Con le velocità d’oggi giorno ad interagire con i motori di ricerca, ci si accorge facilmente di come sia facile, da una parte, acquisire informazioni, e sentirsi però impoveriti dalle proprie conoscenze non fatte ritornare a galla, dall’altra. Sì, la nostra mente ha bisogno di rimanere allenata. Ammaliati da imbonitori focalizzati sui propri interessi, ci si sente trasportati in quel paradiso virtuale “smart”, che è al di fuori della propria memoria storica e con un unico scopo: renderti dipendente. Nel pensiero, nell’apparire e nel comportamento da consumatore.
A meno che si facciano delle ricerche in siti dalla serietà comprovata.
La “nostra memoria” però, se ci pensate, spazia in altro modo. Molto più concatenata alle proprie esperienze, ed al proprio essere. Ognuno a modo suo!
Tempo fa, si parlò (non ne ricordo l’ occasione) di Cazis. Wikipedia, il più “cliccato” (cita: Cazis è un comune svizzero di 2 087 abitanti del Canton Grigioni, nella regione Viamala. Il 1º gennaio 2010 ha inglobato i comuni soppressi di Portein, Präz, Sarn e Tartan. Grazie!
La memoria però mi dice: Suore (convento e scuola), già molto prima a Mistail a soccorrere coloro che passavano dalla gola dell’Albula, (con il grande San Cristoforo con le mani da contadino). Subito dopo ti si “accende” per similitudine: St Martin di Zillis (con i suoi magnifici pannelli dipinti), all’entrata della Viamala (ed il bisogno dell’uomo di sentirsi protetto nel suo camminare). Per poi rievocare pure l’insegnamento di un vecchio comandante che ci inculcò: “per poter amare, bisogna prima conoscere e solo allora, nasce il desiderio di difendere.” In questo modo lavorano i gangli “programmati” da Madre Natura. Con quanto uno ha avuto modo di apprendere. La famiglia ha comunque un ruolo primario. Quello di tramandare comportamenti che favoriscono una sopravvivenza civile e rispettosa del prossimo!
Un giorno mio nonno, avrò avuto una decina di anni, mi portò sul ponte vicino a casa sua e mi chiese: “che distanza c’è dal ponte all’acqua? E viceversa?” Balbettai un numero di metri uguali e rimasi stupito che rientrammo a casa senza proferir parola. Capii più tardi cosa intendesse dirmi, mi aveva dato una prima dritta per capire il valore dell’empatia. (Metat ‘n di mei pagn!)
Più tardi e “di primo pelo”, mi stavo lamentando di un comportamento molto sgradevole di un mio compagno nei miei confronti. Tolse il toscano di bocca e mi ricordò che costui aveva fatto male, ma che son cose che succedono. Se fosse capitato una seconda volta, in questo caso, dovrei smettere di frequentarlo. Occhio però! Alla terza, sarei stato io ad avere un problema!
Fu un insegnamento di cui ne ho goduto i frutti in tutti i campi in cui ho potuto essere attivo. Esattamente come quella insegnatami in riguardo l’acqua, che va deviata in alto.
In prima battuta pensavo fosse una reminiscenza contadina di una zona arida come Brusio, poi, infine, capii la saggezza della metafora: le richieste vanno inoltrate a chi ha in mano la possibilità di attuarle. In alto, appunto. Tutto il resto è solo rumore.
Parlandone in famiglia con i genitori, gli insegnamenti venivano approfonditi e, a volte rincarati con consigli precisi: molte volte per resistere al richiamo del “branco”!
A questo punto, mi auguro, che pure voi possiate accarezzare le vostre reminiscenze!
Ritornando ai nostri giorni, nonni e genitori, consegnano ancora delle regole comportamentali ai nipoti, in gran parte inebetiti (forse più di noi, se non conoscono altro) dall’immediatezza e l’attrattiva dei così detti “social network”?
A volte si rimane stupiti. Basta osservare (di sfuggita) un pranzo con tre generazioni a tavola in un ristorante. Molte volte se ne vedono delle belle: non ci si parla. Si guarda chissà cosa sul telefonino o sul tablet.
Certo, oggigiorno tutte queste informazioni di base si possono imparare e sono per coloro che hanno orecchie per sentire. Ma non avranno la valenza di quelle mandate avanti da chi ti vuol veramente bene.
Il più gran regalo? Se un giorno nipoti e nipotine, già interessati da casa, venissero a chiedere un parere in merito pure ai nonni. Una situazione molto vantaggiosa. Per tutti!
Roberto Nussio
Questa é la quindicesima moneta
Grazie cugino,
il nonno Giuseppe mi teneva in braccio quando avevo 5 anni. Mi raccontava storie meravigliose. Suonava il violino.
La memoria orale vale molto, quella digitale poco. Nanu il poeta.