Il Parlamento retico sostiene il plurilinguismo

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Immagine da: www.clublab.ch

Con 89 voti a favore il Parlamento retico ha accettato di sostenere l’incarico proposto dal consigliere Rodolfo Fasani (PDC, circolo Mesocco) affinché il Governo cantonale intervenga presso la Confederazione a sostegno del plurilinguismo e, in particolare, dell’insegnamento di una seconda lingua nazionale nella scuola dell’obbligo.

“Molto soddisfatto della risposta del Governo – così si è dichiarato in Gran Consiglio Fasani – che ha accettato di sostenere con decisione in una prossima missiva al Dipartimento federale dell’interno l’armonizzazione dell’insegnamento delle lingue nelle scuole dell’obbligo”.

La preoccupazione per il plurilinguismo elvetico è nata dopo le decisioni prese da alcuni cantoni, “che mettono a rischio l’apprendimento di un secondo idioma nazionale e quindi la tranquillità fra le comunità linguistiche dei Grigioni e di tutta la Svizzera, mettendo in discussione l’insegnamento della lingua romancia, italiana e francese”, si legge nell’incarico proposto a giugno e firmato da altri 46 deputati.

I firmatari chiedono di “sollecitare il Consiglio federale ad intervenire con determinazione per rafforzare gli obblighi che derivano dalla Costituzione e dalle normative della Legge sulle lingue, affinché nella scuola dell’obbligo sia garantito l’insegnamento delle lingue nazionali”.

L’errore che si sta facendo, si legge ancora, è di mettere in contrapposizione l’inglese con le lingue nazionali, concetto ribadito dal deputato Dario Monigatti (PS), che ha aggiunto: “in questa sfida complessa i Grigioni si devono attivare in prima linea inviando un forte segnale di coscienza linguistica a Berna, per rimuovere gli ostacoli alla mobilità dei nostri studenti in tutta la Confederazione”.

Il direttore del Dipartimento dell’educazione e della cultura Martin Jäger ha ribadito quanto importante sia che cantoni come Ticino e Grigioni intervengano sempre ponendo l’attenzione e sensibilizzando su queste tematiche, in particolare garantendo l’insegnamento di una seconda lingua nazionale “anche ove fosse un solo studente a farne richiesta”. Già nel settembre 2016, ricordava infatti il Governo nella risposta in cui già si dichiarava favorevole ad accogliere l’incarico, durante la procedura di consultazione sulla Legge sulle lingue l’esecutivo retico ha preso posizione a favore della variante 3, che “mira a garantire formalmente la posizione della seconda lingua nazionale, stabilendo che il suo insegnamento deve iniziare al livello di scuola elementare e durare fino al termine del grado secondario I”.

Nonostante due interventi contro l’accoglimento dell’incarico, in particolare del consigliere Andy Kollegger (PBD) volto a ribadire “l’impossibilità dell’insegnamento di due lingue straniere a scuola” e poi di Jan Koch (UDC), l’incarico Fasani è stato infine accolto in Parlamento con 89 voti contro 17 (5 astenuti).


ATS