Premio di riconoscimento a Cornelia Müller: “La cultura è anche educazione”

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Il 30 novembre scorso, dalle mani della Commissione per la promozione della Cultura del Comune di Poschiavo, Cornelia Müller ha ricevuto il Premio di riconoscimento per la tenacia, l’idealismo e la fantasia nel proporre concerti ed eventi sempre particolari, portando l’immagine di Poschiavo fino al di là dei mari.. Il Bernina ha posto alcune domande a Cornelia Müller (Ka) per far luce sulla sua figura di artista, mediatrice ed ispiratrice culturale.


Qual è stato il primo pensiero quando hai saputo del conferimento del premio?
Gioia. Vorrei ringraziare di cuore la Commissione per la Promozione della Cultura e le autorità del Comune di Poschiavo per questo riconoscimento del mio lavoro artistico e per la bella festa nella sala di La Tor sabato scorso.

L’Uncool jazz festival non è sempre stato accolto con entusiasmo dal pubblico valposchiavino. Questo premio ha un po’ il sapore di una rivincita?
Assolutamente NO.
Il festival è sempre stato visto come un’offerta preziosa per coloro che sono interessati e che desiderano beneficiarne.
Il concetto del festival UNCOOL (1999 – 2012) era di:

  • presentare del jazz contemporaneo, della musica improvvisata, della musica etnica e delle belle arti contemporanee a un pubblico interessato e in più alle scuole della valle
  • offrire un biglietto musica d’entrata al festival combinato a una gita (gratuita) sulla Ferrovia retica con partenza da Coira / Ospizio Bernina / Alp Grüm fino a Tirano e viceversa
  • stimolare e favorire uno scambio culturale
  • attirare un turismo culturale (clientela festival)
  • aumentare le entrate locali e regionali connesse al festival e al turismo culturale 
  • usare prodotti locali e biologici e rinunciare all’uso della plastica
  • far conoscere le bellezze della Valposchiavo (concerto a Alp Grüm di fronte al ghiacciaio del Palü)
  • ispirare e condividere
  • realizzare una visione pacifica, gioiosa, artistica, musicale e in armonia con l’ambiente

Perché non parlare delle cose che sono piaciute tanto come la SHIBUSA SHIRAZU ORCHESTRA, con il drago argentato di 7 metri che volava sopra la Piazza Comün mentre l’orchestra suonava, i danzatori ballavano e l’artista dipingeva con pennello e inchiostro un altro drago su una carta lunghissima che si alzava pianamente e faceva vedere la creazione? Oppure il commento dell’ottantenne “sciura” Raselli di Le Prese, che dopo aver passato tutta la serata in una poltrona comoda e aver sentito la musica di Cecil Taylor, Charles Gayle, Peter Kowald, Gregor Hotz e Olaf Rupp mi disse con le lacrime agli occhi che questa musica era la più bella della sua vita…. Oppure dei tanti valposchiavini che mi hanno dato una mano per realizzare il festival che per me è sempre stato un miracolo?

Uncool 2012 – Oedipus in Piazza a Poschiavo: SUN RA ARKESTRA diretta da MARSHALL ALLEN

Come e quando ti sei avvicinata per la prima volta al mondo del jazz, e in particolare al free jazz e all’uncool jazz?
Probabilmente i primi arrangiamenti jazz che ho ascoltato sono stati i brani di Louis Armstrong (tromba) che si trovavano nella collezione musicale del mio papà, come anche le composizioni di George Gershwin Rhapsody in Blue e An American in Paris, che ho sentito tante volte all’età di cinque anni e mi sembra che questa musica in particolare abbia salvato la mia vita.

Negli anni Ottanta ho scoperto la musica di John Coltrane, e specialmente il brano Ascension (Ascensione), che mi portava a scoprire un’altra e bellissima dimensione musicale. Incominciavo a frequentare diversi festival Jazz a Willisau (CH), Moers (DE), Saalfelden (AU), Nickelsdorf (AU), Wels (AU)…. E nel periodo che ho abitato a Berlino est, ho avuto tante opportunità di sentire musiche di tutto il mondo e quelle sperimentali underground.

E proprio ora sono incantata da Alice Coltrane (https://www.youtube.com/watch?v=ZwQwXlQyha8).

Il termine “uncool” va oltre l’aspetto prettamente musicale. Ci puoi spiegare meglio cosa si cela dietro questo concetto?
Esiste il termine musicale del Cool Jazz, “generalmente tradotto come jazz calmo, rilassato, letteralmente freddo), che è una corrente del jazz affermatasi tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli anni Cinquanta” (da wikipedia.org). Con un sorriso sulle labbra Cecil Taylor (pianoforte, festival 1999) ha espresso qualche dubbio sul fatto che si potesse chiamare la sua musica uncool….

È stato Andreas Techler, artista di Düsseldorf, che mi aveva regalato questo nome per il festival che stavo realizzando per la prima volta. Uncool può avere diversi significati, come contrario di Cool Jazz significa caldo, mosso, energetico, free.

Provenienti da condizioni di schiavitù, quando non si poteva parlare apertamente o esprimere la propria opinione, gli afroamericani usavano parole negative nel senso contrario / positivo. Bad allora non vuol dire cattivo, ma bravo. Per esempio “He is a bad musician” è un musicista fantastico, superbo. Allora uncool acquisisce in questo contesto un significato positivo di eccellenza. 

Nelle tue performance musicali usi lo pseudonimo Ka. Cosa si cela dietro questo nome?
KA corrisponde all’immagine egiziana dell’anima. Il mio lavoro artistico si nutre da ispirazioni conosciute e soprattutto sconosciute che poi prendono forma e si trasmettono agli altri. Il nome descrive piuttosto un atteggiamento spirituale e non una posizione egoista. Il processo creativo non è determinato e non è controllabile – succede. 

