Emissioni di CO2: la Svizzera lontana dalla meta, il Consiglio federale deve attivarsi

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La lenta ed esitante riduzione delle emissioni di CO2 in Svizzera parla chiaro: il nostro Paese è lontano dal realizzare l’obiettivo di uscire dal petrolio e gas naturale entro i prossimi 20 anni. Il WWF esorta il Consiglio federale a esercitare i propri poteri ai sensi della legge applicabile.

Nell’ultimo anno le emissioni di CO2 prodotte dagli svizzeri si sono ridotte solo dell’ 1%, stando a quanto comunicato recentemente dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), mentre nel settore dei trasporti sono addirittura rimaste uguali. «Questi sviluppi sono inaccettabili e lontani dall’essere sufficienti a scongiurare la crisi climatica», spiega Patrick Hofstetter, responsabile del clima ed energia del WWF Svizzera. «In questo modo non vengono conseguiti neppure gli obiettivi minimi previsti dalla legge sulla CO2».

«Il Consiglio federale deve esercitare una volta per tutte i propri poteri ai sensi della legge applicabile in materia di CO2», sottolinea Hofstetter. Dovrebbe aumentare la tassa sulla CO2 riscossa sui combustibili dagli odierni 96 franchi a 120 franchi per tonnellata di CO2. Gli importatori di carburante devono inoltre essere obbligati a compensare fino al 40% delle emissioni, mentre – allo stato attuale – il Consiglio federale ha in programma di richiedere entro il 2020 un risarcimento pari a solo il 10%. Infine, si deve mettere in pratica la volontà del popolo. «Nel 2017 la Svizzera ha stabilito che entro il 2020 l’intera gamma di nuove automobili dovrà mantenere le emissioni di CO2 al di sotto dei 95 grammi per chilometro», precisa Hofstetter. E invece, il Consiglio federale ha rimandato l’applicazione della norma al 2023, andando di fatto contro la volontà del popolo. Quest’anno il Consiglio federale potrà e dovrà rimediare all’errore commesso.

«Il tempo sta scadendo. Sempre più persone sono comprensibilmente preoccupate per gli effetti dei cambiamenti climatici. Il Consiglio federale non può continuare a chiudere gli occhi di fronte a questa emergenza. Perché è in gioco il futuro di tutti noi», conclude Hofstetter.


WWF Svizzera

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