“Frontiere poetiche” ha presentato tre autori emergenti

0
1405

Sabato 2 novembre, presso la Biblio.ludo.teca La Sorgente, è andata in scena la seconda serata della rassegna “Frontiere Poetiche” che ha presentato tre poeti emergenti provenienti da altrettante regioni. La manifestazione transfrontaliera, nata dalla collaborazione tra la Pro Grigioni Italiano sez. Valposchiavo e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Tirano con la Biblioteca Civica Arcari, prevede un totale di 17 eventi legati alla poesia tra cui mostre, teatri e poesie per bambini.

Protagonisti della serata sono stati Noè Albergati e Stefano Sosio, provenienti,
rispettivamente, dal Ticino e dalla Valtellina e già premiati a più riprese per la propria produzione artistica, oltre all’insegnante poschiavina con la passione per la poesia Simona Tuena, che si è invece presentata per la prima volta davanti al pubblico con le sue opere. Nata e cresciuta a Le Prese è da sempre interessata alla letteratura e da anni annota i suoi pensieri trasformandoli in poesie. Nel 2013 ha pubblicato la sua prima raccolta “Una tazzina di caffé”; varie sue poesie sono inoltre state pubblicate nei Quaderni Grigionitaliani.

La serata è stata moderata da Simone Pellicioli, critico letterario già membro della giuria del Premio Strega (2012) e per diversi anni redattore dei Quaderni Grigionitaliani.

Qui di seguito alcune tra le domande e le risposte più interessanti emerse durante la serata.

Che cosa risulta facile e cosa difficile quando scrivete una poesia?

ST: L’inizio per me è molto facile, l’idea nasce da un’immagine o un’emozione, la difficoltà sta poi nel concludere la poesia, perché a volte, quanto scritto, dopo un po’ non piace più.

Come spiegate l’urgenza poetica? Cosa vuol dire partire da un’immagine e sentire il bisogno di descriverla sotto forma di poesia?

NA: Tante volte per me sono dei racconti di altre persone che mi colpiscono per un qualche motivo, il lavoro è poi trovare non solo le parole giuste, ma anche il suono, perché il suono da senso alle parole della poesia.

Sentite il bisogno di scrivere poesie per voi stessi o per rendere partecipi gli altri? O è un insieme delle due cose?

SS: In primo luogo io scrivo per me stesso, perché mi fa bene e mi piace e non potrei farne a meno. È chiaro che, come un po’ in tutta l’arte, quando uno crea qualcosa ha anche dentro il desiderio che questo vada a toccare altre persone. Quando metto qualcosa nei versi, spero che questo dica qualcosa agli altri, non è detto però che dica agli altri quello che io volevo dire. Massimo Troisi diceva: “La poesia non è di chi la scrive ma di chi se ne serve.”

Ci sono temi che prediligi nelle tue poesie?

ST: Ci sono dei periodi nei quali mi confronto con una certa tematica, ma velocemente mi sento ripetitiva e quindi cerco di spostarmi su altri temi, che in un qualche modo si collegano a quest’ultima, anche se lo capisco solo io. Non c’è un tema che io prediliga, a volte da un pensiero durante la giornata nasce una poesia, altre volte da una frase sentita, altre da una cosa vista.

Quali sono stati i poeti che più vi hanno colpito o influenzato?

NA: Orelli e Caproni.
SS: Ungaretti e Alda Merini.
ST: Ungaretti, Montale e Alda Merini, Pascoli e Leopardi nei primi anni di scrittura.

Il vostro luogo di origine ha un influsso nelle vostre poesie?

SS: Sono felice di essere cresciuto in Valtellina per molte ragioni, una di queste è perché sicuramente c’è il contesto della mia infanzia e adolescenza che ha influenzato e rimane/permane nella mia produzione scritta. Quando torno a Stazzona si sente la differenza (N.d.r., ora vive a Como), è un paese dove le relazioni sono ancora calibrate. Sono felice di aver avuto il tempo affinché questo bagaglio entrasse dentro di me, perché molte cose che ho visto io da bambino ora non si vivono più.

Scrivete mai poesie in dialetto?

NA: L’ultima volta in cui ho parlato dialetto avevo quattro anni, poi alla scuola dell’infanzia non ho più potuto parlarlo e così anche a casa pian piano è andato a sparire anche se lo capisco ancora bene. Di conseguenza, i miei pensieri ora mi vengono in italiano, quindi per me scrivere in dialetto sarebbe uno sforzo e non mi verrebbe spontaneo.


La serata si è conclusa con la lettura della poesia preferita. Scelta per qualcuno tutt’altro che scontata. Il prossimo appuntamento di “Frontiere poetiche” si terrà a Tirano. La sala mostre di Palazzo Foppoli ospiterà, infatti, dal 16 al 24 novembre l’esposizione “A fior di pelle”.


Selena Raselli