Il popolo svizzero ha respinto, il 10.02.2019, con il 63.7% di voti contrari, l’iniziativa popolare dei Giovani Verdi, che aveva come obiettivo quello di fermare la dispersione degli insediamenti. Tutti i cantoni hanno votato contro. Gli ultimi sondaggi del gfs.bern hanno predetto questa tendenza negativa: si pensi che soltanto il 47% degli intervistati ha dichiarato che avrebbe votato a favore (30.01.2019). Nonostante l’amara sconfitta, l’iniziativa popolare aveva avuto un buon impatto all’inizio: il 21 dicembre 2018, infatti, il 63% degli intervistati nel sondaggio del gfs.bern aveva detto di essere a favore. Questo cambiamento, che si è verificato nel pensiero popolare passando rapidamente da una prima fase a favore del progetto ad un’ultima fase completamente a sfavore di quest’ultimo, è comunque molto tipico per quanto riguarda le iniziative popolari in generale.
Negli ultimi decenni, dato il forte aumento dell’edificazione di terreni coltivabili e paesaggi naturali, i Giovani Verdi hanno creato le basi per creare un’iniziativa con l’obbiettivo di conservare la natura ed il paesaggio attraverso una legge che avrebbe congelato la superficie complessiva delle zone edificabili in Svizzera; nuove zone edificabili sarebbero state ammesse soltanto a condizione che, altrove, una superficie di dimensioni almeno equivalenti fosse recisa dalle aree edificabili stesse. Inoltre, quest’ultima, avrebbe sancito nella Costituzione quali edifici e impianti avrebbero potuto essere costruiti fuori dalle zone edificabili.
L’iniziativa avrebbe dunque cambiato radicalmente la legge della pianificazione del terreno svizzero. Respingendola resterà semplicemente lo Status Quo: la legge che è stata approvata dal popolo svizzero nel 2013 sulla pianificazione del territorio. Questa predice che ogni Comune deve definire il proprio fabbisogno di zona edificabile per i prossimi 15 anni cercando di ridurre le zone edificabili il più possibile. Secondo i Giovani Verdi, questa legge non sarebbe comunque sufficiente per garantire uno sviluppo sostenibile del territorio.
I partiti a favore di questa iniziativa hanno argomentato che negli ultimi anni è stato costruito troppo ed il terreno edificabile è stato ampliato molto più del reale fabbisogno: infatti, a livello nazionale, quasi un metro quadrato di spazio verde va perso ogni secondo. Questa iniziativa non solo intendeva proteggere la natura e quindi aumentare la qualità di vita di tutto il Paese, ma avrebbe costretto anche la popolazione svizzera a gestire al meglio il terreno edificabile a disposizione.
Gli oppositori, dall’altra parte, sono dell’idea che l’iniziativa, nonostante abbia al suo interno degli argomenti e obbiettivi validi ed interessanti, essendo un dato di fatto l’aumento ingiustificato dei territori edificabili negli ultimi anni, sia comunque troppo radicale e non prenda in considerazione le differenze cantonali e regionali. Comuni che hanno definito poco terreno edificabile per i prossimi 15 anni verrebbero, infatti, ingiustamente puniti. Il passaggio dell’iniziativa avrebbe potuto anche causare un aumento dei prezzi di terreni e appartamenti. Inoltre, aggiungono che la nuova legge della pianificazione del territorio del 2013 sia sufficiente per garantire un uso sostenibile del terreno svizzero.
Sebbene questa iniziativa non sia stata accettata, il bisogno della popolazione di trasformare la Svizzera in uno stato più ecologico e sostenibile sembra crescere sempre di più. Questo bisogno si rispecchia specialmente nelle ultime proteste dei giovani in diverse città, per una Svizzera più ecologica. Grazie a questa iniziativa, perlomeno, si è messo nuovamente in discussione se la legge per la pianificazione del territorio sia sufficiente per garantire veramente uno sviluppo sostenibile e se venga messa in pratica correttamente. Quanto stia veramente a cuore la tematica dell’ecologia nella popolazione svizzera si vedrà nelle prossime iniziative e forse anche nelle elezioni parlamentari dell’ottobre 2019.
Lena Baumann