Cornelia Müller (Ka) – maschera e foto Magdalena Kunz


Dietro il tuo indiscutibile idealismo si nasconde anche un impegno civile. Come ad esempio nella salvaguardia della natura o di monumenti storici. Cosa è mancato affinché l’ex fabbrica Ragazzi potesse divenire il polo culturale della valle?
Soldi. Purtroppo, solo soldi. Nel 2001 avevo sviluppato un progetto ampio per salvaguardare la Fabbrica Ragazzi e trasformarla in un centro culturale. I cinque proprietari dell’immobile volevano vendere l’edificio in dirocca, più 2000 metri quadri di terreno intorno a un prezzo esorbitante. Io non disponevo di questo importo… È molto peccato che questo monumento storico raro – dell’epoca industriale alpina dell’Ottocento, che era anche protetto come bene culturale – sia sparito
(https://www.uncool.ch/2004/FABBRICA.htm).

La formula “Artisti in residenza” sembra essere un buon compromesso per tenere sempre alta l’attenzione verso la musica “uncool”. Hai altri progetti in mente?
Certo – vorrei girare un film musicale sulla estesa formazione del Sun Ra Arkestra diretta da Marshall Allen (22 musicisti e 3 ballerini). L’avevo progettato per Poschiavo nel 2019, ma non sono riuscita a trovare i fondi necessari. Il progetto è stato rimandato.

Vorrei anche pubblicare su uncool edition, l’etichetta dell’Associazione Cultura la ciaf, una parte dei concerti dei festival UNCOOL (1999 – 2012), iniziando con quelli più spettacolari e che fin ora non erano stati pubblicati. È un patrimonio musicale da scoprire. In parte è necessaria una collaborazione con la RSI – Rete Due, che ha registrato la musica della maggior parte dei festival. E ci vogliono sostegni finanziari per i diritti di pubblicazione della musica e il rispettivo lavoro.

Che immagine pensi che si facciano della valle e dei suoi abitanti gli artisti internazionali che di volta in volta ospiti nella tua casa di Poschiavo?
“Il silenzio mi ispira” dice Martin Wyss (Residenza 2019) e infatti il riferimento al silenzio è il commento più frequente. Il silenzio specialmente di notte, l’assenza di rumori umani, di frastuoni del traffico è preziosissimo e viene registrato con stupore e ammirazione.

Le migliaia di stelle e la Via Lattea stupiscono ugualmente siccome non sono visibili in città a causa dell’inquinamento luminoso. E la natura selvaggia, le montagne a qualcuno sembrano gigantesche e forse anche minaccianti, per altri una fonte di vita, di colori e suoni che invitano a delle passeggiate lunghe.

C’è chi cerca la compagnia, esce di sera e trova amicizie, c’è chi si innamora di questa valle e ci ritorna, c’è chi cerca la solitudine e la concentrazione sui propri progetti musicali e artistici e trova qui lo spazio e gli strumenti musicali desiderati.

A questo punto vorrei ringraziare Wanda, della saponeria a Poschiavo, per invitare regolarmente gli artisti in residenza a cena a casa sua. Anche così nasce uno scambio culturale pregevole.

Cornelia Müller – Foto d’archivio

Oltre a un centro culturale cosa ti manca di più in ambito culturale in valle?
Certo un centro di cultura sarebbe una bellissima sorpresa, ma mi piace anche tanto questa variabilità di iniziative e spazi dove si realizzano eventi culturali, come Devon House, La Tor, Casa Console, la biblio.ludo.teca La Sorgente, Galleria Pgi, Casa Hasler, Lo Spazio, Casa Besta, Vecchio Monastero, deposito della Ferrovia Retica, giardini incantati, tendoni per open air e feste campestri….

Prima di investire in una nuova architettura per la cultura bisogna investire nelle attività culturali. Idealmente tutte le iniziative culturali potrebbero essere sostenute generosamente da parte del Comune – per esempio con un contributo del 30% del budget. In più il Comune potrebbe mettere a disposizione gratuitamente le infrastrutture e i rispettivi lavori collaterali.

Desidero che i bambini e i ragazzi della valle abbiano più accesso agli eventi culturali, soprattutto alla musica, che ritengo importantissima per lo sviluppo cerebrale. Ciò significherebbe che le offerte vengano integrate nella scuola e che la scuola intraprenda escursioni culturali secondo il programma. In fondo si tratta di imparare le lingue verbali e non-verbali, locali e universali.

L’educazione e la formazione dei giovani è un investimento nel futuro. Ho trovato una bellissima scuola, un nuovo concetto di insegnare e imparare con grande rispetto verso l’ambiente. Si chiama Green School (scuola verde) e si trova a Bali, in Indonesia www.greenschool.org. Con alcune modifiche rispetto al clima, questo modello di scuola potrebbe esistere anche a Poschiavo per i bambini e i ragazzi locali e in più attirerebbe genitori con le loro figliolanze per farli educare qui.

La cultura è anche educazione (Bildung) e come tale dovrebbe essere accessibile a chiunque. Le offerte culturali dovrebbero essere gratuite per tutti, perché i soldi impediscono l’accesso alla cultura a parecchia gente e conseguentemente la cultura non può compiere il suo dovere.


A cura di Achille Pola

1 COMMENTO

  1. Congratulazioni Cornelia per questo riconoscimento. Non ci conosciamo personalmente però nonostante vorrei semplicemente esprimere un forte grazie a te per il tuo impegno e i tuoi sforzi per portare in valle grande musica, artisti di rilievo e nuove culture. Durante i miei vari soggiorni in valle ho ripetutamente cercato di assistere alle varie performance e gigs, sempre molto apprezzati!