Campagna elettorale e forza delle parole

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Anche se ancora un po’ in punta di piedi, la campagna elettorale per le prossime elezioni in Gran Consiglio è iniziata, e proseguirà in un crescendo sempre più a colpi di parole. E’ proprio questo che differenzia una campagna dal vero lavoro poi dell’eletto: le parole, non i fatti.
E il cittadino, che tante parole ascolterà, dovrebbe avere il diritto di ricevere soprattutto verità e meno luoghi comuni possibili.
Ma dire la verità in politica cosa significa?

L’ha spiegato molto bene Gianrico Carofiglio, scrittore e magistrato, in una trasmissione radiofonica di qualche giorno fa. E io allora mi rifarò al suo dire in questo articolo, consapevole di “rubargli” i pensieri, ma anche colpita dal fatto di averle già pensate spesso quelle cose, a modo mio.

Carofiglio ha debuttato con un’osservazione curiosa: gli anagrammi di “La Verità”. Ne ha trovati diverse decine a dire il vero, ma tre sono davvero interessanti, ovvero: relativa, rivelata, evitarla. Potenti le parole, non trovate? Come se oltre la forza del significato avessero al loro interno ancora tutta un’energia pronta ad esplodere!
E’ sull’anagramma “relativa” che i pensieri di Carofiglio hanno preso il largo. Parlare di verità relativa implica accettare il fatto che esistono più verità, non una sola; prendere atto di questo è la premessa per trovare soluzioni condivise.
Ma, dico io, non è proprio questo che deve continuamente fare la politica, trovare soluzioni condivise?
Carofiglio poi, nella trasmissione, ha ridato luce anche alla parola Compromesso, togliendole la patina negativa di cui si è rivestita in questi anni e riponendola in una categoria di voci nobili. Ha spiegato che compromesso, dal latino, significa promettere insieme. Tener cioè conto di più punti di vista ai quali però vien data uguale dignità. Tanto semplice e altrettanto illuminante!

Allora, mi vien da dire: cari politici, non prometteteci la luna, non fateci credere di avere in mano soluzioni certe, meritiamo la vostra verità, anche la vostra capacità di “promettere insieme”, e non dimenticate mai che le parole di chi fa politica devono essere vicine ai cittadini, nelle vostre storie noi dobbiamo ritrovare in qualche modo le nostre radici. Sono queste che potranno proiettarci, come singoli e come comunità, in un futuro, se non migliore, che almeno sappia di buono.
In un paese piccolo come il nostro, i nomi di chi si mette in gioco sono un fatto concreto, persone che tutti conosciamo, per qualcuno il vicino di casa: Alessandro Della Vedova (PDC), Giovanni Jochum (PLD.i liberali), Franco Vassella (PS), Dario Monigatti (PS), Pietro Della Cà (UDC), Lorenzo Heis ( Verdi Liberali). Verrebbe da dire che grazie a questa prossimità, rimanere concreti e vicini alla tua gente dovrebbe essere più facile. Dovrebbe, appunto.

Invece, il rischio, quando improvvisamente si finisce così sotto i riflettori, è di cadere nel protagonismo, nell’egocentrismo. Ma per guardare davvero al bene pubblico, bisogna uscire dal proprio ego, e si può cominciare a dimostrarlo anche con le parole, nei discorsi di avvicinamento al voto.

Saremo attenti come cittadini, vi ascolteremo con attenzione, coscienti che la lingua per portare verità non dovrà trasformarsi in “strumento di distrAzione di massa” (bellissima definizione ancora di Carofiglio), ma piuttosto in strumento di comunicazione.
Sono potenti le parole, vanno rispettate e implicano responsabilità.

Tuttavia, se come cittadini proveremo ad essere critici e attenti, dovremmo anche essere davvero riconoscenti e grati a chi mette a disposizione il proprio tempo per il bene comune.

Grazie dunque, e in bocca al lupo!


Serena Bonetti

3 COMMENTI

  1. Campagna elettorale…..dai comuni via Coira niente da ridire ai”vecchi” e nuovi candidati!!!
    Ma dove sono le donne?!Tanto si parla di pari diritti ….
    I comuni o il Cantone devono proprio essere al MASCHILE?!
    Comunque in bocca al lupo…..a tutti!

  2. Grazie Serena e grazie Giovanni pe i vostri apprezzati contributi. Grazie pure a Carofiglio che ha stimolato i vostri pensieri. Condivido il pensiero di “promettere insieme”, che in altre parole significa “compromesso”!
    Considerando il mio passato politico e le mie rispettive convinzioni, che il “compromesso” sta alla base di ogni realtà sociale, partendo dalla coppia, alla famiglia, all’associazione, alla società, alla politica, allo stato, risulta palese, in contraddizione con le tendenze politiche odierne, che comunque “il compromesso” è stato e sarà garante per il benessere comune e non solo di singole ideologie o estremismi. Concludo comunque anch’io ringraziando chi ha l’energia, il coraggio e la convinzione di mettersi a disposizione per il bene comune, osando sperare che in fin dei conti l’importante sarà avere i numeri per raggiungere un sano “compromesso” comune.

  3. Bell’articolo, Serena, complimenti. Ho sentito la trasmissione alla quale hai “rubato” i tuoi pensieri. In poche righe sei riuscita a evidenziare i punti che mi hanno colpito di più: le parole “verità”, il suo anagramma “relativa” e “compromesso”.

    In Svizzera abbiamo una grande tradizione democratica che si basa sulla discussione. Le diverse verità vengono presentate, si discute, si cerca di capire la posizione altrui e di difendere la propria. Grazie a questo processo di rappresentanza di idee, di valori e di interessi specifici, si entra in una fase di reciproca comprensione alla quale fa seguito, normalmente, il ritrovamento di un compromesso. Mi piace molto il significato come spiegato da Carofiglio: “promettere insieme”. Purtroppo la realtà non è così semplice. Molte volte, sia a livello cantonale che federale, subentrano altri fattori che rendono le cose più ingarbugliate. Uno promette una cosa a un altro, perché così in un prossimo futuro riceve un aiuto per raggiungere un altro obiettivo eccetera.

    A livello comunale ci si conosce personalmente e il partitismo passa in secondo piano. Voglio sperare che sia ancora così e che rimanga così a lungo. Siamo una piccola realtà. Però una realtà vivace, una realtà che ha saputo e saprà combattere per progredire e per difendere i propri interessi. Indipendentemente da chi sarà eletto deputato al Gran Consiglio, sia per il comune di Poschiavo sia per quello di Brusio, sarà importantissimo essere ben coordinati e “promettere insieme”. Un’azione coordinata a livello di valle avrà più possibilità di trovare ascolto rispetto a tre opinioni diverse.

    Mi sono sempre interessato alla politica, ma non mi sento un politico nato. Ho accettato una nuova sfida. Mi metto in gioco, perché credo nella democrazia e perché spero di poter contribuire al bene pubblico grazie all’esperienza raccolta finora sia in ambito lavorativo che privato. Confido nell’aiuto dei cittadini attenti e critici. Se dovessi essere eletto, mi piacerebbe ricevere dei riscontri veri e onesti che rappresentino le diverse verità.

    Giovanni Jochum