Dopo le elezioni, un’analisi politica

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Dove stanno i partiti del Comune di Poschiavo? Cambiamento e continuità nei risultati del voto del 25 novembre.

Il rinnovo delle istituzioni comunali del 2018 è iniziato con il botto: con un risultato sorprendente, il podestà uscente non è stato riconfermato il 24 settembre. Giovanni Jochum, sostenuto dal Partito liberale, ha scalzato Alessandro Della Vedova, il candidato del partito storico, il PDC.

È stata un po’ una lotta fra Davide e Golia: alle elezioni nazionali del 2015, il PLR aveva, infatti, ottenuto solo il 7,2% dei voti locali a fronte del solido 30,3% del PDC. Dovevamo aspettarci un’altra rivoluzione per la Giunta?

Il 25 novembre ha corretto eventuali timori o speranze: non c’è stato un secondo stravolgimento politico. Ora sappiamo che per il Consiglio, si è trattato di un voto legato alle personalità in campo. Nel legislativo, i partiti poschiavini confermano invece le loro posizioni; seggio più, seggio meno.

Vincitori e vinti

È stata comunque una bella corsa per la Giunta: tanti nuovi volti, possibilità di scelta in quasi tutti i circoli elettorali, numerose donne. La prima sintesi è che la politica poschiavina è viva, c’è dibattito e voglia di impegnarsi. La partecipazione al voto ha rasentato il 60% e continua ad essere fra le migliori nel cantone. La politica locale è quindi vissuta e partecipata.

Solo a Campiglioni e a Le Prese non c’è stata contesa. Nel primo caso, nessun’altra forza politica ha sfidato i due uscenti dell’UDC Fulvio Betti e Gabriela Menghini-Inauen. A Le Prese uguale, ma c’è stato un passaggio di testimone per il PDC che ora ha una rappresentante donna: Monica Pirovino (PDC) affiancherà il liberale Flavio Lardi.

Mentre a Prada c’è stato il botto con un epilogo: il PDC ha riconquistato dopo due legislature il suo secondo seggio. L’uscente liberale Reto Capelli non è stato riconfermato. Per il supplente ci vorrà addirittuta un secondo turno, nessuno dei ben quattro candidati per il solo posto in panchina ha raggiunto la maggioranza necessaria.

Da notare il successo dei due nuovi candidati UDC per il Borgo: Michela Paganini e Arno Marchesi (questo uscente, ma per San Carlo). Uno zuccherino per l’UDC, dopo la sconfitta nella corsa per il Consiglio comunale. Ma qui si può ricordare che il partito ha spesso difficoltà nel conquistare dei seggi negli esecutivi, perché con il sistema maggioritario ci vuole un sostegno trasversale; si è visto in giugno a livello cantonale e si registra ovunque in Svizzera.

In definitiva è il PDC, con i suoi 5 eletti, ad approfittare dell’assegnazione dei seggi della Giunta, grazie soprattutto ai circoli elettorali più piccoli.

Il panorama politico

A bocce ferme, possiamo dire che da alcuni anni assistiamo ad un consolidamento delle posizioni politiche con tre blocchi principali.

