Il giorno che (Neil) sbarcò sulla luna
Tutti dissero che era un giorno speciale
Dallo spazio in diretta le immagini
Ed il mondo si fermò a guardare
Quelle orme impresse nell’argento
Quella bandiera così innaturale
Così immobile nell’aria senza vento
Ed il mondo si fermo a guardare…
E la luna, la luna
Da tanto tempo lontana
Per un momento così vicina
La luna appena sfiorata
Obiettivo di sempre
E traguardo finale
Di favolosi anni sessanta
Che stavano per tramontare
(testo di Edoardo Bennato)
È con queste parole che, giovedì 26 dicembre nella chiesa evangelica di Poschiavo, si è aperto l’annuale concerto di Natale della Filarmonica Comunale Poschiavo (FCP). Come si è potuto intuire, il tema del concerto quest’anno era la luna, a 50 anni dalla sua conquista.
La Banda Giovanile ha aperto la serata e salutato il pubblico con la Suite dello Schiaccianoci (The Nutkracker Suite), passando poi ad accendere l’atmosfera con il pezzo Christmas Non Stop, un insieme di canzoni natalizie. I ragazzi della banda hanno concluso il loro intervento allacciandosi al tema della luna portato dalla FCP suonando il pezzo Moonlight Serenade, adattato dal maestro Ivan Nussio. Dopo un richiesto bis, la Banda Giovanile si è congedata tra gli applausi del pubblico e ha lasciato spazio alla FCP. Questa seconda parte si è aperta con una fanfara, intitolata Interstellar, seguita poi da una serenata che dava l’impressione di essere davvero al chiaro di luna, Abendmond. Il terzo pezzo proposto dalla filarmonica, intitolato Apollo 11 ha impressionato i presenti. Si trattava infatti di una versione musicale della storia della conquista della luna, dal lancio del razzo Apollo 11 (con tanto di conto alla rovescia) sino allo sbarco e al ritorno alla base.
C’è stato poi un fuori programma, o meglio fuori tema, dal titolo A Most Wonderful Christmas, per rendere il concerto di Natale, per l’appunto, di Natale.
Il direttore Gioacchino Sabbadini ha poi presentato il pezzo successivo, Blue Moon, spiegando che quest’anno l’obbiettivo era quello di far conoscere gli ottoni gravi, e che in questa canzone il pubblico avrebbe potuto ascoltare il suono del trombone. Il terz’ultimo brano era forse già sentito ai molti, perché riportato al successo pochi anni fa da Michael Bublé, che ci ha aggiunto il testo. Nonostante ciò la versione strumentale non ha mancato di incantare. Anche il brano successivo non era indifferente: Fly Me To The Moon, di Frank Sinatra. Con questo brano il pubblico ha potuto conoscere meglio l’eufonio, meglio noto alle nostre latitudini come “bumbardin”.
L’ultimo pezzo è stato Hark! The Herald Tubas Sing, che rimanendo in tema di ottoni gravi ha permesso al pubblico di apprezzare il ruolo dei bassi tuba, ovvero quegli strumenti che creano la base su cui l’intera banda si appoggia.
Nonostante la scaletta fosse finita la FCP ha offerto un bis suonando un frammento della canzone di Natale proposta in precedenza.
La serata si è conclusa con un grande applauso e un rinfresco.
Matilde Bontognali