No alla revisione sulla previdenza per la vecchiaia 2020

1
584
pixabay

Ho letto varie informazioni riguardo al tema in votazione “previdenza per la vecchiaia 2020” e il 30 agosto ho partecipato al dibattito tra Silva Semadeni (Consiglio Nazionale) e Martin Schmid (Consiglio agli Stati). Un dibattito interessante. Se vogliamo salvare il nostro sistema pensionistico basato sui tre pilastri, qualcosa bisogna fare, ma…

… ma non accettare a tutti i costi il compromesso elaborato dai nostri politici a Berna. A detta di Schmid, se la popolazione dovesse votare di no, non succederebbe niente. Nel giro di un anno o poco più il Parlamento sarebbe in grado di proporre una nuova riforma AVS.

L’obiettivo della riforma è quello di risanare le casse dell’AVS.

I principali cambiamenti che verrebbero introdotti sono:

  • Aumento dell’età di pensionamento delle donne a 65 anni
  • Aumento dell’IVA
  • Aumento dei contributi AVS (0.15% a carico del lavoratore e 0.15% a carico del datore di lavoro)
  • Flessibilizzazione dell’età di pensionamento tra 62 e 70 anni
  • Abbassamento del tasso di conversione per la cassa pensioni dal 6.8% al 6%
  • Aumento delle rendite AVS per i nuovi pensionati di 70 franchi al mese

Tutte le misure di risparmio e i previsti aumenti dei vari contributi verrebbero vanificati entro il 2030. Ciò a causa dall’aumento delle rendite di 70 franchi al mese. Se calcoliamo che in media riceviamo la pensione per circa 20 anni, dopo il 2030 la situazione finanziaria dell’AVS peggiorerebbe in modo massiccio. Già oggi sappiamo che entro il 2030 ci dovrà essere per forza un’ulteriore riforma.

Pur essendo nella fascia d’età di quelli che approfitterebbero della revisione in votazione, voterò NO.

  • No, perché l’obiettivo di risanamento non viene raggiunto.
  • No, perché non voglio lasciare ai nostri figli l’incognita del futuro finanziamento.
  • No, perché lo sforzo non indifferente che ognuno di noi deve fare viene vanificato dall’aumento a innaffiatoio delle pensioni.
  • No, perché chi ha diritto alle prestazioni complementari verrebbe svantaggiato.
  • No, perché voglio dare l’opportunità al Parlamento di ritornare sui suoi passi e proporre una riforma che possa raggiungere l’obiettivo definito.

Giovanni Jochum

1 COMMENTO

  1. Caro Giovanni del NO !
    Se le due votazioni non dovessero passare, stando ai dibattiti della votazione, emerge di nuovo il problema dello “status quo”, ossia dello stato attuale che porta allo sfacelo dell’ AVS !
    Stando alle risposte di un dibattito fra il direttore dei datori di lavoro ed un’esponente del partito Liberale contro il leader del PDC ed un’esponente del PS, i contrari come te, porterebbero esattamente la stessa votazione, tralasciando solamente l’aumento dei 70 franchi per i nuovi pensionati!
    Il capo dei datori di lavoro propone addirittura di farci lavorare tutti – donne e uomini – ai 67 -70 anni, prima di poter andare in pensione!
    Circa mezzo milione di donne ed uomini che lavorano – e non hanno altre possibilità – parzialmente non hanno la possibilità di pagare contributi in una cassa pensione ( 2 Säule in tedesco) !
    Con questa votazione si migliorerebbe la loro situazione finanziaria!
    Chi usufruisce di una bella paga, come molti del PLiberale, non ha bisogno di una equa AVS.
    Schiacciare i piccoli è sempre stato il motto dei prepotenti!
    Questa votazione è un compromesso per migliorare l’eguaglianza fra la ripartizione dei contributi AVS e Pensioni, fino all’anno ca. 2030.
    Per tutto questo ed altro, voto due volte SÌ !!!
    Sebbene Poschiavo non deciderà mai niente, perché quasi sempre a tutto contrari!