30 anni dopo: Gustavo Cortesi e il suo ricordo dell’alluvione

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2010

Nell’estate del 1987, dopo giorni di pioggia si ingrossarono il fiume Poschiavino e tutti i suoi affluenti, per poi tracimare nel sabato del 18 luglio. In seguito varie frane si staccarono dal versante ovest, isolando i comuni di Poschiavo e Brusio. A causa di una frana scaricatasi nel Poschiavino il ponte di Cimavilla si otturò, facendo uscire dagli argini una notevole massa d’acqua, terra e tronchi che inondò le strade del Borgo. A sud di Zalende la strada principale venne inghiottita dal fiume.

Intervista a Gustavo Cortesi, nato a Poschiavo nel 1948.
Impiegato comunale fino al 2011; tuttora vive a Cologna, in Valposchiavo.

Dove ti trovavi durante il fine settimana del 18-19 luglio?
Fortunatamente non mi trovavo nel fondovalle, bensì a Torn, sui monti, assieme ai miei famigliari.

Quando vi siete accorti di quello che stava succedendo in paese?
Fino a domenica fummo completamente all’oscuro di quello che stava accadendo in valle, nel pomeriggio domenicale sentimmo il rumore degli elicotteri, così ci recammo in un punto panoramico e guardando in direzione di Poschiavo vedemmo tutti i disastri causati dall’alluvione.

Quando sei tornato nel fondovalle?
Il lunedì mattina del 20 luglio mi recai con l’auto fino in paese, molte strade non erano più percorribili, perciò proseguii a pieni fino a casa, a Cologna.

Come era il paesaggio di quel lunedì mattina, dopo l’alluvione?
Le strade erano piene di detriti, le facciate di alcune case erano state rovinate, molte cantine erano allagate; in casa non c’era corrente, non c’era luce e il telefono non funzionava.

Come si svolsero i lavori di ripristino nei giorni successivi?
Passai la settimana seguente a lavorare con pala e piccone, cercando di sgombrare l’acqua e la palta che si erano insediate negli edifici comunali; ricordo che in alcuni uffici l’acqua arrivava quasi fino al soffitto.

Quale è stato il segno più indelebile che ti ha lasciato l’alluvione?
Il segno più grande me lo ha lasciato una giornata di settembre, mentre stavo camminando con il cane da Cologna in direzione del lago. Vidi tutti i disastri che avevano colpito le contrade a sud di Poschiavo. Quella sera tornai a casa triste e demoralizzato, perché non credevo che sarebbe stato possibile rimettere tutto a posto; era un disastro, faceva impressione.


Michelle Köthe