Il treno, scelta di sostenibilità

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A inizio febbraio il World Economic Forum ha pubblicato la classifica dell’efficienza dei servizi ferroviari in 127 paesi; al primo posto c’è, saldamente al comando, la Confederazione Elvetica seguita da Giappone e Sud Corea. Il primo Paese europeo è l’Olanda, settimo; al nono posto c’è la Germania. Per il resto d’Europa ci sono solo posizioni oltre la quattordicesima piazza; si tratta, talvolta, di prestazioni assai modeste anche rispetto ad altri Paesi che ancora ci ostiniamo a definire “emergenti”. Il primo posto della Svizzera forse non ci sorprende, ma certo dimostra l’efficienza di un sistema a elevata complessità che sa lavorare armonicamente, salvaguardando coincidenze e puntualità che in molte altre zone d’Europa sono tuttora una chimera.

Forse vi farà sorridere, ma quando ogni anno rinnovo il mio metà prezzo, ora nella sua nuova formula Swiss Pass, mi sento orgogliosa di avere quel tesserino rosso che mi spalanca le porte della Confederazione e mi fa viaggiare in lungo e in largo attaccata al finestrino, a godere di panorami sempre nuovi nella loro continuità.

Il viaggio in treno, che si tratti della tratta retica o di AlpTransit, resta per me una gran festa, che comincia con l’attesa sulla banchina, l’ascolto degli avvisi fuori e dentro il treno e si concretizza poi nel servizio a bordo. Entri in treno e ti senti subito in Svizzera; mi capita perfino quando sono pendolare a Milano e attendo il “Tilo” che arriva da Bellinzona o Lugano; nell’ora di punta è pieno come un uovo, ma arrivare in stazione Centrale con l’annuncio in tre lingue diverse regala un po’ di “svizzeritudine”, sempre gradita prima di una giornata milanese.

Fonte: www.valposchiavo.ch

Da qualche anno a questa parte il viaggio in treno è diventato sinonimo di viaggio ecologico; si calcola infatti che il treno produca 44 grammi di Co2 per chilometro, a fronte dei 118 dell’automobile, dei 140 dell’aereo e dei 158 del camion; il treno vince anche rispetto al consumo di energia; stando dunque ai canoni più recenti, si tratta senza dubbio di una soluzione sostenibile. Probabilmente mai come in questi ultimi mesi, la sostenibilità ambientale è diventata priorità di vita, a partire dai più giovani. Il World Economic Forum di Davos a gennaio ha dato spazio all’iniziativa della giovane studentessa svedese, un po’ meno noti sono invece i raduni organizzati dagli studenti il giovedì o il venerdì pomeriggio; da mesi, si ritrovano nelle piazze delle principali città europee per chiedere azioni concrete per contenere inquinamento e utilizzo delle risorse naturali. Se da un punto di vista scientifico molto ancora c’è da studiare per dimostrare la correlazione diretta tra eventi climatici estremi e azione dell’uomo, non c’è dubbio che anche la semplice osservazione restituisce un panorama meteorologico assai mutato in pochi decenni.

Comunque la si pensi, è venuto il momento di riflettere e approfondire. Lo scorso 13 febbraio, i due terzi del Gran Consiglio grigionese hanno chiesto misure urgenti a favore della protezione del clima; il Cantone, si legge nel testo, è particolarmente sensibile: il territorio di montagna è quanto mai vulnerabile e delicato e l’aumento delle temperature impatta sensibilmente sulla vita; i territori montani potrebbero dunque essere pionieri nello studio e nell’implementazione di soluzioni adatte a mitigare gli effetti dei cambiamenti sperimentati finora. Prendere il treno, scegliere le rotaie è sempre più una scelta di sostenibilità; ricordiamolo quando in stazione attenderemo il nostro prossimo Trenino Rosso, che ci porterà a valle o in quota, tra quelle vette così maestose eppure così delicate.


Chiara Maria Battistoni

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