La Valposchiavo respinge con forza l’«Iniziativa sulle lingue»

0
516

L’iniziativa popolare cantonale «Solo una lingua straniera» è stata respinta dal popolo grigionese con il 65,19% dei voti e una partecipazione al voto relativamente bassa del 37%. Un risultato che fa tirare un bel sospiro di sollievo a Pgi e Lia Rumantscha, nonché alla stragrande maggioranza degli abitanti del Grigionitaliano. Dando uno sguardo al voto nei singoli comuni e nelle regioni del Cantone, balza subito all’occhio come lo scampato pericolo per i cittadini grigionesi di lingua italiana provenga soprattutto da un respingimento netto di quest’iniziativa nelle aree romanciofone.

L’alleanza “latina” sembra dunque essere il principale garante del plurilinguismo cantonale, che in quest’occasione ha contribuito a respingere con un buon margine di vantaggio la minaccia proveniente dalle aree germanofone. Senza quest’alleanza il margine sarebbe stato sicuramente molto più risicato. Il chiaro risultato dei NO anche a Coira (63,36%) lascia pure presagire una pace linguistica duratura nel Cantone. L’impressione, infatti, è che nel comune più popolato dei Grigioni la convivenza fra genti di lingua e cultura diverse aiuti ad avere un approccio più aperto e maggiore sensibilità nei confronti delle lingue minoritarie.

Clicca qui per vedere i risultati dettagliati.

A seguito anche dell’alta affluenza al voto (63,21%) per l’elezione di podestà e Consiglio comunale a Poschaivo, nella Regione Bernina si annota il respingimento più netto di tutto il Cantone con il 93,94% di NO. Si tratta di un forte segnale proveniente da una regione che rivendica in modo quasi plebiscitario lo statuto paritario della lingua italiana all’interno del territorio plurilinguistico delle antiche Tre Leghe. Negli scorsi anni, in disaccordo con la proposta del Cantone di accorpare la Valposchiavo alla Regione Maloja, anche i nostri politici locali avevano difeso a denti stretti l’autonomia linguistica regionale.

Se il Comune Bregaglia ha pure respinto chiaramente l’iniziativa con l’89,31% di NO, il risultato lievemente meno netto della Regione Moesa (84,82%) è sicuramente da attribuire al fatto che molti dei suoi abitanti approfittano della vicinanza del Ticino sia per svolgere gli studi che per trovare un impiego. È probabile che chi abbia votato SÌ all’iniziativa in questa Regione del Grigionitaliano non abbia considerato gli evidenti svantaggi di coloro, invece, che non hanno praticamente altra alternativa che orientarsi verso oltralpe.

Grafico sui risultati del voto dell’Iniziativa sulle lingue (23.09.18) Fonte: www.suedostschweiz.ch

A livello federale non ha trovato nessun ostacolo sulla via l’approvazione del «Decreto federale sulle vie ciclabili, i sentieri e i percorsi pedonali» che è stato approvato dal 73,6 % del popolo e da tutti i cantoni. Un decreto volto a fissare una regola comune alla costruzione di queste vie di transito, analogamente alle leggi federali che su di esse devono essere rispettate. Non hanno incontrato il favore del popolo e dei cantoni, invece, le due iniziative sulla politica alimentare «Per derrate alimentari sane» e «Per la sovranità alimentare», respinte con il 61,3%, rispettivamente il 68,4% dei voti e da 22 Cantoni.

Due iniziative, quest’ultime, che pur riscontrando la simpatia di parte della popolazione, non hanno evidentemente saputo convincere la gente relativamente a un’eventuale evoluzione negativa dei prezzi al consumo né dare sufficienti garanzie sulla libertà di scelta individuale. Oltre a ciò molti erano gli interrogativi sull’importazione di prodotti agroalimentari di cui la Svizzera non dispone, non dispone a sufficienza o su tutto l’arco dell’anno. È quindi verosimile che i promotori delle due iniziative non abbiano saputo fare presa sulle fasce di popolazione con reddito medio-basso, ciò che avrebbe potuto dare loro maggiori possibilità di successo.

Grafico sui risultati del voto dell’iniziativa “Per derrate alimentari sane” (23.09.18) Fonte: www.tagesanzeiger.ch

Si registra infine un tasso di partecipazione al voto piuttosto basso con circa il 37% per tutti e tre gli oggetti federali in votazione e la riconferma di un divario fra i cantoni romandi (e Ticino, ma in modo meno marcato) e il resto del Paese, a testimonianza di una maggiore apertura verso nuove sperimentazioni politico-economiche e meno avversione nei confronti di una regolamentazione del mercato da parte dello Stato nelle aree francofone.


Achille Pola