Giovedì 27 settembre 2018, nella sala della comunità evangelica di Brusio, Paolo Tognina ha tenuto una relazione sui giubilei delle Riforme protestanti appena trascorsi e imminenti. Il pastore Antonio Di Passa, che ha brevemente introdotto il conferenziere, ha parlato di una serata-ponte tra gli eventi organizzati in valle e fuori valle nel 2017, in occasione dei 500 anni della Riforma di Lutero, e quelli previsti per il 2019, anno in cui si celebreranno i 500 anni della Riforma di Zwingli. Un anniversario, quest’ultimo, che a livello internazionale forse susciterà meno clamore di quello del 2017, ma che per le comunità evangeliche della Valposchiavo, le quali aderirono fin dall’inizio alla tradizione delle Chiese riformate svizzere, riveste un’importanza fondamentale.
Paolo Tognina, coordinatore dei programmi evangelici alla RSI e volto conosciuto al grande pubblico grazie alla trasmissione televisiva «Segni dei tempi», in un’intervista radiofonica andata in onda a dicembre 2017 su RETE 2 si è definito “un teologo prestato al giornalismo”. I valposchiavini della sua generazione e quelli più anziani lo ricordano però anche per la sua precoce attività giornalistica mentre era ancora studente presso la Scuola magistrale di Coira, quando moderava una trasmissione musicale sulle frequenze di «Radio Tirano», un’emittente “meteora” che trasmetteva programmi dalla cittadina abduana negli anni ’80, nonché per la sua collaborazione ne «La Scarìza», il bimestrale valposchiavino che durò esattamente un decennio a cavallo fra gli anni ’80 e ’90.
Nella relazione sui giubilei delle Riforme Tognina ha dapprima illustrato la sua esperienza come inviato della RSI per il «Telegiornale» e per «Segni dei tempi» in Svezia, durante l’incontro indetto dalla Federazione luterana mondiale in commemorazione dei 500 anni della Riforma di Lutero, avvenuto tra il 31 ottobre e il 1° novembre 2016 a Lund e Malmö, e a cui ha partecipato anche papa Francesco. Ben oltre le cose che i maggiori protagonisti di quest’evento ecumenico si sono dette e hanno scritto – seguendo un rigoroso rituale prestabilito – ciò che più lo ha colpito è stato vedere i massimi esponenti della Chiesa luterana e il Papa vestiti in modo identico, nonché quest’ultimo applaudire ai discorsi degli altri religiosi.
Un altro aspetto ecumenico legato al giubileo della Riforma luterana, che egli ha voluto sottolineare, è quello relativo alla mobilitazione di molte parrocchie cattoliche svizzere per visitare i luoghi di Lutero. Sempre in ambito ecumenico, degna di menzione è pure la recente apertura del presidente della Conferenza episcopale tedesca, il cardinale Reinhard Marx, alla partecipazione all’Eucarestia dei coniugi protestanti. Nel 2017 a Berlino si è tenuto inoltre il 36esimo “Deutscher Evangelischer Kirchentag”, a cui hanno partecipato la cancelliera tedesca Angela Merkl e l’ex presidente degli Stati Uniti Barak Obama: una rara occasione – secondo Tognina – in cui due fra i protagonisti della politica mondiale degli ultimi anni hanno parlato dell’importanza della loro fede e dei valori evangelici nell’operato politico.
Se questi eventi hanno interessato piuttosto la Germania e i Paesi scandinavi, anche in Svizzera si è colta l’occasione per ricordare i giubilei della Riforma: sei città svizzere hanno ricevuto il certificato europeo “Città della Riforma”, grazie al quale possono vantare di essere culle della Riforma protestante. Ognuna di esse, infatti, ha accolto almeno un riformatore: Calvino a Ginevra, Farel a Neuchâtel, Comander a Ilanz, Vadiano a San Gallo, Ecolampadio a Basilea e Zwingli a Zurigo. Per quanto riguarda la Svizzera italiana si è parlato molto della Riforma avvenuta in Bregaglia e dell’affermarsi della lingua italiana, introdotta da predicatori provenienti da sud. In quest’ambito la RTR ha prodotto un interessante cartone animato che narra del predicatore Pier Paolo Vergerio e della spogliazione degli arredi sacri dalla chiesa di San Gaudenzio presso Casaccia (clicca qui per guardare il filmato).
La stessa attenzione mediatica, tuttavia, non è stata riservata a Brusio e Poschiavo, ma secondo Tognina a ciò è ancora possibile rimediare con il giubileo del 2019. In questo contesto si potrebbe valorizzare il ruolo che svolse la Tipografia di Dolfino Landolfi (1500 – 1571) durante il periodo della Riforma mediante l’esposizione dei volumi e degli scritti originali ancora rintracciabili, allestita ad esempio accanto a una macchina a torchio meccanico dell’epoca, creando così un evento che darebbe rilevanza allo straordinario fatto che a Poschiavo, nel 1547, per la diffusione di pubblicazioni religiose protestanti a sud delle Alpi sorse una tra le prime tipografie della Svizzera.
Nella città sulla Limmat, intanto, fervono i preparativi per commemorare la Riforma. Uno fra gli eventi più attesi è la proiezione del film sulla vita di Ulrich Zwingli: una produzione cinematografica da 6 mio di franchi della C-Films di Zurigo per la regia di Stefan Haupt (guarda il trailer del film). Per «Segni dei tempi», lo scorso mese di marzo, Tognina si è recato sul set del film girato tra Germania, Zurigo e Stein am Rhein, località, quest’ultima, in cui è stato possibile ricostruire buona parte delle scene nel cortile dell’antica abbazia benedettina di San Giorgio, oggi divenuta un museo. Sebbene a Tognina non sia stato consentito di riprendere le scene del film che stavano girando, egli è comunque riuscito a realizzare un documentario con delle interviste che rendono bene l’idea di ciò che sarà quest’opera cinematografica (guarda il documentario).
Stando a queste interviste si apprende che molta gente, ancora oggi, ricorda Zwingli come un personaggio intransigente e contrario ai piaceri della vita, ma nel film si parla anche della passione con cui egli lottò per valori quali la giustizia, la libertà e per abolire il servizio mercenario. Nel film emerge inoltre una figura centrale nella vita del Riformatore: quella di sua moglie Anna Reinhart, che influì non poco sulla sensibilità di Zwingli verso i temi sociali.
Tognina ha inoltre rivelato che, durante l’intervista a Christoph Sigrist (uno dei due pastori del “Grossmünster” di Zurigo), sul muro della chiesa poteva leggere una celebre frase del Riformatore zurighese “Tut um Gottes Willen etwas Tapferes” (Per volontà di Dio fate qualcosa di coraggioso), dove per “coraggioso” si intende chiaramente mettere in pratica la parola del vangelo. Un tema che secondo il teologo-giornalista originario di Brusio è sempre di grande attualità; basti pensare a una recente disposizione del Consiglio federale per allentare le restrizioni alla vendita di armi e materiale bellico, messa “coraggiosamente” in discussione da una mozione del PBD e accolta dal Consiglio nazionale con 97 voti favorevoli contro 82 contrari lo scorso 26 settembre.
Achille Pola