A poco più di una settimana dalla segnalazione del primo caso di Covid-19 in Valposchiavo, abbiamo intervistato il sindaco di Brusio Arturo Plozza per capire come si è evoluta la situazione e quali provvedimenti sono stati adottati per superare questo momento di difficoltà.
Il primo contagio in Valposchiavo è arrivato come una doccia fredda: come ha vissuto la situazione prima e dopo questo evento?
L’ho vissuta con grande partecipazione e preoccupazione: siamo confrontati con una pandemia, una malattia che tende a diffondersi rapidamente attraverso vasti territori.
Personalmente ho cercato di reagire nella maniera più razionale possibile, di valutare la situazione in continuo cambiamento in modo pragmatico, attento allo sviluppo e facendo capo alle notizie ufficiali. Il fatto che in Valposchiavo il primo caso sia capitato a un alunno ci ha reso tutti più sensibili e preoccupati. Si fanno strada ansia, paura, insicurezza. La reazione sui media e sui social ha contribuito in modo rilevante all’informazione ma allo stesso tempo anche a alimentare timori e preoccupazioni. Difficile fare da filtro a tutto ciò che viene scritto e pubblicato.
Ho cercato di rimanere tranquillo, di affrontare la situazione in modo pragmatico appoggiandomi alle fonti ufficiali fiducioso nelle autorità federali e cantonali e della Valposchiavo. Anche il Centro Sanitario Valposchiavo si stava preparando, da tempo, a questa situazione sia in termini di personale che di strutture.
Si aspettava un evolversi della situazione in questi termini?
Certamente sì. Difficile prevedere quando e in che misura la Valle sarebbe stata coinvolta ma che saremmo stati coinvolti era per me chiaro già da subito. Un contagio da virus e il fatto di confinare a sud con la Lombardia e a nord con l’Engandina, territori in cui si erano già verificati dei casi, non lasciavano dubbi che anche noi saremmo stati confrontati con questa malattia.
Mi aspettavo anche una reazione positiva da parte della popolazione. Al di là dei giustificati timori, la gente ha reagito positivamente. E’ da sottolineare che siamo solo all’inizio, non abbiamo ancora raggiunto il picco: non possiamo evitare il contagio, ma possiamo contenerlo. Il nostro sistema sanitario non può e non deve essere messo in pericolo.
Alla luce delle nuove misure, come si riorganizza ora il Comune?
Il Comune, com’è giusto che sia, non si può fermare del tutto. La gente si aspetta sostegno, un interlocutore che possa aiutare, consigliare, dare delle risposte. Per questo motivo si continua a lavorare applicando le misure necessarie a livello sanitario in osservanza delle misure decretate, non da ultimo anche a protezione dei collaboratori che in o per il Comune lavorano. L’amministrazione comunale è chiusa ma disponibile e raggiungibile per telefono o mail. Il lavoro degli impiegati prevede la riduzione del lavoro, il lavoro da casa, l’occupazione degli uffici da parte di singoli collaboratori. Le sedute vengono svolte solo se strettamente necessarie, e comunque a porte chiuse.
Oltre alle normali attività, il Comune ha il compito di controllare, tramite la guardia comunale, che le misure della Confederazione e del Cantone siano rispettate. Oltre a controllare, sosteniamo queste misure, in coordinamento con il comune di Poschiavo (che sentiamo tutti i giorni), il Centro Sanitario e il medico regionale.
Siamo anche in contatto con l’Ufficio Militare per l’attivazione dello “Stato maggiore di condotta”, Lo Stato maggiore di condotta è un organismo volto a garantire il pronto intervento in caso di pericolo per la popolazione, in modo particolare quando la stessa è sottoposta a calamità naturali. L’organizzazione di questo servizio ci permetterà, nel caso ciò si renda necessario, di far capo all’esercito e alla protezione civile. Oltre a questo, sono personalmente in contatto con il sindaco di Tirano Franco Spada, con il quale scambio le esperienze del caso.
La situazione è grave e impegnativa, ma cercheremo di fare il nostro meglio.

Vorrebbe destinare un messaggio particolare ai cittadini di Brusio?
Vorrei dire loro che assieme ce la possiamo fare; ci vuole sì organizzazione, ma ci vuole la volontà di tutti. Questo virus passerà, ne sono convinto; nel frattempo il Comune e le autorità garantiscono un sostegno a chi ne ha bisogno. A tutti auguro forza e coraggio.
Aggiungo anche che abbiamo la fortuna di avere il sostegno sanitario ed economico del Cantone e della Confederazione.
Concretamente dobbiamo avere attenzione e riguardo per le persone a rischio, in particolare gli anziani. Ci vuole autodisciplina, che raccomando a tutti.
Come detto in precedenza, non possiamo evitare il contagio, ma possiamo limitarlo. Un sentito grazie va al personale sanitario, ai medici e a tutti coloro che, in un modo o nell’altro, sono impegnati in questa battaglia. Restiamo a casa, la vita va avanti, rimaniamo positivi.
Marco Travaglia