Steinmann: “Anche il Museo poschiavino vuole contribuire alla ripresa della vita quotidiana”

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Nella situazione attuale, fatta di mascherine e divieti di assembramento, anche il Museo poschiavino si ritrova a dover fare i conti con il coronavirus. Come comunicato nelle scorse settimana anche attraverso le nostre pagine, la riapertura estiva abituale viene posticipata di 3 settimane, alla data del 5 luglio, mentre la ricerca, in via cautelativa, di volontari e aiutanti in sostituzione dei più a rischio over 65 ha già riscontrato un grande successo. Il Bernina, sempre attento agli sviluppi della vita culturale della Valposchiavo, ha intervistato Werner Steinmann, membro del comitato della Fondazione Museo poschiavino e responsabile per la comunicazione.

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Werner, partiamo dal tuo punto di vista personale su questa pandemia Covid19, cosa ne pensi?
Stiamo vivendo tempi tristi e difficili. Penso soprattutto ai malati e a quelli che hanno perso i loro cari. La cosa più importante ora è fare di tutto affinché la situazione migliori il più  possibile, attenendoci a tutte le limitazioni nella vita quotidiana e cercando di sopravvivere alle difficoltà legate all’economia che si stanno creando. A tutti noi manca fortemente la normalità fatta di eventi culturali e sportivi, con una vita senza mascherine e senza disinfettanti, ma non dobbiamo avere fretta…

Nel tuo ruolo di responsabile alla comunicazione del Museo poschiavino, invece, a cosa credi che stiamo andando incontro nei prossimi mesi? Si riuscirà a ripartire? 
Ho dei forti dubbi per quanto concerne lo svolgimento di grossi eventi, quelli con centinaia di persone per intenderci. Per quanto riguarda le altre attività mi sembra che la ripartenza sia possibile, almeno lo spero. Il Museo poschiavino, per esempio, ha idea di aprire rispettando tutte le regole e prescrizioni in vigore. Dal punto di vista della comunicazione è un po’ difficile quest’anno, ma visto che anche albergatori, ristoratori ed ente turistico sono pronti ad offrire i lori servizi sia ai valposchiavini che agli ospiti, crediamo che anche il Museo poschiavino potrebbe contribuire alla normalizzazione della vita e della “risurrezione economica”.

Puoi farci un esempio? Quando, ipoteticamente il 5 luglio prossimo, un gruppo di turisti arriverà presso il Museo, in che ordine entreranno? Che controlli ci saranno? 
Puntiamo sicuramente in primo luogo sulla responsabilità personale di ogni visitatore. Poi m’immagino che, entro il 5 luglio, fisseremo e comunicheremo per ogni sala quante persone alla volta possono entrare. Il museo per fortuna è abbastanza grande; grazie a questa caratteristica non mi aspetto grossi problemi di assembramento. Non è nostra intenzione fare troppo i “poliziotti della salute”, essendo consapevoli che la gente è ormai abituata a certe regole di comportamento. Insomma, le regole concrete sono ancora in fase di definizione, ma abbiamo già delle linee guida da parte dell’associazione dei musei.

Tutelare gli “over 65”, che tanto facevano a livello di volontariato per il Museo, è un gesto molto responsabile, ma anche una perdita importante. Avete già qualche adesione da parte di nuovi volontari? 
Rimaniamo fiduciosi che i nostri sorveglianti storici, quelli in prima linea che ci aiutano da anni con tanta esperienza e voglia di continuare questo lavoro anche nel 2020, il 5 luglio siano in grado di essere ai loro posti. Abbiamo comunque cercato nuove forze giovani per essere coperti anche se non fosse possibile l’eventualità di lavorare coi nostri “over 65”. Stiamo facendo tutto il possibile per essere pronti e flessibili in modo da affrontare la nuova stagione museale al meglio. Oggi siamo felici di poter constatare che il nostro appello ha suscitato un vivo interesse e la stagione museale 2020 può ritenersi “salva” in qualsiasi evenienza. Ma ricordo comunque che chi fosse ancora interessato a dare il suo contributo è cordialmente invitato a contattare Loreta Ferrari (loreta.ferrari@bluewin.ch; telefono 081 844 0718).
Grazie mille a tutti per la grande simpatia dimostrata verso il Museo poschiavino!


A cura di Ivan Falcinella

Ivan Falcinella
Membro della redazione