual è? Chi ha inserito nella pistola per la scena il colpo vero al posto di quello a salve? Molto bello, originale e finale inaspettato.
Il Natale è appena trascorso e la città si prepara al Capodanno quando, sul palcoscenico di un teatro di varietà, il grande attore Michelangelo Gelmi esplode un colpo di pistola contro la giovane moglie, Fedora Marra. Non ci sarebbe nulla di strano, la cosa si ripete tutte le sere, ogni volta che i due recitano nella canzone sceneggiata: solo che dentro il caricatore, quel 28 dicembre, tra i proiettili a salve ce n’è uno vero. Gelmi giura la propria innocenza, ma in pochi gli credono. La carriera dell’uomo, già in là con gli anni, è in declino e dipende ormai dal sodalizio con Fedora, stella al culmine del suo splendore. Lei, però, cosí dice chi la conosceva, si era innamorata di un altro e forse stava per lasciarlo. Da come si sono svolti i fatti, il caso sembrerebbe già risolto, eppure Ricciardi è perplesso. Mentre il fedele Maione aiuta il dottor Modo in una questione privata, il commissario, la cui vita sentimentale pare arrivata a una svolta decisiva, riuscirà con pazienza a riannodare i fili della vicenda. Un mistero che la nebbia improvvisa calata sulla città rende ancora piú oscuro, e che riserverà un ultimo, drammatico colpo di coda
di La Simo / pagina fb