L’amore per l’arte ha portato Fernando Lardelli un po’ in tutta Europa, ma il suo cuore è sempre rimasto a Poschiavo. L’artista poschiavino, scomparso nella seconda metà degli anni ’80, è il protagonista della nuova mostra temporanea nel Museo Casa Console che si è aperta al pubblico venerdì 22 dicembre.
A salutare il numeroso pubblico accorso all’inaugurazione è stato Guido Lardi. Nel suo discorso di benvenuto il direttore del museo ha spiegato come è nata questa mostra ed il perché è stato deciso di presentare Fernando Lardelli e le sue opere. Il tutto è cominciato con la proposta del Museo poschiavino di far rivivere il fondo artistico Fernando Lardelli presente nei magazzini del museo. Il ricco e prezioso fondo, donato dalla vedova dell’artista Marcelle Lardelli Mazelier, comprende dipinti ad olio, mosaici, quaderni di disegni e documenti cartacei tra cui libri e interviste. Una parte delle opere sono esposte nella Casa comunale, ma molte di esse sono rimaste in magazzino per anni. Un po’ per la mancanza di spazi espositivi, un po’ a causa degli altri eventi organizzati dal museo le opere sono rimaste chiuse in magazzino, lontane dagli occhi del pubblico. Grazie a questa mostra, coordinata da Guido Lardi e curata dallo storico d’arte Gian Casper Bott, è stato possibile rendere giustizia a questo patrimonio culturale e mostrare al pubblico molte opere inedite.
La parola è poi stata data a Gustavo Lardi, che ha presentato la biografia dell’artista. Fernando Lardelli nacque a Poschiavo nel 1911, in una famiglia con l’emigrazione nel sangue. Cominciò poi i suoi studi al ginnasio di Coira e da subito dimostrò un grande interesse per l’arte. Determinato a coltivare questa passione, dal 1929 al 1933 studiò all’École des Beaux-Arts a Ginevra. Approfondì poi i suoi studi all’Accademia delle belle arti di Firenze e a Parigi. La sua vita, trascorsa principalmente fra Parigi, Poschiavo ed il Ticino, è stata caratterizzata da molti viaggi e da un continuo spostarsi. In uno dei suoi tanti spostamenti conobbe Marcelle Mazelier, che poi sarebbe diventata sua moglie, e con lei ebbe il suo unico figlio Jean-Luc. Artista a 360 gradi realizzò dipinti su tela, affreschi, mosaici, disegni e illustrò i libri scritti dalla moglie. Si spense nel 1986 a Montagnola, lasciando dietro di sé un grande patrimonio artistico.
La serata inaugurale è poi terminata con la presentazione delle opere esposte da parte dello storico d’arte Gian Casper Bott, curatore della mostra. L’esposizione comprende dei dipinti ad olio, alcuni mosaici e molti disegni. Le opere permettono di osservare il percorso artistico dell’artista e sono molto rappresentative. Alcune di queste raffigurano dei paesaggi della Val Poschiavo, altre sono invece state realizzate durante i suoi viaggi in Europa. Sono inoltre presenti dei nudi femminili e delle riproduzioni di dipinti classici che ricalcano lo sviluppo artistico del Lardelli, ed è possibile notare l’influsso di grandi maestri come Rembrandt o El Greco.
La mostra sarà aperta al pubblico fino alla fine di ottobre 2018, e vale sicuramente la pena visitarla. Fernando Lardelli è un artista che ha lasciato delle tracce presenti nella vita di tutti i giorni di una gran parte di abitanti della Val Poschiavo, basti pensare al mosaico alla stazione di Poschiavo o agli affreschi sulle facciate delle scuole di Le Prese e di Brusio. È un personaggio con una storia molto interessante, ma di cui non si parla più molto spesso. Una visita alla mostra permette di rinfrescare la memoria e di riscoprire un artista già conosciuto o per chi, giovane come me, di scoprire uno dei personaggi più interessanti della nostra valle. Così la prossima volta che si dovrà attendere un treno in stazione, o accompagnare i figli a scuola sarà possibile capire un po’ meglio la storia nascosta dietro a queste opere.
Daniele Isepponi