L’allocuzione del Presidente della Pgi Franco Milani:
Gentili autorità, stimati presenti, geschätzte Gäste,
capita raramente che il presidente di un’associazione sia invitato a prendere la parola alla cerimonia del 1° di agosto. Se quest’anno ciò accade, è perché la nostra organizzazione, la Pro Grigioni Italiano, compie esattamente 100 anni. 100 anni trascorsi a difendere la nostra lingua, a dare maggior peso politico al Grigionitaliano e a promuovere iniziative passate poi a terzi ─ come l’Ente Museo Poschiavino, la Società Tessitura Valposchiavo, la biblio.ludo.teca e numerose altre. Una presenza tangibile anche a livello cantonale, dove nel corso dei decenni la Pgi si è fatta carico d’innumerevoli attività: da un’ampia offerta editoriale a molteplici progetti di ricerca, da una vivace e capillare animazione culturale a variegati interventi di politica linguistica.
100 anni di sostegno all’integrazione e al dialogo con le altre comunità linguistiche, presenti anche qui questa sera e alle quali rivolgo un breve saluto:
Meine sehr verehrten Damen und Herren, ich darf Sie als Präsident der sprach- und kulturpolitischen Organisation «Pro Grigioni Italiano» sehr herzlich begrüssen. Seit genau hundert Jahren setzt sich unser Verein für den Erhalt und die Förderung der italienischen Sprache in Graubünden ein. Anderswo ist die eigene Sprache eine Selbstverständlichkeit – nicht so in Italienischbünden, wo die Bevölkerung seit jeher für die Anerkennung ihrer Sprachrechte kämpfen muss. Umso mehr freut es uns, dass Sie jetzt hier sind und unsere Kultur erleben.
La festa del 1° d’agosto dà l’occasione per ricordare che la Confederazione Svizzera e la lingua italiana hanno un legame significativo, essendo entrambe nate nella stessa fase storica, pressappoco 700 anni fa. Infatti, quando nel 1291 gli abitanti di Uri, Svitto e Untervaldo si univano tra di loro con solenne giuramento, importanti figure della letteratura europea come Dante, Petrarca e Boccaccio stavano portando il fiorentino a un tale livello di elaborazione letteraria che esso iniziò a sostituire il latino nella comunicazione scritta. È grazie a questi precedenti se oggi condividiamo un senso di appartenenza alla nazione Svizzera da un lato e alla lingua italiana dall’altro.
La Confederazione Svizzera e la lingua italiana hanno pure una storia simile. Semplificando si può dire che ambedue non sono state imposte da una forza unificatrice in modo centralistico o autoritario e che sia una sia l’altra si sono sviluppate per i vantaggi che offrivano e per il fascino che esercitavano. L’italiano, diversamente da altre lingue europee, non si è affermato grazie all’egemonia militare di un popolo su un altro, bensì unicamente per merito del suo pregio linguistico e delle arti e della cultura alla quale questa lingua dava voce.
Ma c’è un altro vincolo che lega la Pgi con la celebrazione del 1° di agosto: difendere la lingua italiana e le altre lingue nazionali è un’azione patriottica. Questo perché la Confederazione è uno Stato plurilingue che per la sua coesione non può fare leva né su una comune base linguistica né su un unico retroterra culturale e religioso. L’identità della nostra Willensnation va definita. Ecco quindi che lo studio degli idiomi nazionali non è un semplice esercizio scolastico, bensì un fattore decisivo per la coesione elvetica. Inoltre lo sforzo profuso dagli svizzero-italiani che studiano le lingue nazionali non può esonerare chi abita negli altri cantoni dal dover apprendere la nostra lingua. Solo prendendosi cura anche della lingua italiana si rende giustizia alla Svizzera.
Purtroppo cento anni di politica linguistica non sono bastati a fare riconoscere in modo universale questi principi fondamentali. In settembre saremo infatti chiamati al voto per decidere quante lingue straniere debbano essere insegnate nelle scuole elementari grigionesi. Attualmente le lingue sono due, ma chi ha lanciato l’iniziativa ne vorrebbe solo una: il tedesco nel Grigionitaliano e l’inglese nelle scuole tedescofone. Ciò ostacolerebbe ulteriormente la comprensione della nostra lingua e impedirebbe ai nostri scolari d’apprendere l’inglese. In altre parole per accontentare una parte del Cantone che alle elementari vuole solo l’inglese, le zone neolatine dovrebbero rinunciarvi. Questa è una palese discriminazione, un atto clamorosamente contrario ai precetti di giustizia sociale che mette a repentaglio la pace linguistica e la coesione cantonale.
La Pgi contrasterà questa iniziativa irrispettosa delle minoranze e in controtendenza con il resto del Paese. Lo farà specialmente nelle zone tedescofone del Cantone, nel rispetto delle regole, ma con determinazione e consapevole del proprio ruolo istituzionale. Ringrazio sentitamente tutti i Comuni, fra cui quelli di Poschiavo e di Brusio, per il sostegno alla nostra causa e tutti coloro che con il loro voto respingeranno l’iniziativa.
Concludo con l’invito a mantenere alta l’attenzione nei confronti delle nostre lingue e culture. Sosteniamo il plurilinguismo: è uno dei mezzi più efficaci per garantire la pacifica convivenza dei popoli. Sosteniamo l’italiano e i nostri diritti linguistici: lo stato di salute di una lingua rispecchia lo stato di salute di una nazione. Sosteniamo anche i nostri dialetti: a cumincià dal pus’ciavin, ca l’è la nossa prima lingua, la lingua dal cor.
Viva al pus’ciavin e l’italian; viva la Valpus’ciav, al Grigionitaliano e la Svizzera!
Pro Grigioni Italiano