  • Il primo partito locale è l’ultimo arrivato: l’UDC. Alle elezioni politiche del 2015, la sua forza elettorale si assestava al 36,8 per cento, anche grazie a candidati locali o con delle radici in valle. Ma, a conferma della sua forza, c’è il risultato del 25 novembre scorso: l’iniziativa UDC sull’autodeterminazione ha ottenuto il 32,6% con una partecipazione al voto molto più importante rispetto all’ottobre 2015. L’iniziativa, combattuta a fuochi incrociati da tutti gli altri partiti e da 180 organizzazioni, è stata sostenuta solo dalla base UDC, affermano gli exit poll. La forza elettorale si conferma quindi attorno al 32-36%. Con i suoi quattro rappresentanti, per i prossimi quattro anni, l’UDC sarà ancora leggermente sottorappresentata in Giunta rispetto alla sua forza elettorale.
  • Il campo progressista, mantiene tutto sommato le sue posizioni. La forza più importante all’interno di Poschiavo Viva è il Partito socialista (nel 2015 raccoglieva il 17% dei voti), ma vi fanno parte anche i verdi liberali e altri. Sommando la forza elettorale del gruppo, alle elezioni nazionali si arriva al 25,1%. Anche questa parte dell’elettorato avrà quattro seggi in Giunta, come l’UDC. Interessante è il fatto che le forze del centro-sinistra rimangono ancorate al Borgo con tre dei loro quattro consiglieri. Questi ottengono anche i risultati personali migliori e conquistano tre su sette seggi spettanti al capoluogo. Benché il Borgo non possa essere considerato una città, si riprone una costante presente in tutta la Svizzera che vede i centri urbani più progressisti rispetto alle periferie.
  • Il centro-destra – occupato da PDC (5 seggi) e liberali (3 seggi) – aveva raggiunto un 37,5% nel 2015. Un bel risultato, anche se negli ultimi 26 anni, cioè dal voto sullo Spazio economico europeo, il loro elettorato si è praticamente dimezzato a favore della nuova destra. Il PDC non è ormai più il vero “partitone”, ma rimane comunque la forza della tradizione cattolica e di una buona fetta dell’elettorato valposchiavino. Il grande centro-destra controllerebbe quindi la metà della Giunta, ma culturalmente le due forze sono molto distanti e storicamente opposte; la maggioranza numerica non è ancora un programma politico.
  • In linea con il resto del Paese è anche la quota di donne nel parlamento comunale: a livello nazionale siamo al 22%, in Giunta saranno 5 su 16.

Maggioranze alterne

Rispetto a Brusio – che vota e elegge sempre più in sintonia con il Ticino – il Comune di Poschiavo si dimostra a immagine e somiglianza della Svizzera politica nel suo insieme. Per trovare delle soluzioni, i tre blocchi devono trovare il consenso e le maggioranze saranno una volta di qua e un’altra di là. Per fortuna, a livello locale, i discorsi ideologici sono relativi: un marciapiede può essere utile sia a destra che sinistra della strada. Ma ci vuole la volontà di trovare un consenso.


Daniele Papacella

3 COMMENTI

  1. Secondo me i consessi politici del Comune di Poschiavo sono troppo grandi e macchinosi.
    Già da tempo sostengo che si dovrebbero ridurre i membri di Giunta almeno di un terzo ( 10 membri invece di 16 ) e il Consiglio Comunale a 3 invece di 5. Ne risulterebbe un lavoro più snello ed efficace.

  2. Caro Livio, grazie per l’interessante complemento d’informazione. Una volta ci sediamo a tavolino e scriviamo una storia politica locale. Sono cambiate molte cose, sarebbe interessante documentare le varie fasi. Affaire à suivre…

  3. Bella analisi politica quella di Daniele. Riassume bene la distribuzione delle forze politiche degli ultimi anni.
    Per la storia degli ultimi decenni bisogna invece ricordare che praticamente dal 1992 fino al 2010 erano due le forze che si contendevano la maggioranza: il PDC e Insieme Per Poschiavo (IPP), una lista civica che riuniva diverse forze politiche di sinistra e di destra, non PDC. Nel 2010 queste forze si disgregano e nasce Poschiavo Viva (Partito socialista e Verdi liberali) e si ricompongono i partiti storici PLR e UDC.

    Il 1992 aveva segnato una grande svolta per la politica locale: Insieme per Poschiavo aveva ottenuto la maggioranza in Giunta, dopo decenni di incontrastato dominio del PDC. Grazie alla spinta di questa lista civica venne introdotta la separazione dei poteri tra esecutivo e legislativo, l’istituzione dei dipartimenti con i capidipartimento impiegati al 20% e il podestà al 50%.