Sono passati poco più di tre mesi da quando il Cantone dei Grigioni, alla luce dei primi casi di Covid-19, ha adottato le prime misure di contenimento contro la diffusione del coronavirus. Le amministrazioni comunali, a loro volta, oltre che adeguarsi alle scelte del governo, hanno dovuto mettere in campo una serie di scelte difficili, che hanno messo a dura prova il loro operato. Uno dei dicasteri più sollecitati, nel comune di Poschiavo, è risultato essere quello guidato dal consigliere Renato Isepponi, titolare di Educazione, cultura, socialità e sanità. Lo abbiamo intervistato.
In apertura dell’intervista, il consigliere comunale Renato Isepponi propone alcune considerazioni di carattere generale
Quando si ha di fronte un problema e non si è provvisti di soluzioni immediate e concrete, ci si trova impreparati. In questo contesto la pandemia ha trovato quasi tutti i paesi sprovvisti di piani d’emergenza efficaci. L’impatto della pandemia ha avuto conseguenze sia nell’ambito sanitario e della cura, così come ha condizionato fortemente l’organizzazione della società civile, le abitudini quotidiane delle persone, le relazioni affettive, sociali e le attività produttive così come i servizi e della mobilità ecc. La pandemia e la sua diffusione hanno posto molti interrogativi sulle nostre abitudini e sui nostri modelli di vita precedenti al Covid-19. In una situazione del genere, chi ha le competenze professionali specifiche e decisionali può solamente adottare risoluzioni in un sistema dinamico, che si adatta velocemente alle conoscenze acquisite e alle strategie più efficaci per ottenere delle risposte valide. In questo processo attivo nell’ambito decisionale vanno ponderati in modo multidisciplinare più aspetti, forse fra i più importanti quelli sanitari, sociali, alimentari ed economici. Per la Svizzera le decisioni emesse dal Consiglio federale, in collaborazione con un gruppo di esperti nel campo delle malattie infettive e dei Cantoni, sono state rispettate e messe in pratica dalla maggioranza della popolazione, ciò ha permesso di contenere e diminuire il contagio. In questo campo, dal mio punto di vista, le misure adottate dalla Confederazione e dai Cantoni sono state adeguate, recepite e applicate dalla popolazione in modo corretto e questo ha portato a dei risultati tangibili. Il Consiglio Comunale ha deciso nell’ambito delle proprie competenze di seguire le indicazioni della Confederazione e del Cantone dei Grigioni.
Buongiorno consigliere, la riapertura delle scuole ha rappresentato un passo decisivo verso il ritorno alla normalità. Come stanno andando le cose e cosa pensa della decisione che ha preso il Cantone?
Diciamo che la riapertura, con tutti gli adeguamenti necessari, ha riportato la scuola alla nuova normalità dei tempi del Covid-19. Condivido la decisione del Cantone, perché la formazione di base è un diritto e un dovere per bambini, ragazzi e adolescenti. Partendo dal presupposto che dovremo imparare a convivere con il virus per un bel periodo di tempo, la società che sa adeguarsi tempestivamente alle nuove regole è quella che avrà maggior successo e meno conseguenze sotto diversi aspetti, non solo quelli concernenti l’istruzione. I docenti e la direzione scolastica, gli alunni e i genitori sono stati fortemente sollecitati in questo periodo e dal mio punto di vista si sono organizzati bene e facendo un buon lavoro di squadra. Questo ha portato alla ripresa dell’insegnamento in classe con le dovute precauzioni e dopo alcune settimane sembra non ci siano delle difficoltà particolari.
Gli anziani, considerata la categoria più a rischio in questa pandemia, sono stati anche, probabilmente, quelli che hanno più sofferto la solitudine in queste lunghe settimane. Qual è il loro morale e quello del personale che li segue?
Buona parte dei nostri anziani, durante la guerra e nell’immediato dopo guerra, hanno dovuto affrontare dei periodi duri e questa esperienza li ha dotati della capacità mentale per fronteggiare situazioni particolari. In generale questo periodo lo hanno affrontato abbastanza bene con il personale di cura e di servizio che li hanno accuditi e sostenuti, contando sull’organizzazione della struttura. La privazione della libertà e degli affetti dei familiari, anche se in parte sostituiti dalle tecnologie, hanno pesato sulle relazioni. Un abbraccio, una carezza, una discussione in presenza, un giro in paese non possono essere sostituiti da una cornetta o da uno schermo. Spero che a breve le misure possano essere allentate e che i contatti con i familiari e amici possano riprendere in sicurezza.
Per quanto riguarda la promozione culturale, come si sta muovendo il suo dicastero e cosa si possono aspettare i cittadini per il prossimo futuro?
Come già sottolineato in altre occasioni, i comuni si adeguano alle decisioni federali e cantonali. Purtroppo, a causa delle misure sanitarie, il settore culturale ha dovuto chiudere e rinunciare a tutte le manifestazioni in programma. Le direttive della terza fase emesse dalla Confederazione permettono l’apertura dei musei e la ripresa delle attività culturali, speriamo che a breve il pubblico possa nuovamente essere coinvolto e apprezzare le offerte proposte. Purtroppo, una parte delle attività in programma quest’anno sono state cancellate durante il periodo di chiusura e quelle che richiedevano mesi di preparazione sono state posticipate al prossimo anno. Il Comune sostiene finanziariamente le manifestazioni e le offerte culturali proposte da enti, associazioni e fondazioni in valle, alla ripresa delle attività sosterrà queste offerte sulla base della legge comunale per la promozione della cultura.
Secondo lei, quando verrà riaperta la piscina? Sono in programma dei lavori di adeguamento alla struttura in tema di prevenzione al coronavirus?
La piscina presumibilmente aprirà verso la fine del mese di giugno per il motivo che, nel periodo di chiusura programmata prima della pandemia, si prevedeva la sostituzione delle piastrelle del pavimento deteriorate dal tempo e alcuni lavori di manutenzione. Questi lavori non hanno potuto essere eseguiti durante il periodo di chiusura per la questione della garanzia del rispetto delle misure sanitarie sui cantieri.
Fortunatamente, la pandemia è stata finora sempre sotto controllo e l’ospedale ha saputo reggere il colpo. Pensando anche ad altri servizi, come per esempio Spitex, ci si sta preparando o ci si è già preparati a dei nuovi possibili scenari futuri?
Le misure adottate dal Centro sanitario Valposchiavo corrispondono alle decisioni prese a livello federale e cantonale in ambito sanitario, questo vale anche per la Spitex che ne è parte integrante. Abbiamo avuto l’accortezza di chiudere per tempo l’accesso alle persone esterne nelle strutture sanitarie (Ospedale e Casa Anziani) e questo ha permesso di reggere bene il colpo. La struttura ospedaliera si è ben organizzata come pure per le cure a domicilio e la maggior parte dei cittadini ha rispettato le regole: questo sforzo collettivo ha permesso di evitare conseguenze ben peggiori. Per il futuro seguiremo le direttive superiori e ci adegueremo agli standard richiesti per proteggere al meglio i pazienti e il personale. I margini decisionali locali in ambito sanitario sono molto limitati e si tratta in sostanza di organizzare e gestire al meglio le offerte nel rispetto delle direttive emesse dalla Confederazione e dal Cantone dei Grigioni.
A cura di Marco Travaglia