Regione Bernina, quo vadis?

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I cittadini dalla classe politica ai vertici delle istituzioni non si aspettano dei miracoli. Da loro esigono semplicemente di occuparsi con cognizione di causa della conduzione oculata delle risorse, degli investimenti necessari alla comunità e alla risoluzione pragmatica dei problemi che si presentano. Quando queste aspettative sono disilluse a causa di una gestione approssimativa, a tratti inconcludente, ci si chiede se l’istituzione o se le persone siano adeguate al ruolo e all’altezza dei compiti assegnati. Al di là degli orientamenti politici dei partiti, le istituzioni dovrebbero essere ben strutturate, efficienti e integre nella gestione della res publica. Se volgiamo uno sguardo retroattivo alla nascita della nuova Regione Bernina nel 2016, voluta a tutti costi dalla popolazione per mantenere l’identità e la cultura italiana come pure l’autonomia regionale, ci dobbiamo chiedere se questa istituzione, che dovrebbe interfacciarsi direttamente con il Cantone e rappresentare gli interessi dei Comuni, abbia centrato appieno gli obiettivi fissati dal legislatore. Purtroppo le attività regionali di questi anni non hanno generato molti frutti, non hanno risolto una lista di problemi in sospeso e nel contempo sono pure diminuite le competenze e i compiti acquisiti in passato. Per esempio la gestione della raccolta regionale dei rifiuti, il piano regolatore, l’organizzazione e il deposito degli inerti, lo sviluppo regionale, la cura del paesaggio e i progetti Interreg sono compiti che la Regione avrebbe potuto prendere in mano nell’interesse collettivo dei due Comuni. Questo senza tener conto dei settori nei quali si sarebbero potute accrescere le competenze e il prestigio della Regione Bernina. Attività queste elencate, che potrebbero ottenere finanziamenti attraverso le politiche cantonali e federali, basta un confronto con le altre dieci regioni attive nel Cantone per farsi un’opinione in merito. A onor del vero bisogna pure ammettere che un contributo all’insuccesso deriva dalla mancanza di sostegno da parte della politica locale e dei comuni di Brusio e Poschiavo. Il Cantone dei Grigioni tramite i suoi uffici ha segnalato alla Regione di non aver adempiuto ai suoi compiti in alcuni ambiti. La credibilità della Regione è andata sempre più scemando ricalcando scenari, alludendo in modo irriverente per rappresentare l’idea, da repubblica delle banane. Uno dei pochi effetti positivi, per chi crede nell’immobilismo e spera che le soluzioni arrivino da sé senza il minimo sforzo, è la riduzione dei costi. Allora bisogna però chiedersi a cosa serva una struttura che non è bene organizzata e non assolve pienamente alle sue mansioni. Alla lunga anche i nuovi compiti assunti degli uffici dello Stato Civile, Esecuzioni e fallimenti e della Curatela rischiano di scomparire assieme a una Regione debole. Per la nostra realtà locale sono vitali nuovi impulsi, nuove idee che ci permettano di continuare ad abitare nella valle, a mantenere dei posti di lavoro qualificati e se è possibile crearne di nuovi. La Regione Bernina in collaborazione con i Comuni dovrebbe dare anche delle risposte sulle possibilità di sviluppo e investire risorse nel creare prospettive per un futuro sostenibile e di qualità. Da parte nostra invitiamo la Conferenza dei sindaci a riflettere sull’operato svolto e a trovare delle soluzioni che permettano alla Regione Bernina di eseguire i suoi compiti in modo ottimale a favore della cittadinanza della Valposchiavo.


Il comitato di PoschiavoViva