Una Commissione indagherà sugli accordi illeciti nel settore edilizia

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La vicenda degli appalti manipolati per anni da imprese di costruzione grigionesi sarà oggetto di una ulteriore indagine: la Commissione della gestione del Gran Consiglio (CdG) retico chiede di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) per esaminare in modo approfondito quanto accaduto in relazione agli accordi nel settore. La decisione spetta al Parlamento cantonale.

Il presunto coinvolgimento di diverse autorità e uffici in accordi illeciti nel settore dell’edilizia, di cui diversi media hanno dato notizia, nonché le modalità con cui le autorità hanno gestito la situazione in relazione al whistleblower (informatore) che ha fatto scoppiare il caso, sono qualificabili come “avvenimenti di grande portata”, ha comunicato oggi la CdG. Vi è dunque la necessità di “particolari chiarimenti” da parte di una CPI.

Le competenze della Commissione d’inchiesta vanno oltre le possibilità della CdG, precisa la nota. L’istituzione di una CPI è inoltre opportuna data l’elevata complessità dell’oggetto in esame.

La CdG si occuperà delle questioni formali relative all’istituzione di una CPI ed elaborerà una richiesta al Gran Consiglio. Il Parlamento cantonale potrà esprimersi al riguardo nella prossima sessione che si terrà dall’11 al 13 giugno.

Martedì primo maggio il governo retico ha disposto un’inchiesta esterna affidando a una persona indipendente l’attento esame delle procedure di aggiudicazione degli appalti. Inoltre verranno poste sotto la lente anche le circostanze relative all’intervento di polizia nei confronti del whistleblower che aveva rivelato gli accordi illeciti.

Quello engadinese è il più grosso caso di manipolazioni nell’edilizia finora emerso in Svizzera. La COMCO ha inflitto una multa complessiva di 7,5 milioni di franchi a sette imprese di costruzione. La multa non è ancora passata in giudicato e potrebbe essere contestata davanti al Tribunale amministrativo federale (TAF).


ATS