Le grandi navi usano tantissima energia. Sia le mercantili, sia quelle da crociera. I loro gas di scarico sono tra i più inquinanti al mondo. Quando cambiano direzione, sono molto lente, creano gorghi ed enormi spostamenti di acqua. Il rumore è assordante. Chi ci lavora dentro, se non è più che qualificato, è pagato male.
Vorrei poteste entrare nella metafora.
In questo momento, l’economia mondiale, come la stessa politica, dà l’impressione di trovarsi in questa situazione. Abbiamo avuto crescite spaventose: in numeri di persone come nel benessere. Mai così pochi muoiono di fame o non hanno frequentato una scuola. Mai così pochi, grazie alla medicina, alla tecnica e alla pace (anche se relativa e non onnipresente) muoiono giovani. Anzi, s’invecchia come non mai.
Sotto l’egida del capitalismo (con tutte le sue sfaccettature, Cina compresa), grazie all’apertura dei mercati con i relativi investimenti nei paesi terzi, sono arrivati i frutti della globalizzazione. Tutti ne hanno avuto delle ricadute positive economicamente parlando.
Gli svizzeri tra i primi.
Si ritiene inoltre che solamente la crescita sia la base del benessere. Qualunque esso sia. Anzi, ci siamo abituati a quella forma sottile di ricatto, che i consumi, lo stupire con le novità, siano importanti per la creazione di posti di lavoro e che tu ci devi “stare”.
Pedalare per non far cadere la bicicletta, potrebbe essere il motto.
Orbene, a ogni azione corrisponde una reazione. Quest’ultima non l’abbiamo magari voluta, ma siccome la razza umana non si pone limiti…!
Sì, siamo caduti nella voragine dell’inquinamento e del massacro della biodiversità: figlia di tanti genitori che si possono chiamare “massimizzazione del profitto”, “noncuranza”, “disaffezione” (a madre natura), “truffa”, “manipolazione”, “ignoranza” e “focalizzazione” all’apparente.
Facciamo un passo indietro tralasciando l’inquinamento che subì un’impennata proprio subito dopo la II guerra mondiale con il “piano Marshall”. Dove si capì, più tardi, la correlazione stretta che sta tra crescita a base di energia fossile e inquinamento!
La qualità di vita è ancora la stessa di cinquanta anni fa?
Come la mettiamo con la durata dei prodotti costruiti in modo tale da dover essere sostituiti dopo poco tempo? Siamo sicuri che la qualità del cibo sia forse migliore di quella che si produceva in loco e si consumava in base alle stagioni? Come mai se ne butta via un terzo? Vi accorgete che vari servizi sono stati ridotti ma non il loro prezzo? Siete coscienti che quando vi fate l’e-banking, che vi prendete i biglietti in internet, che vi servite da soli in un ristorante, che acquistate magari un mobile e ve lo montate, il vostro lavoro non va a finire nella statistica dell’inflazione perché lavorate gratis? Orbene, tutti i relativi dati appena citati, come i prezzi degli immobili (schizzati in alto), non figurano nel paniere dell’inflazione. Lo stesso accade con i dati dei beni pubblici: la difesa, l’ordine pubblico, le relazioni diplomatiche. Spese che continuano a crescere e che noi paghiamo tramite le imposte!
Se questi elementi mancano, l’inflazione “ufficiale” da loro causata, non sale per i settori appena citati. Perciò, se del caso, non la ritrovi “compensata” nei salari, nelle pensioni e così via. E’ dunque ragionevole pensare, che l’inflazione sia maggiore di quanto indicato dalle statistiche. In ogni parte del mondo.
Detto in modo esplicito e molto semplificato: una volta, una famiglia di quattro persone si poteva permettere una casetta propria con il giardino, e una vettura. Inoltre il lavoro durava fino alla pensione.
In questo periodo, viceversa, se il marito e la moglie lavorano, probabilmente abiteranno in affitto in un appartamento con una piazza di gioco nelle vicinanze e avranno un’automobile. Disporranno forse di viaggi in aereo (per il gioco: “Ci sono stato anch’io!”), molto convenienti. Con i figli, che frequentano un asilo nido, di certo non avranno grandi scorte. Se non più che qualificati e indispensabili, sui cinquantaquattro anni rischieranno di essere rimpiazzati da giovani pagati molto meno, o da automi comandati da algoritmi.
Si dovrebbero dunque avere delle riserve, demotivate dai tassi d’interesse che in nessun modo ripagano il rischio della controparte. Tutto questo va a favore delle società “cicala”, ma non solo, le quali accusano una relazione “debito/Pil” sopra del 100% ( poche le eccezioni).
Affinché “la bicicletta” non caschi per terra.
Se ne può dunque dedurre che la classa media attuale sta finanziariamente meno bene di anni orsono.
Dalla nascita della globalizzazione si capiva che i salari a livello mondiale si sarebbero avvicinati! C’è voluto del tempo ma è successo: per i paesi emergenti verso l’alto, per gli altri, giù. In alcuni, pochi, paesi industrializzati forse meno, ma il risultato finale marcia nella stessa direzione. Questa circostanza, laddove il ceto medio sta meno bene e la forbice tra ricco e povero si allarga, è sempre stata la madre di grandi destabilizzazioni e proteste.
Ci tengono però a bada. Come al tempo dei romani è praticato il “panem et circenses” dove quest’ultimo, i giochi da circo, è stato sostituito dalle “reti sociali”, “shows”, pubblicità e miti da seguire con l’aiuto di “influencer” e “opinion maker”!
Con gli stessi risultati: ti portano via i pensieri, ti spostano dalla vita “reale” in quella “fittizia”. Ne è nata una generazione che interagisce in quest’ambito, “controllata” e “usata”, con i dati raccolti dalle varie “apps”, sia dalla politica sia dall’economia. I loro scopi sono forse sempre i nostri? Il tutto sa molto di “1984” di orwelliana memoria. (Romanzo che descrive una visione nera, a base di un sistema di monitoraggio statale.)
Questo turba, avremo bisogno di nuove regole!
Tutti i fatti che ho cercato di rammentare, creano grossi “gorghi” e “spostamenti”.
A tutti i livelli. Sia in riguardo alla loro valutazione, sia sul come affrontare e risolvere il problema. La direzione finale dovrà però essere una sola e verso un nuovo equilibrio. Grazie a nuove consapevolezze, tecniche migliorate, modi di vivere più moderati ed equilibrati, voluti dai singoli e/o imposti dalle situazioni o dalla politica. Ci vorrà comunque tempo. Molto!
Mi piacerebbe poter credere, come disse il saggio politico uruguaiano Pepe Mujica:
“Non mi guardo indietro perché il presente, che è reale, è nato dalle ceneri fertili di ieri.”
Chissà se quest’ultime, quelle buone, riusciremo a individuarle per tempo!
Roberto Nussio
Questa è la quattordicesima moneta
Il più gramde economista fu un famoso capo indiano che disse:
” Solo quando non ci sarà più un pesce nel fiume, un albero nel bosco, un uccello in cielo, l’uomo capirà che i
soldi non si possono mangiare . ”
Nando Nussio