Coronavirus: qualche cosa cambierà. E’ questo il titolo della nuova rubrica che “Il Bernina” propone in questo periodo così particolare e inedito, che mette a dura prova non solo la nostra economia, ma anche le nostre abitudini e i nostri pensieri quotidiani. Un’introspezione, una serie di articoli offerti da un gruppo di editorialisti che spazieranno dalla cultura all’economia, dalla vita sociale alla scienza, in relazione al “dopo-coronavirus”. Come ci cambierà questa epidemia?
In queste settimane, di tempo per riflettere se ne ha molto ed è inevitabile pensare a cosa accadrà o non accadrà, alle ripercussioni e alle conseguenze che seguiranno il passaggio di questa entità microscopica, chiamata coronavirus.
Sarà tutto diverso, poi?
C’è un pensiero, o meglio una sensazione, che in questi giorni spesso mi nasce dentro. È come una piccola carezza di vento, piacevole, che mi emoziona. È la consapevolezza di esser parte di una società, di un gruppo di persone che rema nella stessa direzione. È il tornare a casa la sera dopo il lavoro (sì, io ho ancora la fortuna di poter lavorare, all’aperto, al contatto con la natura e rispettando le indicazioni imposte dalle autorità) ed avere la necessità di scrivere o chiamare amici o parenti che al momento non posso incontrare fisicamente, solo per sapere come stanno, davvero come stanno. Sapere cosa hanno fatto oggi, cosa pensano, cosa sognano. “L’unione fa la forza”, quante volte lo abbiamo sentito? Oggi vediamo che davvero è così e che facendo anche noi la nostra piccola parte, contribuiamo alla riuscita di un sistema. Mai come oggi il senso d’appartenenza ad un sistema si è mostrato tanto presente ed importante. Non è forse una bella cosa?
Sarà tutto diverso, poi? Spero di no, spero che questa consapevolezza sistemica ci penetri nella pelle, ci segni tanto da riuscire a tramandarla ai nostri figli e nipoti. Spero che il sentimento di vicinanza che oggi scaturisce il salutarsi da un balcone all’altro non venga dimenticato.
Siamo distanti, ma ci pensiamo molto più di prima. E ci interessiamo a dei bisogni di base, essenziali: i miei amici, parenti, vicini… staranno bene? Questa cosa, ogni giorno di più, mi emoziona.
Stiamo a casa, cari lettori.
Torneremo a brindare nelle vie del borgo.
Elisa Bontognali