Energia elettrica a scapito della natura e del paesaggio

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Dighe ed elettrodotti ad alta tensione alterano il paesaggio. © Michael Bertulat

Nuove dighe ed elettrodotti accendono la discussione sull’equilibrio tra transizione energetica e protezione dell’ambiente e del paesaggio. Un equilibrio difficile da trovare.

Una nuova diga per una centrale che fornirà energia elettrica a 35.000 famiglie è prevista nel fondovalle davanti al ghiacciaio del Trift, nel Canton Berna in Svizzera. Il progetto è reso possibile dal cambiamento climatico, perché lo scioglimento del ghiacciaio ha fatto sorgere un nuovo lago che ora verrà ampliato con la costruzione di una diga alta 165 metri. La maggior parte delle associazioni ambientaliste è favorevole al progetto – nella speranza che con esso il Canton Berna consideri esaurito il proprio contributo alla transizione energetica decisa a livello nazionale e rinunci ai molti progetti di piccoli impianti idroelettrici, che hanno un forte impatto sull’ambiente naturale. Di ciò non hanno tuttavia alcuna garanzia, motivo per cui alcune organizzazioni per la tutela dell’ambiente – tra cui l’associazione svizzera per la protezione delle acque Aqua Viva – hanno deciso di opporsi giuridicamente al progetto, se necessario ricorrendo fino al Tribunale federale. L’interesse di proteggere l’ambiente d’alta montagna da alterazioni irreversibili viene considerato prioritario rispetto al contributo relativamente modesto alla produzione di energia rinnovabile.

Opposizione a progetti energetici in Italia e Austria 

Non solo la Svizzera è in fermento. Nel comune italiano di Domodossola suscita una forte opposizione il progetto di un mastodontico elettrodotto attraverso le Alpi, il cosiddetto Interconnector. Una nuova linea elettrica attraverso le Alpi che deturperebbe molte valli finora intatte.

Anche in Austria è in atto una mobilitazione contro grandi progetti energetici da parte del WWF, del Club alpino austriaco e degli Amici della Natura Austria. Nel sito web dedicato alla loro campagna “Seele der Alpen” (Anima delle Alpi) i promotori elencano otto grandi progetti energetici che nella sola Austria mettono a rischio ambienti naturali finora intatti. Tra di essi, ad esempio, nelle Alpi di Stubai i gestori della centrale di Kühtai vogliono costruire un secondo impianto di pompaggio con un nuovo bacino artificiale di 31 milioni di metri cubi e chilometri di condotte di derivazione interrate a oltre 2000 metri di altezza.

Non sarebbe meglio per le Alpi procedere ad un’autentica transizione energetica – e cioè lasciare alle spalle l’attuale sperpero di energia? Queste e simili domande saranno al centro del seminario “Energiewende: Nachhaltig oder hinterhältig” (Transizione energetica: sostenibile o subdola?) che si terrà dal 27 al 30 settembre a Salecina/CH. L’evento è organizzato da Aqua Viva, CIPRA Svizzera, Grimselverein, dalla Fondazione svizzera per la protezione del paesaggio, dal settimanale WOZ e dalla casa vacanza e centro culturale di Salecina. È ancora possibile iscriversi.

Fonti e ulteriori informazioni:

www.nzz.ch/schweiz/einsprache-gegen-stauseeprojekt-am-triftgletscher-ld.1355073(de), www.grimselstrom.ch/ausbauvorhaben/speichersee-und-kraftwerk-trift/(de), www.ossolanews.it/ossola-news/domodossola-fa-le-pulci-al-progetto-interconnector-7414.htmlwww.seele-der-alpen.at/karte/(de), www.cipra.org/de/veranstaltungen/stromtagung-in-salecina (de)


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